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Economia

La dura protesta del settore turismo: siamo ignorati speciali di questo governo

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 “Ignorati speciali”, “presi in giro”, “sconcertati”, “atterrati”, “a rischio implosione”. Gran parte del mondo del turismo non nasconde forte delusione e preoccupazione per le bozze in circolo del Decreto Rilancio e fa sentire il grido di dolore di imprese “sempre meno di sicure di avere le forze per riaprire” a fine crisi e con milioni di posti lavoro a rischio. “Per il settore c’e’ poco e niente: il credito di imposta servira’ a poco, viste le prospettive praticamente nulle di ripresa. E anche il Fondo ha una dotazione irrisoria. Sembra quasi che il turismo, da teoricamente ‘sorvegliato speciale’ visto che e’ il piu’ colpito dall’emergenza, sia diventato l’ignorato speciale” dice Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti. “Serve un piano straordinari di sostegno al settore, non provvedimenti a macchia di leopardo. Grande delusione anche per il bonus vacanze, sia per l’attuazione che per l’importo. Cosi’ e’ inutile, era meglio mettere le risorse sugli indennizzi, che devono essere piu’ sostanziosi. Adesso basta, non c’e’ piu’ tempo, siamo ai momenti finali. Abbiamo atteso fino ad oggi interventi che avrebbero dovuto salvare il settore, solo per ricevere invece un’ulteriore cocente delusione”, sottolinea. “Se il testo finale dovesse rimanere quello che sta circolando nelle bozze di queste ore, devo dire che il mondo del turismo sarebbe non solo deluso, ma anche completamente atterrato nella possibilita’ di ripartire: non e’ assolutamente sufficiente per supportare un piano di tenuta delle aziende per quest’anno e neanche, un rilancio” spiega Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria, che continua a sperare che il documento circolato in queste ore non sia quello completo nella parte relativa al turismo.

“In queste bozze – afferma – leggiamo misure che non servono alle aziende, il bonus vacanza cosi’ come e’ stato disegnato a noi non serve. Capiamo che c’e’ da aiutare una fetta della popolazione e abbiamo sempre sostenuto il governo in questo, perche’ ci rendiamo conto c’e’ un disagio sociale importante tra le persone per il lavoro, ma un conto e’ l’aiuto che si da’ alle persone, un conto alle imprese. Non si possono confondere le due storie”. Secondo il presidente di Federterme Confindustria Massimo Caputi il problema e’ anche legato al fatto che non c’e’ un ministero dedicato per un settore che vale il 13% del pil: “Avendo viaggiato per 5 ministeri diversi, non c’e’ nessuno che combatte per il turismo, qui si rischiano due milioni di disoccupati. I nostri colleghi spagnoli, americani, svizzeri, tedeschi – dice – hanno gia’ i soldi in cassa, lo Stato e’ stato fulmineo, ha dato la liquidita’ in due ore, noi sono due mesi che riempiamo moduli”. Caputi ribadisce anche il grosso problema legato all’art. 42 del Cura Italia che sancisce che il contagio da Covid-19 e’ infortunio sul lavoro: “Ci espone a un’infinita’ di contenziosi. Chi vorra’ aprire con questo rischio per dipendenti e clienti?”.

Turisti. Museo Nazionale di Napoli (ph.Mario Laporta/KONTROLAB)

“Al 10 maggio ancora non ci sono misure concrete e capaci di sostenere un settore che in questo momento vede il 97% del proprio personale in cassa integrazione. Se vogliamo che le aziende alberghiere in Italia sopravvivano, gli interventi vanno fatti adesso. A queste condizioni l’estate e’ a rischio, l’intero settore e’ a rischio” rileva l”Associazione Italiana Confindustria Alberghi. Non si riferisce direttamente al dl Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, che chiede comunque al governo “un piano straordinario per il rilancio del settore”.

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Effetto Trump, bruciati in Borsa 6.500 miliardi in 100 giorni

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Nei primi cento giorni di presidenza Trump ci sono stati 70 giorni di scambi a singhiozzo sui mercati finanziari e 32 giorni di perdite, con oltre 6.500 miliardi di dollari cancellati dal valore delle società quotate. Lo scrive il New York Times, secondo cui per i mercati finanziari il calo del 7% dell’indice S&P 500 rappresenta il peggior inizio di mandato presidenziale da quando Gerald R. Ford subentrò a Richard M. Nixon nell’agosto del 1974, dopo lo scandalo Watergate. La crisi, sottolinea il quotidiano, è persino peggiore di quando scoppiò la bolla tecnologica all’inizio del secolo, e George W. Bush ereditò un mercato già in caduta libera. Al contrario, Trump ha ereditato un’economia solida e un mercato azionario in ascesa da un massimo storico all’altro. La situazione è cambiata rapidamente quando Trump ha annunciato i suoi dazi il 2 aprile, facendo esplodere la volatilita’ nei mercati finanziari.

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Oxfam, compensi ad cresciuti del 50% per lavoratori solo +0,8%

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A livello globale, negli ultimi 5 anni, la retribuzione mediana degli amministratori delegati d’impresa è cresciuta del 50%, in termini reali, passando da 2,9 milioni di dollari nel 2019 a 4,3 milioni nel 2024. Un aumento che supera di ben 56 volte la modesta crescita del salario medio reale (+0,9%), registrata nello stesso periodo nei Paesi per cui sono pubblicamente disponibili le informazioni sui compensi degli ad.

E’ quanto riporta un’analisi di Oxfam diffusa in occasione del Primo maggio. Nel dettaglio, tra i Paesi in cui il campione di imprese analizzate è sufficientemente ampio, emerge che: Irlanda e Germania vantano alcuni tra gli ad più pagati con una retribuzione annua mediana rispettivamente di 6,7 milioni e 4,7 milioni di dollari nel 2024; in Sudafrica il compenso annuo mediano degli AD era di 1,6 milioni di dollari nel 2024, mentre in India ha raggiunto i 2 milioni di dollari.

“Anno dopo anno assistiamo allo stesso spettacolo a dir poco grottesco: i compensi degli ad crescono vertiginosamente, mentre i salari dei lavoratori in molti Paesi restano fermi o salgono di pochi decimali”, spiega Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia. L’analisi di Oxfam si è concentrata inoltre sui divari salariali di genere a livello d’impresa. Esaminando 11.366 imprese di 82 Paesi, che pubblicano informazioni sul gender pay gap aziendale, si evince che il divario retributivo di genere a livello di impresa si sia, in media, ridotto tra il 2022 e il 2023, passando dal 27% al 22%. Ma tra le 45.501 imprese di 168 Paesi con un fatturato annuo superiore a 10 milioni di dollari e che riportano il genere del proprio ad, meno del 7% aveva una donna nella posizione apicale dell’organigramma aziendale.

Per quanto riguarda la dinamica dei salari reali in Italia, secondo Oxfam se, anziché ricorrere agli indici generali dell’inflazione, si facesse riferimento alla variazione dei prezzi del carrello della spesa (come approssimazione dei beni maggiormente consumati dai lavoratori con basse retribuzioni), il salario lordo nazionale registrerebbe, in media, una perdita cumulata di circa il 15% nel solo quadriennio 2019-2023 e la dinamica positiva del 2024 non rappresenterebbe che un placebo per i lavoratori con le retribuzioni più basse.

“Fino ad oggi, nell’azione del Governo è del tutto assente una chiara politica industriale, orientata alla creazione di posti di lavoro di qualità, che scommetta su innovazione, transizione verde e formazione, senza lasciare indietro nessuno. – conclude Maslennikov – Il Governo stenta a intervenire sul rafforzamento della contrattazione collettiva e sulla revisione del sistema di fissazione dei salari e ha affossato il salario minimo legale che rappresenta una tutela essenziale per i lavoratori più fragili”.

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Wsj, cda di Tesla cerca un nuovo ceo per sostituire Musk

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Il consiglio di amministrazione di Tesla ha iniziato a cercare un nuovo CEO per sostituire il fondatore Elon Musk. Lo riporta il Wall Street Journal. Secondo il quotidiano la decisione è stata presa dopo il crollo delle azioni e degli utili di Tesla. Alcuni investitori ritengono che Musk sia troppo impegnato con il suo lavoro di capo del Dipartimento per l’Efficienza Pubblica (DOGE), che pure sembra volgere al termine. Non è stato reso noto se Musk sia stato informato della decisione.

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