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La Corte Ue, ‘sui balneari niente rinnovi automatici’

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Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente. Le autorità nazionali italiane sono tenute ad applicare le norme del diritto europeo disapplicando le disposizioni non conformi. La Corte di Giustizia Ue affronta il nodo delle concessioni dei balneari imponendo all’Italia di applicare la direttiva Bolkenstain. Il governo intanto approva il ddl sulla Concorrenza, che per due volte era approdato al Consiglio dei Ministri senza riuscire a trovare il consenso. E’ uno degli adempimenti richiesti dal piano per il Pnrr. La maggioranza, nel confronto con le categorie, ha sciolto il nodo degli spazi per il commercio ambulante, prevedendo bandi per le nuove concessioni che dureranno 10 anni ma anche garanzie per chi già ora ne possiede una che potrà godere di un rinnovo “in via eccezionale per 12 anni”. Si semplificano anche le vendite promozionali e sottocosto delle catene di negozi che hanno esercizi in più comuni.

Nel ddl anche un rafforzamento dei poteri dell’Antitrust sui big del digitale e un potenziamento dello sviluppo della rete elettrica nazionale e la norma incentrata sulla promozione dell’utilizzo dei “contatori intelligenti” (smart meters), per favorire il risparmio energetico e il contenimento del prezzo dell’energia elettrica. Ma per un nodo che si scioglie – quello degli ambulanti – ce ne è un altro che sembra arrivare al pettine. Sui balneari l’Ue ha già aperto una procedura di infrazione e, dopo la decisione della Corte Ue, il rischio che si arrivi a sanzioni in assenza di un adeguamento alle normative europee è altissimo. E l’Italia non sembra voler cedere, tanto nel ping pong delle dichiarazioni della portavoce della Commissione Europea prima afferma che nell’incontro con Thierry Breton la presidente Giorgia Meloni la settimana scorsa “ha assicurato che le autorità nazionali in Italia applicheranno molto rapidamente la legislazione europea”. E poi si vede costretta a correggere: “Non hanno parlato di balneari” e “nessuna delle due parti ha preso impegni”. L’Italia, che tre mesi ha fatto slittare con il Milleproroghe le concessioni al dicembre 2024, guarda però ad un dettaglio contenuto nella sentenza, che impone tra l’altro concessioni limitate nel tempo. Uno dei passaggi apre infatti alla possibilità, in caso di scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili, di combinare un approccio generale con un approccio caso per caso, basato su un’analisi del territorio costiero'”.

Con dei paletti: le decisioni devono basarsi “su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati”. E’ il passaggio che fa dire al ministro Matteo Salvini – ma anche ad altri esponenti della maggioranza – che la sentenza è un “grande successo dell’Italia”, spiegando che “la nuova mappatura delle spiagge sarà fatta dal Mit e come sempre verranno utilizzati criteri di buonsenso”. Un adempimento che era previsto anche dal milleproroghe e che ora chiedono a gran voce le diverse associazioni dei balneari: dalla Sib alla Fiba alla Federbalneari. Il tema non è comunque entrato nel Ddl Concorrenza che il governo ha esaminato al Cdm. “Non riguarda questo provvedimento, ma un altra cosa”, ha detto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Qualcuno ipotizza possa arrivare un decreto, anche se non è escluso che prosegua il braccio di ferro con l’Ue che parla di ‘monitoraggio attento sull’Italia’. Il ministro non nasconde la sua soddisfazione per l’approvazione: la legge “non era mai stata approvata per due anni consecutivi – scrive il ministero nel comunicato con le misure – In quindici anni, dal 2009, è stata realizzata solo due volte nel 2017 e appunto nel 2022. Questa è la terza”. E al suo interno le norme sono molte, anche quello per lo spegnimento dei motori delle navi in porto (garantendo minore inquinamento) e per favorire la concorrenza nel settore farmaceutico.

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Processo Maradona, la testimonianza shock di Villarejo: “Sedato senza esami. Ricovero in terapia intensiva trasformato in caos”

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Nel quattordicesimo giorno del processo per la morte di Diego Armando Maradona, ha deposto il dottor Fernando Villarejo, responsabile della terapia intensiva della Clinica Olivos, dove il campione fu operato per un ematoma subdurale il 2 novembre 2020, appena 23 giorni prima della sua morte.

Villarejo, 67 anni, con oltre 40 anni di esperienza, ha dichiarato davanti ai giudici del Tribunale Penale Orale n. 3 di San Isidro che Maradona fu operato senza alcun esame preoperatorio, esclusivamente per volontà del suo medico di fiducia, il neurochirurgo Leopoldo Luque, nonostante non vi fosse, secondo i medici della clinica, alcuna urgenza immediata.

Trattamento per astinenza e decisione di sedazione

Tre giorni dopo l’intervento, Villarejo partecipò a un incontro con la famiglia e i medici curanti. Fu allora che Luque e la psichiatra Agustina Cosachov confermarono che l’obiettivo era trattare i sintomi di astinenza da sostanze e alcol.

«Maradona era ingestibile, difficile da trattare dal punto di vista comportamentale», ha riferito Villarejo, aggiungendo che Luque e Cosachov ordinarono di sedare il paziente, consapevoli dei rischi: depressione respiratoria, complicazioni infettive, cutanee e nutrizionali. La sedazione iniziò il 5 novembre e durò poco più di 24 ore, finché lo stesso Villarejo decise di ridurla, vista l’assenza di un piano preciso.

Il caos in terapia intensiva: “Potevano entrare con hamburger o medicine”

Il medico ha denunciato un clima caotico nel reparto: «Troppe persone in terapia intensiva, potevano portare hamburger o qualsiasi altra cosa. È stato vergognoso, scandaloso». Ha poi ammesso: «Mi dichiaro colpevole, ero una pedina su una scacchiera con un re e una regina», riferendosi al peso dell’ambiente vicino a Maradona.

Ricovero domiciliare e responsabilità

Villarejo ha raccontato che il ricovero presso la clinica non era più sostenibile. Fu deciso il trasferimento a casa, dove secondo l’ultima pagina della cartella clinica, fu la famiglia a chiedere l’assistenza domiciliare, sostenuta da Luque e Cosachov.

In aula ha testimoniato anche Nelsa Pérez, dipendente della società Medidom incaricata dell’assistenza a casa Maradona. Pérez ha ammesso che, secondo lei, in Argentina non esistono ricoveri domiciliari, ma che il termine viene usato per semplificazione. La testimone ha nominato Mariano Perroni come coordinatore dell’équipe, composta dagli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almirón.

Tensione in aula: accuse di falsa testimonianza

Le affermazioni di Pérez hanno generato momenti di alta tensione in aula. Gli avvocati Fernando Burlando e Julio Rivas hanno chiesto la detenzione della testimone per falsa testimonianza, ma i giudici hanno rigettato la richiesta.

Nel corso del controinterrogatorio, Pérez ha confermato che non fu ordinato alcun monitoraggio dei parametri vitali, ma che veniva comunque effettuato dall’infermiera per scrupolo, a causa di precedenti episodi di tachicardia.

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Esercito libanese: smantellato il 90% delle strutture di Hezbollah nel sud Libano

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L’esercito libanese ha smantellato “oltre il 90 per cento” dell’infrastruttura militare del gruppo filo-iraniano Hezbollah nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele, ha dichiarato un funzionario all’Afp. “Abbiamo completato lo smantellamento di oltre il 90 percento delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani”, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, a condizione di mantenere l’anonimato. L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah libanese prevede lo smantellamento delle infrastrutture di Hezbollah.

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Guterres ‘inorridito’ dagli attacchi in Darfur

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  Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “è inorridito dalla situazione sempre più catastrofica nel Darfur settentrionale, mentre continuano gli attacchi mortali alla sua capitale, Al-Fashir”. Lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq. La città nel Sudan occidentale è sotto assedio da parte delle Forze di Supporto Rapido paramilitari, guidate dal generale Mohamed Hamdan Daglo, che da due anni combattono contro l’esercito del generale Abdel Fattah al-Burhan. Il portavoce ha riferito che Guterres ha anche espresso preoccupazione per le segnalazioni di “molestie, intimidazioni e detenzione arbitraria di sfollati ai posti di blocco”. In questa situazione, l’entità dei bisogni è enorme, ha sottolineato Haq, citando le segnalazioni di “massacri” avvenuti negli ultimi giorni a Omdurman, nello stato di Khartoum.

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