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Esteri

La campionessa Sarah Abitbol e gli abusi sessuli dell’allenatore quand’era 15enne

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“Siamo nel 1990, ho 15 anni, partecipo a uno stage di pattinaggio artistico. L’allenatore Gilles Beyer si occupa di tutto, ha la responsabilità dei ragazzini che vengono da tutta la Francia. La notte dormiamo in piccole stanze con le porte aperte, e lui ha l’abitudine di controllare con la torcia se ognuno è al suo posto. Una notte entra nella mia stanza, si siede sul letto. Poi si avvicina piano, comincia a baciarmi. Io avevo solo la mia camicia da notte… Fa cose orribili, fino agli abusi sessuali. Sono stata violentata a 15 anni. Era la prima volta che un uomo mi toccava”. Questa è la testimonianza di Sarah Abitbol, campionessa di pattinaggio francese. Una testimonianza drammatica che arriva trent’ 30 anni dopo le violenze. Ed è la denuncia che  ha aperto la via ad altre denunce di pattinatrici, tutte all’epoca minorenni, contro Gilles Beyer. Un uomo oggi sotto i 70 anni, uno dei personaggi più importanti  del pattinaggio artistico francese.


Il libro dal titolo Un si long silence (Un silenzio così lungo, edizioni Plon), scritto con la giornalista dell’Obs Emmanuelle Anizon, è stato una bomba nel mondo dello sport francese. Disgusto, indignazione ma non sorpresa, perché anche in questo caso, dei comportamento di Gilles Beyer “lo sapevano tutti”». Tanto che nel 2001 il ministero dello Sport francese aveva messo fine alle funzioni di dirigente di Gilles Beyer, dopo la segnalazione dei genitori di una pattinatrice. In base all’inchiesta amministrativa era stato deciso che l’allenatore “non avrebbe più avuto contatti con i giovani”. Ma lui ha continuato a fare carriera negli sport del ghiaccio e con lui tutti quelli che che hanno taciuto e hanno sostenuto il suo sistema. Tutti al loro posto.

Dieci volte campionessa di Francia, vice-campionessa d’Europa e medaglia di bronzo ai mondiali di pattinaggio artistico del 2000, Sarah Abitbol oggi ha 44 anni. Non ha presentato denuncia adesso perché i fatti sono prescritti, e non lo ha fatto allora perché era una ragazzina, aveva paura e temeva che sarebbe stata lei a pagare.

La testimonianza di Abitbol ha spinto altre ragazze a denunciare i comportamenti di Beyer, che oggi ammette “relazioni intime inappropriate” dicendosi “addolorato”. La giovane promessa Nadjma Mahamoud aveva 17 anni nel 2017 quando scoprì gli sms di Beyer a sua madre, con commenti a sfondo sessuale sulla ragazza e una proposta: “Se vieni a letto con me non ti faccio pagare e tua figlia diventa una campionessa”. Nadjma Mahamoud per questo ha abbandonato il pattinaggio, molto prima di Beyer e del suo protettore Gailhaguet.

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Esteri

Naufraga barca di migranti alle Canarie, decine i dispersi

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Naufraga un’imbarcazione con migranti a bordo al largo de El Hierro, una delle isole Canarie, lasciando decine di dispersi in mare. Stando a quanto si apprende da diverse fonti, 9 persone sono state soccorse con un elicottero e portate sull’isola per fornite loro assistenza sanitaria e alcuni di essi, scrive l’agenzia Efe, hanno raccontato ai soccorritori che la barca si è ribaltata due giorni fa, e che in quel momento a bordo c’erano circa “60 persone”. In seguito, alcune di loro sarebbero riuscite a rigirarla e tornarvici sopra.

L’incidente, avvenuto a circa 60 miglia nautiche a sud de La Restinga (El Hierro), è stato notificato dall’equipaggio di una nave mercantile di passaggio, chiamata Beskidy. Secondo questa segnalazione, la barca dei migranti era in situazione di “semi-affondamento”. Il servizio di salvataggio marittimo spagnolo, che per ora non conferma cifre di morti e dispersi in questo naufragio, ha mobilitato per i soccorsi, oltre all’elicottero, anche un’imbarcazione di emergenza.

(la foto in evidenza è di archivio e non ha a che vedere con la vicenda narrata)

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Cronache

Le gang criminali in Svezia seducono la polizia e s’infiltrano

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Un’inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.

Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d’amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: “Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse”, riporta una delle lettere citate. In un altro caso, la capo squadra ‘Camilla’, specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d’albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava”, ha dichiarato l’ex capo di Camilla al quotidiano. “Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte.

“Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall’improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza. Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazioni. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un “rischio per la sicurezza” e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni. Dopo la rivelazione, il Ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: “Si tratta di un fatto molto grave” ha dichiarato a Dagens Nyheter “La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia”, ha concluso il Ministro.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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