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Economia

Juve arranca in Borsa, attesa per motivazioni -15

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In campo si sono limitati i danni con un pareggio in rimonta contro l’Atalanta, in Borsa invece il titolo crolla. Le partite della Juventus proseguono su più fronti, nell’attesa delle motivazioni della sentenza della Corte d’appello della Figc. Sul campo Massimiliano Allegri ha provato a guardare con ottimismo al 3-3 contro la squadra di Gasperini, anche se un solo punto avvia con lentezza la rimonta straordinaria che il tecnico sogna. La zona Champions ora è distante 14 punti. Nel frattempo nella prima sessione di Borsa della settimana il titolo Juventus ha perso il 5,1%, la quotazione è scesa a 0,312. La società bianconera è decisa a far valere le proprie ragioni”, ritenendo la sentenza “iniqua e ingiusta” ed è pronta a far appello al Coni. La difesa della Juventus contesta la lettura della Procura Federale anche per quanto riguarda le intercettazioni telefoniche. La memoria difensiva presentata dagli avvocati Bellacosa, Sangiorgio e Apa, ad esempio, sostiene che nella conversazione del 29 luglio 2021, tra Fabio Paratici, “in quel momento già direttore sportivo del Tottenham”, e il suo successore Cherubini “il significato” “è esattamente l’opposto rispetto alla tesi dell’accusa secondo cui “la politica degli ‘scambi’ dei calciatori non era dettata da ragioni di natura tecnica, ma era intenzionalmente finalizzata a creare predeterminati ricavi e corrispondenti costi capitalizzati da iscrivere in bilancio”.

Per i legali del club bianconero, “i due interlocutori stanno affrontando questioni di natura tecnica confermando che le operazioni hanno e avevano una logica esclusivamente tecnica”. E l’ascolto integrale della conversazione – sempre secondo i legali della Juventus – fa emergere in “maniera ancora più palese” come sia “”tutta incentrata su questioni di natura tecnica”. A parlare oggi è stato uno dei giovani promettenti del club bianconero, Nicolò Fagioli, che sulla piattaforma Twitch ha assicurato l’enorme voglia di rivalsa della nuova dirigenza: “L’altro giorno il presidente e Scanavino (l’ad e direttore generale, ndr) ci hanno assicurato che combatteranno, vogliono che ci tolgano tutti i punti di penalizzazione. Noi non possiamo farci niente e dobbiamo soltanto andare avanti e provare ad arrivare in zona Champions”.

Il problema è che c’è l’altro filone d’indagini, quello che riguarda le ‘manovre stipendi’, che non fa star tranquilli: “E’ la cosa più preoccupante, potrebbe esserci un discorso di falso in bilancio – l’allarme dell’ex presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli – ed è un discorso che tocca anche il penale: il nuovo cda della Juve è investito da diverse problematiche molto difficili”. Sull’operato di Andrea Agnelli, invece, “lo ringrazio per gli scudetti vinti, ma ha fatto male a circondarsi di una serie di persone – ha continuato a Radio Anch’Io Sport – ed è mancata una persona importante come Marotta: non voglio divinizzarlo, ma era in grado di gestire bene il settore sportivo”. Così va letta anche in questo la scelta di puntare su Francesco Calvo come responsabile dell’area sportiva del club bianconero: un ruolo nuovo e importante, anche perché il ds Federico Cherubini è stato inibito per 16 mesi e si è optato per questa operazione interna.

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Giovanni Petrella nuovo presidente di Banca Sella Holding

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Maurizio Sella passa il testimone della presidenza di Banca Sella Holding al preside della facoltà di Scienze Bancarie della Cattolica Giovanni Petrella (foto Imagoeconomica in evidenza) e mantiene la presidenza di Banca Sella e Banca Sella Patrimoni. Lo si legge in una nota diffusa a seguito dell’assemblea annuale di Banca Sella Holding, nel corso della quale Maurizio Sella ha affermato che “è il momento giusto per cambiare la presidenza della capogruppo, senza far venire meno il mio contributo alla crescita e alla governance, presente e futura del gruppo”. A guidare la capogruppo è stato confermato Pietro Sella, al vertice di Banca Sella Holding dal 2004.

I cambiamenti apportati – spiega Banca Sella Holding – si inseriscono “nel solco della tradizione e della lunga storia imprenditoriale della famiglia Sella, che ha sempre privilegiato l’interesse dell’azienda e la capacità di innovare e crescere in modo solido e duraturo”. In quest’ottica si inserisce la decisione presa “con “spirito lungimirante” da Maurizio Sella, che ha compiuto 83 anni. Sella ha ritenuto infatti che fosse arrivato il “momento giusto” per cambiare la presidenza di Banca Sella Holding, “senza naturalmente far venire meno il lavoro, la visione, la competenza, l’esperienza e la passione umana e imprenditoriale, nonché il suo apporto all’impresa e alla governance presente e futura del gruppo”.

“Su sua proposta – viene spiegato – egli è stato quindi nominato vicepresidente della capogruppo Banca Sella Holding, mantenendo la presidenza di Banca Sella e di Banca Patrimoni Sella, dove è stato rieletto nei giorni scorsi”. Quanto al presidente Giovanni Petrella il gruppo ne sottolinea la “grande competenza”, la “conoscenza approfondita del gruppo” e la “piena condivisione dei suoi valori fondanti e identitari”. Petrella siede nel consiglio d’amministrazione di Banca Sella Holding dal 2012, è membro del comitato rischi, che ha presieduto per 6 anni, e dal 2016 è presidente di Sella Sgr. Ad affiancare Giovanni Petrella e Maurizio Sella siedono nel Cda della Holding Eva D’Onofrio, Andrea Lanciani, Giuseppe Marino, Laura Nieri, Alessandro Rinaldi, Ernesto Rizzetti, Cristina Santucci, Caterina Sella, Pietro Sella e Sebastiano Sella.

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Economia

A 15 anni in azienda, l’opposizione insorge

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Alla vigilia del primo maggio e nelle ore in cui anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella torna a puntare il dito contro la mancata sicurezza nei luoghi di lavoro, spunta una norma al decreto Pnrr-Scuola, ora all’esame della Commissione Cultura del Senato, in cui si anticipa l’alternanza scuola – lavoro al primo biennio degli istituti tecnici. “Cioè quando si hanno 15 anni e si è ancora in età di obbligo formativo”, spiega la senatrice del M5S Barbara Floridia, la prima a denunciare questa misura messa a punto dal governo.

Nel decreto, esattamente nell’allegato B del provvedimento, si dice testualmente che “nel primo biennio, oltre alle attività orientative collegate al mondo del lavoro e delle professioni, è possibile realizzare, a partire dalla seconda classe, i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento”, cioè i Pcto che è l’acronimo usato per definire l’alternanza Scuola-Lavoro. Il che significa, insiste Floridia, che si potranno “spedire adolescenti sui luoghi di lavoro”, potenzialmente anche “in cantieri o ambienti ad alto rischio”, quando “dovrebbero essere protetti, formati, tutelati”. Significa, insomma che l’Esecutivo intende “mettere la logica dell’impresa prima di quella dell’ istruzione, della sicurezza e dei diritti”.

E nel dir questo, cita “tragedie” come quelle che “hanno colpito proprio studenti in alternanza come Giuseppe Lenoci e Lorenzo Parelli”. Anche i sindacati, nelle varie audizioni in Commissione, hanno espresso forti perplessità nei confronti del decreto e della misura che anticipa i tirocini a 15 anni. La più dura è stata la Flc Cgil secondo la quale in questo modo “si privilegiano i raccordi con il mondo del lavoro e i contesti produttivi, mentre le attività didattiche risultano culturalmente impoverite, subordinate e funzionalizzate alle istanze formative avanzate dal contesto socioeconomico di appartenenza”. Ma non basta. Oltre a considerare gli studenti “solo in termini di braccia per lavorare” e non di persone alle quali va trasmessa una cultura e una formazione di base, come afferma il senatore di Avs, Tino Magni, la norma “esprime tutta la visione classista del governo e in primis del ministro della Scuola Valditara”, sottolinea il già ministro del Lavoro Andrea Orlando. “Anticipare il momento della scelta alla fase in cui un ragazzino è molto giovane – osserva Orlando – significa schiacciarlo nella sua dimensione di provenienza, alla sua origine sociale”.

Con buona pace della discussione sulla riforma della scuola, continua l’esponente Dem, che puntava proprio “a posticipare la scelta per evitare automatismi sociali”, cioè che il figlio dell’operaio fosse costretto a fare per forza l’operaio. Dice no ad una “professionalizzazione precoce di ragazze e ragazzi” anche la capogruppo Pd in Commissione, Cecilia D’Elia, che chiede, come Floridia, il ritiro della norma, mentre invita a investire di più “sul capitale umano, cioè su cultura e scuola”. “A 15 anni, ancora in età da obbligo formativo – insiste Magni – si deve stare a scuola e non in fabbrica o nelle aziende”. Un “ritorno” alla “scuola di classe” dove “c’era chi poteva studiare, mentre gli altri erano braccia per lavorare”, non è accettabile. “In vista del primo maggio”, è l’appello del capogruppo M5S in Commissione, Luca Pirondini, “Meloni trovi il coraggio” e “chieda al suo ministro Valditara il ritiro immediato di questa norma indecente”, perché “la scuola non è un serbatoio di forza lavoro gratuita. È il luogo in cui si formano i cittadini”.

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Campi Flegrei, il Consiglio dei Ministri approva misure urgenti: sospesi tributi, mutui e versamenti fino al 31 agosto

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato una serie di misure urgenti per far fronte agli ulteriori effetti dei recenti fenomeni bradisismici che continuano a interessare l’area dei Campi Flegrei, nel Napoletano. Le decisioni sono contenute nella seconda parte di un decreto che introduce interventi di natura economica e fiscale per sostenere cittadini e imprese colpiti dall’emergenza.

Sospensione di tributi e contributi

Tra i provvedimenti più rilevanti è prevista la sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari e contributiviin scadenza dal 13 marzo 2025 al 31 agosto 2025. Il governo ha deciso di alleggerire la pressione fiscale per chi vive e opera in un’area messa duramente alla prova dai continui episodi di sollevamento del suolo.

Stop anche alle ritenute e alle addizionali

Nello stesso periodo sono sospesi i termini dei versamenti delle ritenute alla fonte e delle trattenute relative alle addizionali regionale e comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche. Una misura che punta ad alleggerire ulteriormente il carico economico per lavoratori e famiglie residenti nella zona.

Mutui e finanziamenti bloccati senza sanzioni

Il decreto prevede inoltre la sospensione del pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti di qualsiasi genere erogati dalle banche, sempre dal 13 marzo al 31 agosto 2025, senza applicazione di sanzioni o interessi. Si tratta di una misura fondamentale per evitare che il peso degli impegni finanziari aggravi la già delicata condizione di numerose famiglie.

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