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Esteri

J&J si arrende, dal 2023 stop al suo talco nel mondo

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Dopo migliaia di cause e denunce da parte di persone, per la maggior parte donne, che si sono ammalate di cancro negli ultimi trent’anni dando la colpa al talco, Johnson and Johnson ha deciso di mettere fine alla produzione, dall’anno prossimo, del suo iconico prodotto per bambini. Due anni fa lo stop negli Stati Uniti e Canada in seguito alle accuse che tutti i prodotti a base di talco del colosso farmaceutico americano contengano amianto. “Nell’ambito di una valutazione globale del nostro ventaglio di prodotti, abbiamo preso la decisione di produrre un talco interamente a base di amido di mais”, si legge nella nota di Johnson and Johnson. Il prodotto e’ gia’ stato lanciato sui mercati americano e canadese. “Questa transizione”, prosegue il gigante Usa, “aiutera’ a semplificare la nostra offerta di prodotti”, afferma la societa’ ribadendo di continuare a ritenere il suo tradizionale borotalco sicuro. “La nostra posizione sulla sicurezza del nostro talco cosmetico rimane invariata”, si legge nella nota nella quale si sostiene che “decenni di analisi scientifiche indipendenti da parte di esperti medici di tutto il mondo che confermano che il talco non contiene amianto e non provoca il cancro”. Quasi 40.000 cause in tutto il mondo, di cui circa la meta’ negli Stati Uniti, affermano il contrario. Storie drammatiche, soprattutto di donne che hanno accusato la compagnia di essersi ammalate di cancro dopo aver usato la celebre polvere profumata per lunghi periodi. A giugno dell’anno scorso la Corte Suprema americana ha stabilito che il colosso farmaceutico deve pagare 2,1 miliardi di dollari di danni a 20 donne che sostengono di aver sviluppato un cancro alle ovaie in seguito alla presenza di amianto nel suo talco. Il caso risaliva al 2018 ed era stato portato avanti dalla stella del foro, Kenneth Starr, passato alla storia per aver inquisito Bill Clinton facendolo mettere sotto impeachment. Il legale ha accusato Johnson & Johnson di essere a conoscenza da decenni che il suo famoso prodotto per bambini, venduto dal 1984, conteneva amianto e di aver messo in atto un’operazione per insabbiare le vicenda. Il talco e’ costituito principalmente da talco minerale composto da magnesio, silicio e ossigeno. Secondo l’American Cancer Society, nella sua forma naturale il talco contiene un po’ di amianto, elemento che puo’ causare il cancro se inalato. Tanto che da anni l’industria dei prodotti per il corpo negli Stati Uniti ha bandito l’amianto. Johnson and Johsnon ha sempre negato le accuse, e continua a farlo anche dopo la decisione di mettere fine per sempre alla produzione del suo borotalco motivandola come una scelta puramente commerciale. Ma nel 2020 ha accantonato circa 4 miliardi per le spese legali. E lo scorso ottobre ha creato una controllata, LTL Management, a cui ha ceduto le cause legate al talco e poi ne ha dichiarato la bancarotta, sospendendo le azioni legali.

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Esteri

Mosca: da Zelensky minaccia diretta alla parata del 9 maggio

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La Russia ha accusato Volodymyr Zelensky di aver minacciato la sicurezza delle commemorazioni della Seconda Guerra Mondiale del 9 maggio, dopo che il presidente ucraino ha dichiarato che l’Ucraina non si sarebbe “assunta la responsabilità” di garantire la sicurezza in quel giorno. “Sta minacciando l’incolumità fisica dei veterani che parteciperanno alle parate e alle celebrazioni in quel giorno sacro”, ha dichiarato su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova (nella foto in evidenza). “La sua dichiarazione… è, ovviamente, una minaccia diretta”.

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Caos eredità Maradona: le figlie accusano l’ex avvocato Morla di frode e chiedono la restituzione di 13 milioni di dollari

Le figlie di Diego Maradona accusano l’ex legale Morla di frode: spariti 13 milioni dai conti esteri. Al centro del caso la società Sattvica e i diritti d’immagine.

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Dove sono finiti 13 milioni di dollari? È la domanda che oggi agita il tribunale di Buenos Aires e infiamma lo scontro tra gli eredi di Diego Armando Maradona e l’avvocato Matías Morla (nella foto con Diego), il rappresentante legale e uomo di fiducia del Pibe de Oro negli ultimi anni della sua vita. A portare la questione in tribunale sono state Dalma e Gianinna, figlie di Diego e di Claudia Villafañe, che accusano Morla di aver sottratto fondi e di aver agito alle spalle degli eredi legittimi.

Secondo le figlie dell’ex campione, il patrimonio occultato ammonterebbe a oltre 13 milioni di dollari, presenti su conti bancari esteri a nome del padre. Le accuse non si fermano qui: Morla avrebbe anche trasferito in modo sospetto il controllo della società Sattvica – che gestisce i diritti commerciali sul nome e sull’immagine di Maradona – alle sorelle di Diego, Rita e Claudia Norma Maradona, eludendo così il passaggio naturale ai figli eredi.

La frode secondo le figlie

Nel dossier presentato in tribunale, i legali di Dalma e Gianinna parlano apertamente di frode post mortem, sostenendo che la firma apposta da Maradona sui documenti che affidavano pieni poteri a Morla potrebbe essere stata falsificata. La società Sattvica, secondo la loro ricostruzione, sarebbe stata solo formalmente intestata a Morla e al cognato Maximiliano Pomargo, ma in realtà sottostava alla volontà di Diego, che ne era il socio occulto. Dopo la morte del Pibe, il rifiuto di Morla di riconsegnare ai figli il controllo della società rappresenterebbe un’ulteriore violazione dei loro diritti.

Conti bancari e attività commerciali

Nel programma argentino “Intrusos”, sono stati resi noti i dettagli dei presunti conti esteri:

  • 1,6 milioni presso Bank Caribbean

  • 1,9 milioni presso la North National Bank di Abu Dhabi

  • 5 milioni presso Paribas

  • 5 milioni presso HSBC

Fondi che, secondo l’accusa, Morla avrebbe occultato e che ora gli eredi chiedono di recuperare e suddividere tra i cinque figli riconosciuti di Maradona: Dalma, Gianinna, Diego Jr, Jana e Diego Fernando.

Il ruolo controverso di Morla

Morla, attraverso il suo legale Rafael Cuneo Libarona, ha rigettato ogni accusa, sostenendo che la gestione dei diritti d’immagine fu affidata alle sorelle di Diego su esplicita volontà del Pibe, che aveva interrotto ogni rapporto con l’ex moglie Claudia e le figlie. Nonostante ciò, la sua figura resta al centro delle polemiche. Nel 2021, in occasione di una manifestazione a Buenos Aires per chiedere giustizia sulla morte del campione, Morla fu duramente contestato, insieme al neurochirurgo Luque, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio con dolo eventuale.

Il marchio Maradona e Sattvica

Intanto Sattvica, la società al centro della disputa, continua a gestire le licenze commerciali legate a Maradona: abbigliamento, tequila, caramelle, palloni e gadget firmati dal campione. La società ha sede sia in Argentina che in Spagna, e a oggi Morla avrebbe confermato di avere rapporti quotidiani solo con le sorelle del Pibe.

La battaglia legale, appena iniziata, si preannuncia lunga e complessa. Sul piatto non ci sono solo soldi e proprietà, ma anche il controllo del nome e del mito di Diego Armando Maradona, che continua a vivere nei cuori dei tifosi e nei tribunali.

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Esercito Usa crea nuova zona militare a confine Messico

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L’esercito statunitense ha creato una seconda zona militare lungo il confine con il Messico, aggiungendo un’area in Texas dove le truppe possono trattenere temporaneamente migranti o intrusi, dopo che un’altra area simile era stata designata nel New Mexico il mese scorso. Lo scrive l’agenzia Reuters sul suo sito web. Il mese scorso l’amministrazione Trump aveva designato una prima striscia di 440 km quadrati lungo il confine del New Mexico come “Area di Difesa Nazionale”. Ora arriva la “Texas National Defense Area”, una striscia lunga 101 km che si estende a est dal confine tra Texas e New Mexico a El Paso.

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