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Cronache

Italia sott’acqua: Panaro esonda, chiuso il Brennero

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Sferzata dal maltempo da nord a sud, per i vortici ciclonici sospinti da correnti polari che hanno portato neve e pioggia, l’Italia in diverse zone e’ andata sott’acqua e i fiumi sono sorvegliati speciali dappertutto, anche a Roma dove le banchine del Tevere sono state chiuse. Slittata la partita Udinese-Atalanta per l’allagamento del campo Dacia Arena: risale al 2009 l’ultimo rinvio di un match a Udine. Anche domani, e’ prevista allerta rossa su parti del Veneto, Fvg, Emilia Romagna e provincia di Bolzano, con spostamento della perturbazione verso il meridione. Senza sosta gli interventi dei vigili del fuoco – oltre 600 da venerdi’ nel solo Veneto – e della macchina della protezione civile per prestare soccorso alla popolazione, rimuovere detriti e alberi caduti, cinturare gli smottamenti e fresare la neve.

Il monitoraggio costante dei bacini non e’ pero’ riuscito a impedire l’esondazione del Panaro nel modenese – con 60 famiglie evacuate e il cedimento di un sostegno in pietra del ponte Samone – nonostante milioni di metri cubi d’acqua provenienti anche dal Secchia siano stati dirottati verso le casse di espansione, subito colmate per il rapido scioglimento di 40 cm di neve in quota, sommato ai rovesci temporaleschi. I governatori di Veneto ed Emilia Romagna, Luca Zaia – che ha esortato a non andare nel bellunese dove e’ crollato un piccolo ponte e una casa di riposo e’ stata sfollata – e Stefano Bonaccini, ancora convalescente dopo il Covid, chiedono lo stato d’emergenza. Chiuso il valico del Brennero, bloccato anche il traffico ferroviario verso l’Austria. Allagamenti in Campania e in Sicilia, con sgomberi specie nel messinese, fermi i collegamenti con le Eolie e ridotti quelli nel golfo di Napoli, flagellata dal temporale che ha allagato bassi e scantinati. E’ all’altezza di Gaggio di Castelfranco Emilia, a poca distanza da Nonantola – dove l’acqua e’ arrivata fino in centro – e Modena, che si e’ rotto l’argine del Panaro.

Almeno 60 le famiglie da mettere in sicurezza anche con l’intervento di elicotteri. Pronte all’accoglienza le tre strutture dedicate agli sfollati: il PalaReggiani (per i covid negativi), la Palestra delle Scuole Guinizelli (per le persone in isolamento) e la Palestra delle Scuole ‘Rosse”‘(per i covid positivi). Di situazione “critica, ma sotto controllo”, ha parlato Giovanni Gargano, il sindaco di Castelfranco Emilia, il Comune che assiste gli alluvionati, entrato in emergenza nella notte, mano a mano che avanzava l’onda del Panaro. Sul Secchia, a Ponte Alto di Modena, e’ in corso il colmo della piena, durera’ diverse ore con livelli oltre gli 11 metri, circa 60 cm in piu’ rispetto al massimo storico. Allagamenti si sono verificati a valle della cassa di espansione di Campogalliano e di quella del Panaro a Fossalta, e anche in abitazioni vicine al torrente Tiepido, gonfio di pioggia. A Boretto (Reggio Emilia), la Coldiretti calcola che il livello del Po e’ salito di 2,5 metri. L’allerta rossa per i fiumi in Emilia e’ di 36 ore nel modenese, stessa durata ma livello arancione nel ferrarese. “A causa del rischio di frane e valanghe provocato dal maltempo di queste ore invito tutti i cittadini ad evitare di dirigersi verso il bellunese”, ha detto il governatore Zaia, allarmato per il bellunese, dove collegamenti e viabilita’ sono in crisi per le piogge, nevicate e smottamenti. Ad Alpago si e’ verificata la situazione piu’ delicata: trasportati da ambulanze, sono stati evacuati i 76 anziani ospiti della casa di riposo con le caldaie allagate.

Adesso sono in strutture sicure a Ponte delle Alpi e a Pieve di Cadore. L’alluvione e’ stata scongiurata a Vicenza grazie all’apertura, per la prima volta dal suo completamento nel 2016, del bacino di invaso di Caldogno che – superando il collaudo – ha consentito l’abbassamento del Bacchiglione, cresciuto pericolosamente. Per motivi di sicurezza legati al maltempo, in Alto Adige, la ferrovia del Brennero e’ ferma tra Bolzano e il confine di Stato. Da ieri sera sono bloccate l’ A22 in direzione nord tra Vipiteno e Brennero e la statale in entrambe le direzioni. L’ Austria dunque non e’ raggiungibile tramite il valico. Sulle Dolomiti di Sesto, e su quelle tra la Marmolada e Fiera di Primiero, il pericolo valanghe e’ molto forte (grado 5 su 5), e rimane forte anche in altre zone. Nelle localita’ piu’ colpite, sono caduti 80 -140 cm di coltre bianca. A rendere tutto piu’ difficile, anche il forte vento da sud che causa cumuli di neve. Per le abbondanti nevicate , lo slalom gigante di Coppa del mondo maschile di sci alpino, in programma a Santa Caterina Valfurva (Sondrio), e’ stato rinviato a domani.

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Cronache

Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

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Cadavere nel lago, è un 51enne morto forse per un malore

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E’ un 51enne di Calvizzano (Napoli) l’uomo trovato senza vita nel lago di Lucrino a Pozzuoli. La salma è stata sequestrata per esami autoptici. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un malore.

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Verso Conclave tra suffragio e diplomazia, domani la data

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Secondo il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Papa – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis -, il Conclave inizia tra il 15/o e il 20/o giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio prossimi. Oppure tra il 6 e l’11 maggio se si conta dal giorno successivo alla morte. Anche questo ‘busillis’ sarà risolto domattina, quando la quinta congregazione generale dei cardinali stabilirà la data definitiva. Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei ‘novendiali’ nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato ieri con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio.

Dopo di che il possibile ingresso in Sistina e l'”extra omnes” che apre il Conclave. I 135 ‘elettori’ (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all’elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali ‘over-80’, che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di ‘grandi elettori’, insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo. Tra questi ‘grandi vecchi’ c’è sicuramente il 91/enne decano Re, mentre non si sa tra gli italiani quanto potranno esercitare un ruolo di indirizzo ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.

Fra gli stranieri con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente. Intanto oggi, la scena tra i ‘papabili’ è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei ‘novendiali’, davanti ai 200 mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti.

Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell’allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell’officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l’unico vero candidato alla successione. Nella messa di oggi, in cui ha assimilato la tristezza, il turbamento e lo smarrimento per la morte di Francesco a quelli degli “apostoli addolorati per la morte di Gesù”, Parolin è come se avesse esposto sinteticamente una sorta di suo ‘programma’, sulla scia del grande pontificato appena concluso. Ha spiegato che l'”eredità” del Pontefice “dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, ha sottolineato, a proposito di un Pontefice che alla misericordia dedicò anche un Anno Santo straordinario. Papa Francesco “ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”. Una misericordia che è guida anche nell’azione diplomatica della Santa Sede, come si è visto ancora ieri nell’incontro in Basilica tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, in una foto che ha fatto il giro del mondo ed è rimasta l’emblema della giornata: non pochi l’hanno definita “l’ultimo miracolo di papa Francesco”.

Zelensky ieri ha anche incontrato proprio Parolin, capo della diplomazia d’Otretevere, ringraziando poi su X “per il sostegno al diritto dell’Ucraina all’autodifesa e al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al Paese vittima”. E oggi, per l’incontro in Basilica, l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash ha riconosciuto con l’ANSA “il grande sostegno della Santa Sede”.

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