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Cronache

Italia nel guado tra crescita economica ferma, debito altissimo e il pronunciamento di Standard and Poor’s che fa tremare i polsi

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Borsa sostanzialmente piatta, spread in leggero calo, buon successo dell’asta Bot a sei mesi, anche se poco significativa. E’ una giornata di calma quella che prelude al nuovo pronunciamento sull’Italia di Standard and Poor’s. Il clima di bonaccia, da tipico ponte primaverile, che spira a Milano e sulle altre piazze europee potrebbe essere pero’ solo apparente: la domanda che serpeggia negli ambienti finanziari e tra gran parte degli osservatori è infatti se l’agenzia americana sarà o meno la prima a tagliare il rating sul nostro debito sovrano, prendendosi la responsabilità di innescare, con ogni probabilita’, una nuova tempesta finanziaria sul nostro Paese. Con il rischio, peraltro, di un effetto domino pieno di incognite anche sulla scena politica, ad esattamente un mese dalle elezioni europee. L’ultimo giudizio di S&P risale ad ottobre scorso: allora – quando il consensus sulle previsioni di crescita per il 2019 viaggiava ancora intorno ad un sostanzioso 1% – l’agenzia decise di confermare a BBB il rating sui titoli di Stato. Una scelta interpretata in quel momento in modo positivo, proprio mentre il governo gialloverde metteva a punto in un difficile confronto con l’Unione europea, la sua prima legge di bilancio. Allo stesso tempo però, gli analisti americani avevano deciso anche di rivedere l’outlook da stabile a negativo. Una nota stonata che suonava quasi come il preludio di un possibile taglio successivo, che potrebbe concretizzarsi proprio oggi. In questi mesi le prospettive economiche dell’Italia sono profondamente mutate. Il Def ha indicato per il 2019 un aumento del Pil di appena lo 0,2% in linea con quelle che sono al momento le previsioni della Commissione europea. Ma tra pochi giorni, il 7 maggio, Bruxelles presentera’ le stime di primavera e non e’ detto che non possano arrivare sorprese, sul fronte dei conti pubblici, piu’ che della crescita in senso stretto. Anche se il primo trimestre potrebbe aver registrato un lieve rimbalzo dell’economia, segnando l’uscita dell’Italia dalla recessione tecnica della seconda parte del 2018, il quadro resta debole. Gli effetti sui consumi del reddito di cittadinanza si vedranno solo nella seconda parte dell’anno e si fara’ sentire gradualmente anche la spinta attesa dal decreto crescita e dallo sblocca cantieri. Non a caso, valutando la congiuntura attuale, Confindustria parla di uno scenario ancora “fragile e incerto” su cui dovra’ innestarsi “un arduo esercizio”, quello della messa a punto della legge di bilancio per il 2020. “Non ci sono opzioni ne’ facili ne’ indolori”, e’ l’avvertimento di Viale dell’Astronomia, che gia’ prevedono “una manovra ingente con effetti recessivi”. Il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, liquida le preoccupazioni degli industriali evidenziando che i pronostici catastrofici sono stati finora smentiti, ma sul destino dei 23 miliardi di clausole Iva che pesano sul prossimo anno l’incertezza regna ancora sovrana. A differenza di Moody’s (che il 15 marzo ha consapevolmente scelto di evitare scossoni e di rinviare il suo verdetto confermando l’Italia a Baa3, appena un gradino sopra il livello ‘junk’), per Standard and Poor’s la Repubblica italiana e’ ancora due scalini sopra il ‘non investment grade’. I titoli italiani sono insomma affidabili e lo sarebbero anche dopo un eventuale downgrade. La Banca centrale europea potrebbe ancora continuare ad acquistarli (cosa che non accadrebbe invece se tutte le agenzie tagliassero effettivamente il giudizio a livello spazzatura), le banche italiane, che hanno in pancia quasi 390 miliardi di titoli di cui 280 miliardi di Btp, sarebbero ancora salve e gli investitori internazionali non fuggirebbero probabilmente a gambe levate. Ció non toglie che accendere ora una singola miccia potrebbe scatenare un vero e proprio incendio in un Paese dove la crescita economica è ridotta al lumicino, dove il debito continua ad aumentare di anno in anno e dove il destino del governo sembra costantemente appeso a un filo.

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Maltempo sul centronord, allerta gialla in 15 Regioni

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Ancora maltempo sull’Italia: la perturbazione che ha già raggiunto le regioni settentrionali nella giornata di lunedì determinerà nelle prossime ore ancora piogge e temporali, soprattutto sulle regioni del centro nord e sulla Campania. Sulla base delle previsioni disponibili il Dipartimento della Protezione Civile ha dunque emesso una allerta meteo che prevede dalla mattina di martedì il persistere di precipitazioni da sparse a diffuse su Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Campania. Fenomeni che localmente saranno accompagnati da fulmini, grandinate e forti raffiche di vento. Alla luce dei fenomeni già in atto o previsti, il dipartimento ha valutato una allerta arancione su parte della Lombardia e un’allerta gialla in 15 regioni: Lazio, Umbria, Molise, Abruzzo, Veneto, Friuli Venezia Giulia e su settori di Sicilia, Liguria, Campania, Marche, Emilia-Romagna, Toscana, Calabria, Piemonte e Lombardia.

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De Magistris: «Manfredi sta con i negazionisti del genocidio. Io sto con la Taverna Santa Chiara e il popolo palestinese»

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Annunciato per il 21 giugno il flash mob “Tutti giù per terra: per Gaza, contro il genocidio” sul lungomare di Napoli. Venerdì 9 maggio la conferenza stampa al caffè Arabo di piazza Bellini

È uno sfogo durissimo quello che Luigi de Magistris affida ai social per commentare la presa di posizione della giunta comunale di Napoli sul caso Taverna Santa Chiara e sulla vicenda israelo-palestinese. L’ex sindaco di Napoli non usa mezzi termini: «È vergognoso che Manfredi con la sua giunta si schieri con i negazionisti del genocidio. Io sto con la Taverna a Santa Chiara, con l’umanità, per la pace e contro il genocidio dello Stato d’Israele nei confronti della Palestina».

Il sostegno alla ristoratrice Nives Monda

De Magistris, che oggi ha fatto visita alla titolare della Taverna Santa Chiara, Nives Monda (nella foto con de Magistris), coinvolta nei giorni scorsi in una polemica internazionale per aver allontanato due turisti israeliani dal proprio ristorante, ribadisce la sua posizione: «Io mi schiero come sempre dalla parte della giustizia, della Palestina e degli oppressi». Un appoggio diretto e simbolico, accompagnato dalla partecipazione a un’iniziativa pubblica.

Il flash mob per Gaza: “Tutti giù per terra”

L’ex sindaco ha infatti annunciato un flash mob dal titolo “Tutti giù per terra: per Gaza, contro il genocidio” che si terrà il prossimo 21 giugno sul lungomare di Napoli. L’iniziativa è organizzata dall’associazione LIFE FOR GAZA, con il supporto del comitato dei garanti a cui aderisce lo stesso De Magistris.

Tutti i dettagli della mobilitazione verranno resi noti in una conferenza stampa prevista per venerdì 9 maggio alle ore 11 al Caffè Arabo di piazza Bellini. Tra gli invitati, anche Nives Monda, ormai diventata simbolo del fronte pro-palestinese a Napoli.

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Inchiesta Doppia Curva, altri 7 arresti: ombre su Inter, Milan e il ruolo di Zanetti. Rapporti tra curva e dirigenza sotto i riflettori

L’inchiesta Doppia Curva porta a nuovi arresti tra gli ultrà di Inter e Milan. Emergono rapporti tra Bellocco, Beretta, Scarfone e il vicepresidente Zanetti.

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La nuova tranche dell’inchiesta Doppia Curva ha portato oggi all’arresto di sette persone legate alle tifoserie organizzate di Inter e Milan, rivelando una rete di intrecci tra criminalità organizzata, imprenditoria e ambienti dirigenziali calcistici.

Il ruolo di Antonio Bellocco e la rete di contatti

Nel provvedimento cautelare si legge dell’esistenza di un rapporto diretto tra Antonio Bellocco, figura di spicco della curva Nord e affiliato alla ’ndrangheta, e la società Inter. Bellocco, ucciso nel settembre scorso da Andrea Beretta, ex capo ultrà interista oggi collaboratore di giustizia, avrebbe avuto “concrete entrature” nella multinazionale QFort, attiva nella produzione di infissi e dichiarata estranea all’inchiesta.

Il legame passava attraverso Davide Scarfone, oggi in carcere, amministratore unico della QFort Como srl e rappresentante di altre due società del gruppo. Scarfone era vicino sia a Bellocco che a figure centrali della curva Sud del Milan, come Luca Lucci e Marianna Tedesco, già coinvolti nel maxi blitz del settembre 2023.

L’evento QFort e la presenza di Zanetti

Secondo le intercettazioni, Bellocco si era attivato per ottenere la partecipazione del vicepresidente dell’Inter Javier Zanetti a un evento organizzato da QFort l’11 novembre 2023, rilevante per gli affari di Scarfone. Il 17 novembre Zanetti partecipò effettivamente all’iniziativa, su quella che viene descritta dal gip come “espressa volontà di Bellocco”, per rafforzare il prestigio di Scarfone.

Durante l’evento, Zanetti avrebbe elogiato pubblicamente l’imprenditore, che a sua volta si sarebbe vantato del riconoscimento ricevuto. Beretta, interrogato, ha ammesso di aver contattato Zanetti direttamente: “C’era proprio un rapporto di amicizia con Javier”.

Minacce e usura: gli affari sporchi del clan

Scarfone, sempre secondo l’ordinanza, avrebbe anche minacciato un imprenditore comasco, costretto a subire tassi usurari fino al 400% per prestiti ricevuti dal clan Bellocco. Un quadro che, per la magistratura, dimostra la pervasività dei legami tra criminalità e mondo ultras, con gravi implicazioni per le società calcistiche coinvolte.

La sanzione della Figc a Zanetti

La Figc ha recentemente multato Javier Zanetti per 14.500 euro, dopo aver analizzato gli atti dell’inchiesta. Una sanzione che certifica l’interesse della giustizia sportiva per i rapporti intercorsi tra la dirigenza nerazzurra e ambienti ultrà poi finiti in carcere.

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