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Inter Miami allontana Yassine Cheuko dal campo: Messi resterà senza la sua guardia del corpo ombra

Yassine Cheuko, la guardia del corpo personale di Lionel Messi, non potrà più seguire l’asso argentino da bordo campo durante le partite dell’Inter Miami. Lo ha deciso il club di proprietà di David Beckham. E Messi, secondo indiscrezioni, non l’avrebbe presa bene.

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Con i tempi che corrono nell’America di Donald Trump, il pensiero può anche sfiorare certe derive: un nome tunisino, una barba che ricorda un miliziano Houthi, il sospetto che possa essere stato quello il motivo. Ma ufficialmente non c’è una spiegazione ideologica o politica dietro l’allontanamento di Yassine Cheuko, il bodyguard muscoloso e inseparabile di Lionel Messi, che da ora in poi non potrà più presidiare il bordo campo delle partite dell’Inter Miami come ha fatto per due anni.

Addio alla linea laterale

Lo ha rivelato lo stesso Cheuko con un messaggio diretto via social: «Non mi vogliono più in campo». All’inizio si era pensato a un provvedimento della Mls, la lega professionistica americana, ma è stata la stessa Inter Miami a chiarire: la decisione è interna al club. Cheuko non è stato licenziato, resterà nel team di sicurezza personale di Messi, ma non potrà più aggirarsi come un’ombra attenta tra linea laterale e spalti.

Una scelta che rompe un accordo tacito: da Parigi alla Florida, Cheuko era parte del “pacchetto Messi”. Una presenza fissa, visibile, rassicurante. Sempre lì, pronto a intervenire. E se nessun altro giocatore Mls poteva godere di simili attenzioni, nessuno ha il carisma globale di Messi.

Il caso Monterrey e i malumori

Dietro l’allontanamento, secondo il sito The Athletic, ci sarebbe la rissa scoppiata con lo staff del Monterrey dopo un match di Champions Cup. Da quel momento, la Concacaf ha bandito Cheuko dalle sue competizioni. Ora è arrivato anche lo stop per il campionato. Secondo indiscrezioni raccolte da ESPN, Messi sarebbe contrariato per la decisione della società.

E Cheuko non ci sta: «Sono stato sette anni in Europa e solo sei persone hanno invaso il campo. In America, in 20 mesi, 16 invasioni. Il problema non sono io. Lasciatemi proteggere Messi», ha dichiarato ai media statunitensi.

La Pulce farà sentire la sua voce?

La vita di Messi in Florida è tranquilla, eppure l’allerta resta alta. E mentre l’Inter Miami tenta di rientrare nelle regole, resta da capire se Leo Messi accetterà passivamente l’esclusione del suo fidatissimo guardaspalle o se tenterà di convincere Beckham a tornare sui suoi passi. Nel frattempo, Big Yassine resterà in panchina, ma solo fuori dal campo.

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Esteri

Blackout in Spagna e Portogallo: indagini in corso, ipotesi anche di un cyberattacco

Spagna e Portogallo colpiti da un blackout elettrico: disagi nei trasporti e nelle comunicazioni. Il governo indaga, possibile anche un cyberattacco.

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Poco dopo le 12 di oggi, migliaia di cittadini in tutta la Spagna continentale e in Portogallo sono stati colpiti da un improvviso blackout elettrico. Come riportato dal quotidiano “El País”, il governo spagnolo ha attivato diversi team tecnici di vari ministeri per indagare sulle cause dell’interruzione, anche se al momento non esiste ancora una spiegazione ufficiale.

Secondo quanto riferito da Red Eléctrica, l’azienda pubblica responsabile della gestione del sistema elettrico nazionale, si sta lavorando intensamente per ripristinare la fornitura di energia. Anche l’Istituto nazionale di cybersicurezza è coinvolto nelle analisi, valutando la possibilità che il blackout possa essere stato causato da un attacco informatico, sebbene non ci siano ancora conferme in tal senso.

Reti di comunicazione e trasporti in tilt

Il blackout ha avuto ripercussioni su diversi settori strategici: sono stati colpiti reti di comunicazione, aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità in Spagna e Portogallo. Problemi sono stati segnalati anche nella gestione del traffico stradale, con numerosi semafori fuori servizio, oltre che in centri commerciali e strutture pubbliche.

La ministra spagnola della Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha fatto visita al centro di controllo di Red Eléctrica per seguire da vicino le operazioni di ripristino. L’azienda ha attivato un piano di emergenza che prevede il graduale ritorno alla normalità, iniziando dal nord e dal sud della penisola iberica.

Coinvolta anche la Francia meridionale

Le interruzioni non hanno riguardato esclusivamente la Spagna e il Portogallo: alcune aree del sud della Francia, interconnesse con la rete elettrica spagnola, hanno subito disagi simili. Le autorità francesi stanno monitorando attentamente la situazione in coordinamento con le controparti spagnole.

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Esteri

Putin ringrazia i soldati nordcoreani, ‘sono eroi’

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Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ringraziato in un messaggio i soldati nordcoreani che hanno preso parte alla “liberazione della regione di Kursk” dalle truppe d’invasione ucraine, definendoli “eroi”. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino.

“Il popolo russo non dimenticherà mai l’impresa delle forze speciali coreane, onoreremo sempre gli eroi coreani che hanno dato la vita per la Russia, per la nostra comune libertà, al pari dei loro compagni d’armi russi”, si legge nel messaggio di Putin. Il presidente russo sottolinea che l’intervento è avvenuto “nel pieno rispetto della legge internazionale”, in base all’articolo 4 dell’accordo di partenriato strategico firmato nel giugno dello scorso anno tra Mosca e Pyongyang, che prevede assistenza militare reciproca in caso di aggressione a uno dei due Paesi. “Gli amici coreani – ha aggiunto Putin – hanno agito in base a un senso di solidarietà, giustizia e genuina amicizia. Lo apprezziamo molto e ringraziamo con sincerità il presidente Kim Jong-un personalmente”.

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Esteri

Media, due giornalisti italiani espulsi dal Marocco

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Due giornalisti italiani sarebbero stati espulsi ieri sera dalle autorità marocchine con l’accusa di aver cercato di entrare illegalmente nella città di Laayoune (El Aaiun). Lo rivela il quotidiano marocchino online Hespress. Matteo Garavoglia, 34 anni, giornalista freelance originario di Biella e collaboratore del ‘Manifesto’, e il fotografo Giovanni Colmoni, avrebbero tentato di entrare nella città marocchina meridionale al confine con la regione contesa del Sahara Occidentale “senza l’autorizzazione richiesta dalla polizia”.

I due erano a bordo di un’auto privata e, secondo quanto riporta il quotidiano marocchino, sarebbero stati fermati dagli agenti che hanno interpretato il tentativo di ingresso come un “atto provocatorio, in violazione delle leggi del Paese che regolano gli ingressi dei visitatori stranieri”. Sempre secondo l’Hespress, i due reporter avrebbero cercato di “sfruttare il fatto di essere giornalisti per promuovere programmi separatisti. Per questo sono stati fermati e successivamente accompagnati in auto nella città di Agadir”. Non era la prima volta che i due tentavano di entrare a Laayoune, secondo il quotidiano, ma sempre “nel disprezzo per le procedure legali del Marocco”.

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