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Intensive non vaccinati al 26,7, più ricoveri bimbi

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Aumentano i ricoveri per Covid-19 tra i bambini piu’ piccoli e crescono, nell’ultima settimana, anche i casi tra gli operatori sanitari, mentre le persone non vaccinate riempiono le terapie intensive con un tasso pari a 26,7 casi per 100mila rispetto allo 0,9 dei soggetti che hanno effettuato anche il booster. La curva epidemica in Italia resta sostenuta, come evidenziano anche i numeri delle ultime 24 ore che segnalano ancora 308 vittime e 180.426 nuovi positivi, tuttavia si intravede un primo rallentamento della velocita’ di crescita dei contagi. E questo, affermano gli esperti, e’ un segnale indicativo. Che il maggior peso sulle intensive sia legato ai ricoveri dei non immunizzati emerge dall’ultima rilevazione contenuta nel Report esteso dell’Istituto superiore di sanita’ (Iss), che evidenzia pure come nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster l’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa e’ pari rispettivamente al 68,8% e al 98%. Da qui, l’importanza di spingere ulteriormente su vaccinazioni e terze dosi. Ma dal Report emerge anche l’aumento di casi Covid tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione. A seguito dell’inizio della somministrazione delle dosi booster, si era osservata una diminuzione dei casi per questa categoria, ma nelle ultime 2 settimane, afferma l’Iss, si e’ registrata una crescita del numero di contagi segnalati: 12.009 rispetto ai 10.393 della settimana precedente. A preoccupare sono anche i bambini piu’ piccoli perche’, sempre nelle ultime due settimane, si e’ osservato un forte aumento del tasso di ospedalizzazione nella fascia dei piccoli sotto i 5 anni (oltre 10 ricoveri per 1.000.000 abitanti). Ed i numeri giornalieri dell’epidemia si confermano ancora alti: sono 180.426 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (186.253 ieri), mentre le vittime sono 308 (ieri 360). Il tasso di positivita’ e’ al 14,8%, in calo. Quanto ai ricoveri, sono 1.677 i pazienti in intensiva, 2 in meno, mentre i ricoverati nei reparti sono 18.370 (+351). Un quadro di allerta nel quale, tuttavia, si intravede un segnale migliorativo. “La variabilita’ dei dati giornalieri non e’ particolarmente indicativa, ma su base settimanale – spiega il virologo Fabrizio Pregliasco – la velocita di crescita dei casi si e’ un po’ rallentata, anche se i casi sono comunque in crescita in termini numerici e c’e’ un effetto cumulativo dei decessi di persone infettatesi nelle settimane precedenti”. Si arrivera’ a vedere un “trend migliorativo – aggiunge – solo alla fine di gennaio”. Inoltre, la variante Omicron “e’ piu’ contagiosa ma meno cattiva. Diffondendosi ci da’ un problema nell’immediato ma crea poi una grande quota di soggetti immuni”. Da parte sua, il fisico Roberto Battiston dell’Universita’ di Trento invita a “concentrarsi sulla variante Delta, che ha un’alta probabilita’ di determinare casi gravi e decessi soprattutto per i non vaccinati, mentre l’Omicron determina casi piu’ lievi”, avvertendo che “potremmo avere fino a 50mila casi da Delta al giorno”. Anche per Battiston, inoltre, la velocita’ dei nuovi contagi e’ in lieve decrescita e “cio’ significa che il virus non si sta moltiplicando come all’inizio”. Intanto, una sentenza del Tar del Lazio ha annullato la Circolare del ministero della Salute nella parte in cui, oltre a prevedere la “vigilante attesa” nei primi giorni d’insorgenza del Covid per pazienti a casa, pone anche indicazioni di non utilizzo di tutti i farmaci generalmente utilizzati dai medici di medicina generale per i malati Covid, ad eccezione di Fans e Paracetamolo. Il Tar “ha ragione quando ribadisce la liberta’ del medico di poter prescrivere i farmaci necessari, tuttavia nella prescrizione il medico deve attenersi alle raccomandazioni presenti e alle buone pratiche cliniche che obbligano a prescrivere in una prima fase farmaci sintomatici e non altri medicinali come antibiotici, anticoagulanti e cortisonici che vanno prescritti solo in caso di peggioramento e ricovero ospedaliero”, e’ il commento di Claudio Cricelli, presidente della Societa’ Italiana di Medicina Generale.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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