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Inizia la demolizione delle Vele, a Scampia erano diventate il simbolo di Gomorra: la rinascita è però lontana

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Sono circa le 11:15 quando i due escavatori allestiti con una pinza oleodinamica iniziano la demolizione della Vela A, nota a tutti come Vela Verde. Un intervento che sarà completato in quaranta giorni. Per Scampia e i suoi abitanti è una giornata storica: dopo anni di battaglie la prima Vela viene giù. A seguire – come previsto dal progetto Restart Scampia, finanziato dal bando periferie – cadranno la Vela Gialla e la
Vela Rossa; si salverà solo la Celeste che, rigenerata, ospiterà gli uffici della Città Metropolitana, a simboleggiare il ritorno dello Stato che con la sua colpevole assenza aveva di fatto consegnato il quartiere nelle avide mani della camorra. Sono tantissimi i giornalisti e i fotografi che assistono alla demolizione dallo spazio prospiciente al cantiere. In mezzo al loro il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, l’assessore alle politiche sociali e al lavoro Monica Buonanno e l’assessore alla cultura e al turismo Eleonora de Majo. Poi Lorenzo Liparulo e Omero Benfenati, portavoce del Comitato Vele di Scampia.
A pochi metri di distanza stanno invece assiepati i tantissimi abitanti delle Vele e i cittadini del quartiere. In molti assistono all’evento dalla Vela Celeste. A qualche signora gli occhi si fanno lucidi mentre riaffiorano i ricordi di ciò che è stato. Una vita spesa fra le gelide lamiere di quei palazzoni di cemento. Nei sorrisi delle persone si leggono gioia e soddisfazione: è il principio del riscatto di un intero quartiere, un
giorno aspettato per decenni e conquistato con la lotta portata avanti dal Comitato Vele. Durante la notte gli attivisti sono entrati nella Vela Verde per l’ultima volta per esporre l’ultimo striscione: “Scampia vuole tutto”. Perché finora non ha avuto niente. E’ una giornata importante perché le Vele sono un simbolo intrinseco di contraddizioni. La più importante è rappresentata dalla distanza abissale fra ciò che avrebbe dovuto essere e ciò che è stato. Nate a seguito della legge 167 del 1962, le sette Vele di Scampia, progettate dall’architetto Franz Di Salvo e realizzate fra gli anni ’60 e ’70, erano un progetto ambizioso; avrebbero dovuto rappresentare un’avanguardia architettonica dell’edilizia popolare.
Ispirato alle unités d’habitation di Le Corbusier, il progetto originario prevedeva la realizzazione di centri aggregativi e di spazi comuni, che avrebbero dovuto favorire la nascita di una comunità. Aree verdi, aree gioco per i bambini, attrezzature e servizi. Una città verticale che avrebbe dovuto fondere insieme la vita individuale e quella collettiva.
Ma il nucleo di socializzazione non fu mai realizzato. Il quartiere soffriva della scarsità di servizi e di luoghi di socialità. Era isolato dal resto della città. Mancavano inoltre presidi dello Stato: il primo commissariato di Polizia si insediò soltanto nel 1987. Un’assenza ingiustificata ed imperdonabile, che consentì alla camorra di attecchire nelle Vele con facilità.
Il destino delle Vele era segnato. Scampia divenne un ghetto e un quartiere dormitorio, le Vele delle cattedrali nel deserto, il degrado urbano per antonomasia. All’inizio degli anni duemila Scampia era la più grande piazza di spaccio d’Europa. Inoltre, per far fronte all’emergenza abitativa generata dal terremoto dell’80 in Irpinia, le graduatorie furono disattese e molti sfollati occuparono abusivamente le case non ancora assegnate, causando così il sovraffollamento delle residenze. Fra il 1997 e il 2003 furono abbattute tre delle sette strutture iniziali. Ad oggi sono circa 340 le famiglie delle Vele da collocare.
I primi 60 nuclei familiari della vela Verde sono entrati di recente nei nuovi e decorosi alloggi popolari fra via Gobbetti e via Labriola. Altri, temporaneamente, sono stati collocati nella Vele Celeste. Gli abitanti delle Vele non hanno solo dovuto vivere in condizioni di degrado, incuria e marginalità sociale; abitando in mostri di cemento e respirando amianto. Hanno anche dovuto difendersi da una narrazione tossica e stereotipata di film e serie tv, che li ha bollati come spacciatori e pericolosi criminali. Ovunque nelle Vele campeggiano scritte e slogan contro Gomorra. Dietro quel marchio infamante, si annida l’umanità di tanta gente per bene che nonostante tutto non ha mai perso la dignità e la speranza di un futuro migliore. Una speranza alimentata dal comitato Vele e dal suo storico portavoce Vittorio Passeggio che, per motivi di salute, oggi non può assistere da vicino all’inizio dei lavori di demolizione. Fondato alla fine degli anni ottanta, il comitato ha portato avanti per trent’anni la battaglia per il diritto all’abitare; ha creato solidarietà e coscienza collettiva.
Ha saputo interloquire in maniera propositiva con le istituzioni, mediando fra la politica e le istanze degli abitanti. L’auspicio degli abitanti è che insieme alle Vele possa crollare anche quel marchio impresso col fuoco sulla loro pelle e che il progetto di rigenerazione urbana Restart Scampia possa essere l’occasione per dare un volto nuovo al quartiere, dotandolo di alloggi dignitosi, servizi e infrastrutture adeguate. In serata alle 18 è stato organizzato, all’esterno della Vela Gialla, il “Concerto per Scampia”. Vedrà protagonisti tanti artisti nati all’ombra delle Vele che con la loro musica hanno raccontato le mille sfumature della vita nel quartiere dell’area Nord di Napoli.
Saranno presenti gli ‘A67, Luciano Caldore, Nto’, Franco Ricciardi, Zulù, Enzo Dong, Jovine, Ciccio Merolla, Ivan Granatino, Maldestro. Un modo per celebrare una vittoria collettiva che è però solo il primo tassello di un percorso ancora lungo e tortuoso.

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Il padre picchia la madre, bambina di 11 anni chiama il 112

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A Bolzano una bambina di undici anni ha chiamato il 112 perché il padre stava picchiando la madre. Sul posto è intervenuta una pattuglia della Questura che ha arrestato l’uomo. Piangendo disperata, la bambina ha chiesto l’intervento urgente della Polizia per fermare il padre che stava massacrando di botte la mamma. Giunti immediatamente sul posto, i poliziotti si sono imbattuti in un uomo che in evidente stato di agitazione sin da subito ha iniziato ad assumere un comportamento ostile ed aggressivo nei loro confronti. Gli agenti con non poca fatica sono riusciti ad accedere all’interno dell’appartamento, nonostante l’uomo continuasse a minacciare di morte la moglie e la figlia. Dopo aver messo in sicurezza in un’altra stanza la donna e la bambina, gli agenti hanno cercato di placare l’ira dell’uomo – un bolzanino 50enne – il quale ha però minacciato di morte anche loro. Nel frattempo la donna ha riferito di continue aggressioni subite dal marito e di non aver mai sporto denuncia per paura delle ripercussioni e per non perdere l’affidamento della bambina.

Portata in ospedale per le cure del caso, la donna ha infine sporto denuncia. Portato in Questura, l’uomo ha continuato ad affermare che non appena fosse uscito da lì, le avrebbe trovate ed ammazzate moglie e figlia. A questo punto è scattato l’arresto per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi e minaccia a pubblico ufficiale. Il Questore Paolo Sartori, quindi, in considerazione della gravità di quanto accaduto, ha immediatamente emesso nei confronti dell’uomo la misura di prevenzione personale dell’ammonimento, disponendo altresì l’avvio della procedura per l’emissione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. “L’ intervento in soccorso dell’ennesima vittima di violenze domestiche è stato reso possibile grazie alla determinazione di questa bimba, il che ha consentito di evitare ben più tragiche conseguenze”, ha evidenziato Sartori.

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Calcio: arbitro Coppa del Re denuncia pressioni di Real Madrid Tv

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L’arbitro della finale di coppa del Re, domani sera a Siviglia tra Barcellona e Real Madrid, Ricardo de Burgos Bengoechea, ha puntato il dito contro la Tv del Real per la pressione che mette sui direttori di gara designati per le partita della squadra guidata da Carlo Ancelotti. Senza riuscire a trattenere le lacrime durante la conferenza stampa svoltasi alla vigilia, l’arbitro ha denunciato che “i video su Real Madrid TV ci mettono grande pressione e hanno anche gravi ripercussioni nella tua vita privata – ha detto -. Quando tuo figlio torna a casa da scuola piangendo perché gli dicono che suo padre è un ladro, è davvero dura. E’ una situazione assurda”.

De Burgos Bengoechea ha aggiunto che è il momento di “riflettere” sulla situazione attuale del calcio spagnolo, affermando che diversi suoi colleghi avevano deciso di scendere di categoria per non subire più la pressione dei massimi livelli. Il canale televisivo del Real Madrid produce ogni settimana dei video per screditare gli arbitri delle loro prossime partite. Ma la pressione è aumentata da febbraio, quando il club ha lanciato una guerra istituzionale contro un sistema arbitrale “completamente screditato” e un “sistema corrotto dall’interno” dopo le decisioni che la Liga ha preso nei suoi confronti. Il responsabile della Var, Pablo Gonzalez Fuertes, ha detto a sua volta che gli arbitri potrebbero prendere ulteriori provvedimenti sulle trasmissioni di Real Madrid TV. “Non c’è dubbio che dovremo iniziare ad adottare misure molto più serie Faremo la storia, perché non continueremo a sopportare quello che stiamo sopportando”, ha affermato, senza approfondire.

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I 23 cardinali latinoamericani che sceglieranno Papa

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Tra i 135 cardinali con un’età al di sotto degli 80 anni che formeranno il Conclave per l’elezione del nuovo pontefice, 23 sono latinoamericani. Il 13 marzo 2013 a eleggere Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro erano appena 19. Il Brasile è il paese della regione più rappresentato, con sette cardinali.

Di questi, due sono stati nominati da Benedetto XVI: l’arcivescovo di San Paolo, il 75enne Odilo Scherer, e il 77enne João Braz de Aviz, a capo del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Nominati da Francesco il 74enne arcivescovo di Rio de Janeiro Orani João Tempesta, quello di Manaus, il 74enne Leonardo Ulrich Steiner, il 65enne arcivescovo di Salvador Sérgio da Rocha, il 64enne Jaime Spengler a capo dell’arcidiocesi di Porto Alegre e il 57enne Paulo Cezar Costa, arcivescovo di Brasilia.

Quattro gli argentini, tutti nominati da Francesco, ovvero il 62enne Víctor Manuel Fernández che guida il Dicastero per la dottrina della fede, il 66enne Angel Sixto Rossi, arcivescovo di Córdoba, di Santiago del Estero il 72enne Vicente Bokalic Iglic e il 77enne arcivescovo emerito di Buenos Aires, Mario Aurelio Poli.

Gli altri sei cardinali sudamericani in Conclave sono l’uruguaiano 65enne Daniel Fernando Sturla, secondo il canale Ntn24 unico “papabile”, il paraguayano Adalberto Martínez Flores (73 anni), il peruviano Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio (75 anni), il 68enne cileno Fernando Natalio Chomalí Garib, il 63enne colombiano Luis José Rueda Aparicio e l’ecuadoriano Luis Gerardo Cabrera Herrera (69 anni).

Il Messico ha due porporati in Conclave: l’arcivescovo primate del Messico, il 75enne Carlos Aguiar Retes, nominato da Francesco, e il 74enne arcivescovo di Guadalajara Francisco Robles Ortega, scelto da Benedetto XVI.

In America Centrale e nei Caraibi sono invece quattro i cardinali in Conclave, tutti nominati da Francesco, ovvero il 76enne cubano Juan de la Caridad García Rodríguez, il 77enne guatemalteco Álvaro Leonel Ramazzini Imeri, il 76enne nicaraguense Leopoldo Brenes e l’haitiano Chibly Langlois, di 66 anni.

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