Info-point al Molo Beverello, la denuncia dell’imprenditore Giacometti: cacciati dal Porto di Napoli per aver denunciato la vendita abusiva di pacchetti turistici
Al Molo Beverello di Napoli, dal 2015 ad oggi, Alfredo Giacometti (nella foto in evidenza) con la sua Giacometti Group ha messo a punto un info-point e alcune strutture per proteggere i passeggeri dal sole e dalle intemperie, risolvendo un problema atavico del molo Beverello. Nonostante l’ottimo lavoro svolto, apprezzato da turisti, autorità civili e militari, pendolari e armatori, oggi l’Autorità Portuale gli chiede di liberare le aree impegnate e andare via in soli otto giorni lavorativi. Stamattina, con una conferenza stampa presso la palazzina Alilauro del Molo Beverello, Giacometti ha spiegato i presunti motivi del suo allontanamento.
“Mi hanno allontanato senza tanti preamboli, dopo che ho risolto tutti i problemi di accoglienza del Molo Beverello di Napoli a costo zero”, lamenta Giacometti. Nel 2015 a gestire l’Autorità Portuale ci sono il Commissario Straordinario Antonio Basile e il Segretario Emilio Squillante. Sono proprio loro a proporre alla Giacometti Group la realizzazione delle sale d’imbarco, dopo aver apprezzato il terminal provvisorio realizzato da Giacometti sul molo Redentore a Ischia, in cambio della gestione degli spazi pubblicitari.
Tra il 2015 e il 2017 Giacometti realizza così sei sale, a cui si aggiunge poi un info-point con maximonitor digitali per la comunicazione video delle partenze. “L’info-point doveva servire a gestire il flusso dei passeggeri, che erano sempre allo sbando, perché non sapevano dove reperire informazioni precise”, chiarisce l’imprenditore. Nel frattempo termina il commissariamento e arriva il Presidente Pietro Spirito, affiancato dal nuovo segretario Francesco Messineo, mentre responsabile del Demanio è Giovanni Annunziata.
“Il momento di rottura arriva quando col presidente Spirito ci accordammo per la vendita nell’info-point di pacchetti turistici – racconta Giacometti -, una vendita che serviva a pagare le interpreti per l’informazione turistica agli stranieri. Un giorno mi accorgo però che uno dei bar presenti nel Molo Beverello vende abusivamente pacchetti turistici simili ai miei. Io però sulla vendita ci pagavo i costi di gestione dell’info-point, del personale e le tasse, ed ero l’unico autorizzato. Faccio quindi reclamo all’Autorità portuale e ottengo l’interruzione della vendita abusiva”.
Ma in quel momento qualcosa si rompe. “Ben presto capisco che ce l’hanno con me. La data fatidica è quella del 4 giugno 2019: la Guardia Costiera, che mi conosceva bene e sapeva che eravamo regolarmente autorizzati, ci accusa di aver occupato abusivamente il locale impiegato per l’info-point, che a noi però era stato consegnato proprio dall’Autorità Portuale. Da quel momento incomincia una serie di persecuzioni, culminata quattro mesi più tardi con una multa per vendita abusiva di servizi turistici. Ancora, consentono alla ditta che sta effettuando i lavori del nuovo Terminal del Beverello di erigere ombrelloni che avrebbero coperto la mia pubblicità”.
Angelo Pisani. Legale di Alfredo Giacometti
Giacometti spiega che “l’investimento iniziale è stato di circa 700mila euro, e in quell’anno e mezzo di concessione ovviamente non avevo recuperato tutti quei soldi; così ho fatto di tutto per rimanere. Mi comunicano che mi avrebbero rinnovato la concessione (in scadenza nel 2019, ndr) e per tre volte riceviamo un avviso ufficiale per il rinnovo: con l’autorizzazione provvisoria, con l’andata a buon fine, infine con la delibera del comitato di gestione del porto di Napoli. Rinnovare una concessione significa farlo alle stesse condizioni del primo accordo. Quando però mi forniscono una copia della concessione rinnovata – denuncia l’imprenditore – mi accorgo che si tratta di una fregatura enorme: avevano inserito una serie di clausole vessatorie e, a causa dei lavori iniziati al Molo Beverello, molti degli spazi originariamente contemplati dalla prima concessione, erano stati eliminati”.
Leonardo Polito. Avvocato penalista e legale di Giacometti
“A quelle condizioni abbiamo detto che non ci stavamo e ci hanno dato appena otto giorni per smontare tutto. Noi andiamo via e intanto pagheranno un’altra ditta per realizzare le stesse strutture, con una spesa per la collettività. A me infatti non davano niente e in più io pagavo anche il canone concessorio per l’autorizzazione della pubblicità. Mi hanno costretto ad andare via. La mia società – conclude Giacometti – è già in grave difficoltà per la pandemia: è un anno e mezzo che non facciamo eventi, pubblicità e allestimenti, è tutto fermo. Una mazzata del genere rischia di mandarci in mezzo alla strada”.
L’intenzione di Giacometti – supportato dall’avvocato penalista Leonardo Polito e dal civilista Angelo Pisani – è di adire le vie legali. “Potrebbe configurarsi il reato penale dell’abuso d’ufficio”, chiarisce Polito. “Sottoporremo la questione alle autorità competenti, affinché si accertino le responsabilità di quanto accaduto e nel caso richiederemo un risarcimento dei danni”, aggiunge Pisani. “Quale rappresentante dell’associazione Noi consumatori, sono sconcertato di fronte al comportamento assunto dall’Autorità Portuale nei confronti di un imprenditore che ha saputo risolvere tantissimi problemi per i turisti e per la città. Ora i cittadini di tasca propria dovranno finanziare delle strutture che in questi ultimi anni l’Autorità Portuale aveva ricevuto gratuitamente da Giacometti. Purtroppo i turisti saranno anch’essi vittime della malaburocrazia, ci apprestiamo alla stagione estiva e si ripresenteranno quei disagi che la Giacometti Group aveva eliminato col proprio lavoro”, ha concluso Pisani.
Ischia ritrova la sua giustizia: il Tribunale torna operativo con le udienze del giovedì
Il Tribunale di Ischia riapre le udienze del giovedì grazie al decreto del presidente vicario Scoppa. Una vittoria per avvocati, cittadini e istituzioni locali dopo mesi di proteste.
Una notizia attesa con speranza dai più ottimisti e insperata da altri, ma che segna un passaggio decisivo nella lunga battaglia per la tutela del presidio giudiziario dell’isola verde. Il presidente vicario del Tribunale di Napoli, Gianpiero Scoppa, ha disposto il ripristino delle udienze a Ischia, restituendo piena funzionalità alla sezione distaccata locale.
Una decisione che accoglie le istanze dell’Associazione Forense dell’isola di Ischia e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, protagonisti di una mobilitazione decisa culminata nello sciopero del 5 aprile scorso e nel ricorso al TAR presentato con il sostegno dei sei Comuni isolani.
Il decreto del giudice Scoppa: ritorno alla normalità
Il provvedimento firmato da Scoppa prevede l’assegnazione provvisoria del giudice onorario Ciro Ravenna al settore civile della Sezione distaccata di Ischia, in qualità di Giudice dell’Esecuzione, con il compito di gestire le udienze precedentemente seguite dalla giudice Criscuolo.
Nel decreto si evidenzia che Ravenna, rientrato in servizio nel 2025 dopo un incarico all’Ufficio del Giudice di Pace, aveva espressamente chiesto di essere destinato a una sezione civile in virtù della propria formazione professionale. La sua collocazione a Ischia rappresenta dunque una soluzione funzionale per sopperire alle gravi carenze d’organico che affliggono il Tribunale isolano.
Il decreto ha effetto immediato, garantendo il ripristino delle udienze del giovedì e segnando una svolta dopo mesi di polemiche, disservizi e disagi per professionisti, cittadini, testimoni e imputati costretti agli spostamenti sulla terraferma.
La soddisfazione dell’Assoforense e dell’avvocatura
«Quello ottenuto è un risultato importante», ha commentato Alberto Morelli, presidente dell’Assoforense Ischia. «Scoppa aveva già dimostrato attenzione e sensibilità alla nostra situazione. Ora arriva un passo concreto che ridà dignità alla nostra professione e servizio alla cittadinanza».
Anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli esprime soddisfazione per l’esito di un lavoro di sinergia tra istituzioni e avvocati, premiato da un risultato tangibile dopo mesi di diplomazia e pressione istituzionale.
La battaglia continua: si attende la stabilizzazione definitiva
Sebbene l’assegnazione di Ravenna rappresenti una boccata d’ossigeno, resta ancora aperta la questione della stabilizzazione definitiva del Tribunale di Ischia, promessa più volte dal Governo centrale ma mai concretamente attuata.
Il clima ora è più disteso, ma solo un atto definitivo potrà chiudere quella che gli avvocati dell’isola definiscono «una lunga parentesi di giustizia precaria».
Conclave 2025, i cardinali decidono: si comincia il 7 maggio
Il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco inizierà il 7 maggio. I cardinali si riuniranno nella Cappella Sistina: le regole, i tempi e il ruolo di Parolin.
I cardinali hanno deciso: il Conclave che eleggerà il 266esimo successore di Pietro inizierà il 7 maggio, mercoledì prossimo, nel pomeriggio. L’annuncio è arrivato dopo l’assemblea dei porporati che ha scelto di prendersi qualche giorno in più per motivi principalmente logistici.
Più tempo per sistemare gli elettori
La decisione di posticipare l’inizio del Conclave rispetto alla conclusione dei novendiali di suffragio per Papa Francesco, che termineranno domenica, è dovuta alla necessità di organizzare adeguatamente l’accoglienza dei 135 cardinali elettori – il numero più alto mai registrato – presso la Casa Santa Marta. Due porporati, infatti, hanno già annunciato la rinuncia per motivi di salute.
La guida del Conclave
A presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, poiché il Decano Giovanni Battista Re e il Vice Decano Leonardo Sandri, avendo superato gli ottant’anni, non parteciperanno alle votazioni. Toccherà a Parolin, quindi, interrogare il nuovo eletto circa l’accettazione del pontificato e il nome che vorrà assumere.
Prima dell’inizio delle votazioni, la mattina del 7 maggio, il cardinale Re celebrerà la Missa pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, i cardinali si raccoglieranno nella Cappella Paolina per poi entrare in processione nella Cappella Sistina intonando il “Veni Creator Spiritus”, invocando l’assistenza dello Spirito Santo.
Le regole del Conclave
Come stabilito dalla Costituzione Universi Dominici Gregis di San Giovanni Paolo II, i cardinali hanno giurato di rispettare rigorosamente le norme che regolano l’elezione. Sono vietate influenze esterne, pressioni, favoritismi o avversioni personali. L’unico criterio dev’essere il bene della Chiesa e la gloria di Dio.
Il nuovo Papa dovrà essere eletto con una maggioranza qualificata di due terzi. Dopo il comando “Extra omnes” (“Fuori tutti”), inizieranno le votazioni: il primo scrutinio sarà effettuato il 7 maggio. Dal giorno successivo, se necessario, si procederà con quattro votazioni quotidiane, due al mattino e due al pomeriggio.
Un grave episodio di simulazione scuote il clima politico e sindacale a Genova. Fabiano Mura, segretario genovese della Fillea-Cgil (categoria degli edili), è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di simulazione di reato, dopo aver inventato una presunta aggressione subita alla vigilia del 25 aprile.
Mura aveva denunciato pubblicamente e in Procura di essere stato aggredito da due persone che gli avrebbero urlato insulti fascisti, fatto il saluto romano, sputato addosso e colpito con pugni e spintoni. Un racconto drammatico che aveva suscitato un’immediata ondata di solidarietà, culminata in una manifestazione antifascista a cui avevano preso parte esponenti politici e sindacali, tra cui Anpi Genova, la candidata sindaca del centrosinistra Silvia Salis, l’ex ministro Andrea Orlando e l’ex leader Cgil Sergio Cofferati.
La verità emerge: nessuna aggressione
Le indagini della Digos hanno rapidamente sollevato dubbi sulla versione dei fatti fornita da Mura. I riscontri video delle telecamere di sorveglianza e le incongruenze sugli orari hanno smontato il suo racconto. Messo alle strette dagli investigatori, il sindacalista ha infine ammesso davanti al magistrato di essersi inventato tutto e ha ritirato la denuncia.
La Cgil, dopo aver appreso l’esito delle indagini, ha annunciato la sospensione di Mura, prendendo ufficialmente le distanze dal suo comportamento.
Le reazioni politiche
Il caso ha suscitato reazioni forti nel panorama politico. Matteo Salvini, leader della Lega, ha commentato: «Che tristezza. Per tre giorni è stato lanciato l’allarme sulla violenza fascista a Genova, e poi si è scoperto che gli unici fascisti immaginari stanno a sinistra». Anche Fratelli d’Italia ha denunciato l’episodio, sottolineando che «le falsità fomentano l’odio».
Dal centrosinistra, Silvia Salis ha preso le distanze: «È un atto gravissimo. Noi siamo parte lesa e ci dissociamo completamente da questa azione irresponsabile».