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Cronache

‘Rave annunciato’, a Bologna multati 300 giovani

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Scoppia la polemica a Bologna per un rave party al quale ieri hanno partecipato quasi mille ragazzi in un parco nella prima periferia della citta’. Un rave in piena regola per il 25 aprile, alla vigilia del ritorno dell’Emilia-Romagna in zona gialla, con centinaia e centinaia di persone, per lo piu’ giovani, assiepate sotto al sole tra musica tecno a tutto volume, balli, tanto alcol e pochissime mascherine indossate. Per almeno 300 di loro, identificati, sono gia’ scattate le multe ma altre sanzioni sono in arrivo, mentre il sindaco Virginio Merola non ci sta e si scaglia contro la Questura per non aver saputo prevenire il maxi assembramento. Le immagini dei giovani che ballavano accalcati, molti senza mascherina, totalmente incuranti delle norme per contenere i contagi da coronavirus nel parco di Villa Angeletti, sono diventate virali gia’ domenica, a evento in corso, rilanciate sui social anche da parlamentari di Fratelli d’Italia e dalla Lega, tra cui la sottosegretaria Borgonzoni. Una ciliegina sulla torta per il capoluogo emiliano dopo i diversi episodi di assembramenti che si sono verificati negli ultimi weekend soprattutto in centro storico e in zona universitaria. Dura la reazione del sindaco bolognese che su Facebook ha chiamato in causa direttamente la Questura. “E’ necessario che agisca in modo preventivo per evitare assembramenti tali da trovarsi poi nell’impossibilita’ di agire”, ha scritto. Per Merola il rave di ieri era “annunciato da tempo sui social” e nonostante questo “non e’ stato evitato. Non va bene. I promotori vanno denunciati e puniti. La Questura deve assicurare il rispetto dei divieti”. E ha respinto al mittente le critiche di esponenti politici di destra alle responsabilita’ dell’amministrazione: “Si e’ deciso a livello nazionale di aprire con gradualita’ – ha sottolineato il sindaco – ma non permetto che il Comune debba farsi carico di responsabilita’ non sue”, “le mie ordinanze sono sempre state concordate, ma se non si fanno rispettare non hanno senso”. Sulla scorta delle polemiche per il rave, il sindaco oggi tra l’altro ha frenato anche sull’ipotesi di restringere gli spazi transennati nelle piazze meta di movida in favore dell’ampliamento dei dehor per bar e ristoranti. Prima, ha sottolineato, vuole garanzie che si riesca a far rispettare le regole anti assembramento. La Questura non ha formalmente replicato alle parole di Merola ma ha diffuso la sintesi del servizio a Villa Angeletti. Per mancato rispetto delle misure anti-Covid gli agenti hanno identificato e sanzionato oltre 300 persone. Verbali che arriveranno a casa e che andranno da un minimo di 400 a un massimo di mille euro a testa. Digos e Reparto mobile hanno anche sequestrato gli impianti di diffusione sonora. Al raduno, secondo quanto riferito dalla Questura, hanno partecipato fino a sera quasi 800 persone. In almeno 250 sono arrivati in treno da fuori Bologna: identificati dalla Polfer, anche questi saranno multati.

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Per i Ponti 16 milioni di partenze e 5,5 miliardi di spesa

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Quasi 16 milioni di partenze e una complessivamente circa 5,5 miliardi di euro: è il bilancio sui ponti di primavera fatto dall’Osservatorio Turismo Confcommercio in collaborazione con Swg. Un 1 milione di turisti faranno un viaggio di 6 pernottamenti o più a destinazione, unendo quindi le due festività. Se poi il meteo si stabilizzasse, in particolare per quel 30% circa che punta alle località balneari, questi valori potrebbero crescere ulteriormente, sfiorando i 20 milioni di partenze per circa 6 miliardi in termini di spesa.

Resta assolutamente maggioritaria, nel panorama complessivo dei due ponti, la scelta di strutture turistico ricettive per i pernottamenti a destinazione: tra il 55% e il 60% a seconda del periodo preso in considerazione, anche se, per quello del 1 maggio, raddoppia la percentuale di coloro che optano per affitti brevi (dal 6% al 12%).

La Festa della liberazione – che cade di giovedì e quindi configura un ponte particolarmente allettante – vedrà oltre 9 milioni di italiani in viaggio, circa un milione in più dello scorso anno, confermando quindi la buona performance della domanda interna di turismo che, da febbraio, sembra avere superato la fase di “stanca” che l’aveva contraddistinta per buona parte del secondo semestre dello scorso anno. Abbastanza concentrata la scelta delle destinazioni, con il 31% che opta per località della costa e un ulteriore 31% che punta invece a borghi, città e città d’arte, mentre 1 italiano su 10 preferisce la montagna.

Ma soprattutto, nel confronto con lo stesso periodo del 2023, aumenta di ben 6 punti percentuali la schiera di coloro che si spingono al di fuori della propria regione, restando comunque in Italia (il 47%) o andando all’estero (17%). Positive anche le previsioni per il ponte del primo maggio con quasi 7,5 milioni di italiani in viaggio, un milione dei quali però, come detto, in vacanza già dal 25 aprile.

Qui pesa di più, almeno per il momento, la variabile delle condizioni metereologiche: un’incertezza che si riversa sulla scelta delle destinazioni, con quelle balneari che scendono lievemente, passando al 26%, mentre borghi, città e città d’arte totalizzano complessivamente un 22%, 9 punti in meno del ponte della liberazione; terza tipologia di destinazione, le località di campagna, con una componente rilevante di seconde case, che realizza il 14% delle preferenze.

Stabile la montagna. Anche in questo caso aumenta, rispetto all’anno scorso, il raggio di spostamento degli italiani in viaggio: si riduce infatti di 12 punti percentuali (dal 51% al 39%) la quota di chi resterà vicino a casa o, comunque, nella propria regione, e aumenta di 14% quella di chi si recherà all’estero.

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Campi Flegrei, la terra trema ancora, epicentro a Bacoli

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Continuo a tremare la terra nei campi Flegrei: magnitudo 2.1, epicentro a Bacoli alla profondità di poco più di 2 km. Anche ieri erano state registrate delle scosse a Pozzuoli, poco più che strumentali ma pure avvertite dalla popolazione. Paura ma nessun danno. Pochi hanno deciso di scendere in strada anche a causa del maltempo che ha imperversato per tutta la notte con piogge forti e temporali.

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L’eredità di Totò diventa un brand: gli eredi regolamentano l’uso dell’immagine dell’artista

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Il celebre attore e poeta napoletano Totò, noto per la sua poesia “A Livella”, è diventato un’icona talmente amata da essere frequentemente rappresentata in ristoranti, pizzerie e su prodotti come le etichette di vino. Questo uso diffuso ha portato gli eredi dell’artista a decidere di intervenire per regolamentare e proteggere l’immagine del “principe della risata”.

Elena De Curtis, nipote di Totò, ha espresso preoccupazione per il modo in cui il nome e l’immagine del nonno vengono utilizzati: «Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine». Di fronte a questa situazione, gli avvocati degli eredi hanno iniziato a inviare comunicazioni legali a numerose attività commerciali in Italia, specialmente pizzerie che utilizzano il nome o l’immagine dell’artista.

Questo fenomeno non è limitato a un’area specifica ma si estende in varie città italiane, da Torino a Latina a Porto Ascoli. Tra i nomi di locali coinvolti figurano “Casa Totò”, “Totò e Peppino” e “A Livella”. Anche decorazioni come quadri e poesie che adornano le pareti di questi locali sono diventati oggetto di contenzioso.

L’intervento legale non si ferma solo a una questione di immagine, ma coinvolge anche il rispetto delle nuove normative. A seguito di un’ordinanza cautelare emessa a giugno 2023 dal Tribunale di Torino, è stato chiarito che l’utilizzo del nome e dell’immagine di Totò senza consenso costituisce un sfruttamento illegittimo. Gli eredi ora richiedono che non si usino più il nome e l’immagine dell’artista per fini commerciali e pubblicitari, eliminando ogni riferimento nei segni distintivi dei locali, dai siti web ai materiali di marketing.

In caso di inosservanza, il Tribunale di Torino ha stabilito il pagamento di una penale di 200 euro per ogni violazione constatata. Alcuni locali hanno già iniziato a cambiare insegna e nome per conformarsi a queste richieste, spesso sotto la guida di processi di mediazione legale.

La famiglia De Curtis, venuta a conoscenza dell’utilizzo non autorizzato del nome da parte della pizzeria “Alla casa di Totò” a Torino, ha sospeso tutte le attività che miravano alla creazione di un brand e di un format di ristoranti e pizzerie ispirati a Totò. Questo ha portato a una ricerca su scala nazionale per prevenire ulteriori usi non autorizzati del nome d’arte.

Il processo di regolamentazione, secondo gli eredi, è diventato essenziale. “Una regolamentazione a questo punto è assolutamente necessaria”, sottolinea la famiglia, non solo per proteggere l’eredità di Totò, ma anche per garantire che il suo nome e la sua immagine siano usati in modo rispettoso e appropriato.

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