Negli ultimi tempi, il settore dell’energia e degli idrocarburi in Russia ha fatto notizia per una serie di morti sorprendentemente inspiegabili di figure di spicco. Questi eventi hanno sollevato domande e sospetti, anche se non c’è alcun elemento che possa confermare un legame diretto tra queste morti e le loro posizioni aziendali o politiche. Tuttavia, ciò non ha impedito di gettare l’ombra del mistero su questi avvenimenti.
La Lukoil, la più grande compagnia petrolifera russa privata, è stata particolarmente colpita da queste tragedie. Il presidente della società, Vladimir Nekrasov, sessantaseienne, è stato il terzo dirigente di altissimo livello a lasciarci dal 2022. La sua morte è stata attribuita a un attacco di insufficienza cardiaca. Precedentemente, Ravil Maganov, il numero uno di allora, era morto nel settembre dell’anno scorso, precipitando dalla finestra di un ospedale moscovita.
Ancora più bizzarra è stata la morte di Aleksandr Subbotin, membro del consiglio di amministrazione di una sussidiaria della Lukoil. Nel maggio 2022, è stato trovato morto nella casa di uno sciamano in una cittadina vicino a Mosca. Secondo i testimoni, Subbotin era lì per cercare di guarire dalla sua dipendenza da alcool, ma lo sciamano gli aveva somministrato del veleno di rospo che, anziché guarirlo, lo ha ucciso.
Questi eventi sono diventati ancora più sospetti a causa del contesto in cui si sono verificati. Dopo l’inizio dell’Operazione militare speciale in Ucraina, il patron di Lukoil, Vagit Alekperov, aveva criticato la decisione di Vladimir Putin. Successivamente, Alekperov è stato incluso nella lista delle persone sanzionate dall’Occidente, il che ha portato alla sua rinuncia alla guida di Lukoil. Anche se non ci sono prove dirette di una connessione tra queste morti e le loro posizioni politiche o aziendali, alcuni si sono chiesti se le loro prese di posizione contro il governo russo abbiano suscitato interesse negli ambienti influenti.
Non è solo Lukoil a subire queste misteriose perdite. Nel settore dell’energia e degli idrocarburi, si sono verificate dieci morti in totale negli ultimi 18 mesi, di cui 17 erano dirigenti di alto livello. Le cause delle morti variano, comprese morti per infarto e incidenti che hanno coinvolto intere famiglie.
Questa serie di morti ha sollevato una serie di interrogativi e perplessità. Mentre alcuni potrebbero essere semplici coincidenze, altri sono rimasti sospetti. La morte del viceministro della Scienza, Pyotr Kucherenko, che aveva solo 46 anni e che è deceduto dopo essersi sentito male durante un volo, ha suscitato domande sulla sua posizione critica rispetto all’Operazione speciale in Ucraina.
L’annuncio della morte di Vladimir Nekrasov, presidente della Lukoil, non ha chiarito se soffrisse già di problemi cardiaci. La società ha semplicemente ricordato la sua lunga carriera nel settore, che ha iniziato giovanissimo, a soli 16 anni, ai tempi dell’Unione Sovietica.
Nonostante l’assenza di prove conclusive, queste morti insolite nel settore energetico russo continuano a destare preoccupazione e alimentare teorie del complotto. È fondamentale che le autorità russa approfondiscano queste indagini per fare chiarezza sulle circostanze che circondano queste tragiche perdite e per mantenere la fiducia nell’integrità del settore energetico russo.