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In un catalogo i geni di fertilità e longevità

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Sempre più persone scelgono di posticipare la nascita del primo figlio e, di conseguenza, diventa urgente studiare a fondo il legame fra riproduzione e invecchiamento. Anche per comprendere questi fondamentali collegamenti genetici è stato ora compilato il più vasto catalogo che fa luce sui geni alla base di fertilità e longevità, frutto dell’analisi di migliaia di dati archiviati in un ampio database di studi scientifici. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Ageing da ricercatori guidati dal Centro Leverhulme per le scienze demografiche dell’Università di Oxford, fornisce nuove informazioni su come il Dna umano scandisce i tempi biologici legati alla possibilità di avere figli, per gli uomini come per le donne, al ruolo che gli ormoni giocano nella riproduzione e all’arrivo della menopausa, fino alla durata della vita. “Esiste un compromesso tra riproduzione e longevità. A supporto di questa idea c’è il fatto che in alcune specie gli individui muoiono subito dopo l’accoppiamento”, dice Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata. “Questo studio è finalizzato alla caccia dei geni che regolano appunto questo compromesso. È emerso, come atteso, che i fattori genetici svolgono un ruolo significativo nel regolare e influenzare la fertilità. Per questa ragione – aggiunge – è fondamentale studiare e analizzare il Dna nelle coppie con problemi di infertilità o con storie familiari legate a tumori o altre patologie genetiche, oppure a squilibri ormonali non ben definiti e caratterizzati”.

Il gruppo di ricerca coordinato da Melinda Mills ha passato in rassegna 159 ricerche, indentificando 37 geni chiave. Uno di questi, chiamato Fshb, è risultato particolarmente importante: aiuta a regolare sia l’inizio del ciclo mestruale sia l’arrivo della menopausa e gioca un ruolo anche nel processo dell’invecchiamento. Il gene Fto, invece, già noto per essere strettamente associato con l’indice di massa corporea, il rischio di obesità e il diabete di tipo 2, si è rivelato collegato anche a molteplici caratteristiche riproduttive. Altri geni, poi, come quello identificato con la sigla Esr1, sono legati sia alla riproduzione che al rischio di sviluppare tumori: ad esempio, una pubertà anticipata o una menopausa che insorge più tardi possono aumentare la probabilità di sviluppare tumori sensibili ai livelli ormonali, come il cancro al seno, ma questi stessi tratti sono anche associati ad una vita più lunga. Ma lo studio non si è focalizzato solo sulla fertilità femminile. Sono infatti emersi geni come Dnah2, che hanno un ruolo sia nei livelli di testosterone che nella funzionalità degli spermatozoi, cosa che li rende cruciali per la salute maschile. “Spesso la salute riproduttiva maschile è poco studiata – afferma Vincent Straub di Oxford, co-autore dell’articolo – ma esplorando la genetica dell’infertilità maschile possiamo aprire a potenziali trattamenti per coloro che lottano con problemi riproduttivi”. “Con questa ricerca offriamo un quadro più chiaro di come i fattori genetici influenzano la salute riproduttiva. Ciò è essenziale – aggiunge Stefanía Benónísdóttir di Oxford e Università dell’Islanda, prima autrice dell’articolo – per il progresso dell’assistenza sanitaria, soprattutto quando si tratta di infertilità e invecchiamento riproduttivo”.

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Condannato a 30 anni per omicidio si nascondeva in B&B sul mare

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Lo hanno catturato i carabinieri, che si sono finti turisti, in un B&B in riva al mare nel Salento dove si era nascosto dopo una condanna definitiva a 30 anni di carcere per omicidio. È stato arrestato così Cosimo Mazzotta , 51 anni, leccese, latitante dallo scorso 8 marzo dopo che la sua condanna era stata confermata in via definitiva dalla Cassazione.

A trovarlo in un B&B di Torre Lapillo, nel comune di Porto Cesareo, sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale. Dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni una coppia di carabinieri, fintisi turisti, hanno prenotato una stanza vicina a quella del latitante e hanno avvisato le altre pattuglie che hanno circondato la struttura ricettiva e hanno fatto irruzione, cogliendo Mazzotta di sorpresa.

Il 51enne, che si era registrato con un nome falso, al momento dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori, ai quali ha raccontato che per non farsi scoprire aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata. L’uomo aveva con sè vari telefoni e diverse utenze telefoniche. La condanna a 30 anni di carcere era stata comminata dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto il 30 maggio del 2024, per l’omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, commesso il 17 marzo del 1999 del 21enne Gabriele Manca, coinvolto in contrasti legati allo spaccio di droga.

Il giovane fu assassinato in una zona di campagna a Lizzanello a pochi chilometri da Lecce. La vittima, secondo il quadro ricostruito dai carabinieri del ROS diciotto anni dopo il delitto, era stata uccisa a colpi di pistola sparatigli alle spalle mentre tentava la fuga da un commando di quattro persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione. Mazzotta è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio.

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Il padre picchia la madre, bambina di 11 anni chiama il 112

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A Bolzano una bambina di undici anni ha chiamato il 112 perché il padre stava picchiando la madre. Sul posto è intervenuta una pattuglia della Questura che ha arrestato l’uomo. Piangendo disperata, la bambina ha chiesto l’intervento urgente della Polizia per fermare il padre che stava massacrando di botte la mamma. Giunti immediatamente sul posto, i poliziotti si sono imbattuti in un uomo che in evidente stato di agitazione sin da subito ha iniziato ad assumere un comportamento ostile ed aggressivo nei loro confronti. Gli agenti con non poca fatica sono riusciti ad accedere all’interno dell’appartamento, nonostante l’uomo continuasse a minacciare di morte la moglie e la figlia. Dopo aver messo in sicurezza in un’altra stanza la donna e la bambina, gli agenti hanno cercato di placare l’ira dell’uomo – un bolzanino 50enne – il quale ha però minacciato di morte anche loro. Nel frattempo la donna ha riferito di continue aggressioni subite dal marito e di non aver mai sporto denuncia per paura delle ripercussioni e per non perdere l’affidamento della bambina.

Portata in ospedale per le cure del caso, la donna ha infine sporto denuncia. Portato in Questura, l’uomo ha continuato ad affermare che non appena fosse uscito da lì, le avrebbe trovate ed ammazzate moglie e figlia. A questo punto è scattato l’arresto per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi e minaccia a pubblico ufficiale. Il Questore Paolo Sartori, quindi, in considerazione della gravità di quanto accaduto, ha immediatamente emesso nei confronti dell’uomo la misura di prevenzione personale dell’ammonimento, disponendo altresì l’avvio della procedura per l’emissione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. “L’ intervento in soccorso dell’ennesima vittima di violenze domestiche è stato reso possibile grazie alla determinazione di questa bimba, il che ha consentito di evitare ben più tragiche conseguenze”, ha evidenziato Sartori.

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Calcio: arbitro Coppa del Re denuncia pressioni di Real Madrid Tv

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L’arbitro della finale di coppa del Re, domani sera a Siviglia tra Barcellona e Real Madrid, Ricardo de Burgos Bengoechea, ha puntato il dito contro la Tv del Real per la pressione che mette sui direttori di gara designati per le partita della squadra guidata da Carlo Ancelotti. Senza riuscire a trattenere le lacrime durante la conferenza stampa svoltasi alla vigilia, l’arbitro ha denunciato che “i video su Real Madrid TV ci mettono grande pressione e hanno anche gravi ripercussioni nella tua vita privata – ha detto -. Quando tuo figlio torna a casa da scuola piangendo perché gli dicono che suo padre è un ladro, è davvero dura. E’ una situazione assurda”.

De Burgos Bengoechea ha aggiunto che è il momento di “riflettere” sulla situazione attuale del calcio spagnolo, affermando che diversi suoi colleghi avevano deciso di scendere di categoria per non subire più la pressione dei massimi livelli. Il canale televisivo del Real Madrid produce ogni settimana dei video per screditare gli arbitri delle loro prossime partite. Ma la pressione è aumentata da febbraio, quando il club ha lanciato una guerra istituzionale contro un sistema arbitrale “completamente screditato” e un “sistema corrotto dall’interno” dopo le decisioni che la Liga ha preso nei suoi confronti. Il responsabile della Var, Pablo Gonzalez Fuertes, ha detto a sua volta che gli arbitri potrebbero prendere ulteriori provvedimenti sulle trasmissioni di Real Madrid TV. “Non c’è dubbio che dovremo iniziare ad adottare misure molto più serie Faremo la storia, perché non continueremo a sopportare quello che stiamo sopportando”, ha affermato, senza approfondire.

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