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In attesa dei colpi, è calciomercato di tecnici e ds

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In attesa che si concluda il grande valzer delle panchine e dei direttori sportivi, il calcio-mercato italiano stenta a decollare. Le attenzioni sono tutte sui campioni di Italia del Napoli: dopo l’addio di Luciano Spalletti, il presidente Aurelio De Laurentiis è ancora alla ricerca di un sostituto all’altezza. Nel novero dei “papabili” non c’è più Vincenzo Italiano che resterà alla guida della Fiorentina anche la prossima stagione. L’ufficialità arriverà soltanto domani ma il presidente Rocco Commisso e la dirigenza viola hanno lasciato trapelare che la riconferma è cosa fatta. Potrebbe, invece, andar via Sofyan Amrabat che vuole “monetizzare” le semifinali mondiali raggiunte con il Marocco e la finale di Conference League con la Viola. Salgono, invece, le quotazioni di Rudi Garcia a Napoli.

Secondo Le Parisien, l’allenatore francese, alla guida della Roma dal 2013 al 2016, potrebbe fare ritorno in serie A proprio con i partenopei. Dalla sua, il tecnico ha un palmares di tutto rispetto: campionato francese con il Lille nel 2011, finalista in Europa League con il Marsiglia nel 2018 e in Champions con i Lione nel 2020. Ma il Napoli deve fare i conti con il braccio di ferro in corso tra lo stesso De Laurentiis e Cristiano Giuntoli che rende più complessa la sessione di mercato. Al momento non è chiaro chi gestisca acquisti e cessioni. Tema simile in casa Lazio, dove l’addio di Igli Tare ha aperto di fatto un nuovo ciclo per i biancazzurri. Sarri non vuole sfigurare in Champions e ha chiesto a Claudio Lotito di puntellare la squadra. Piacciono Berardi e Frattesi del Sassuolo ma, se per il primo una trattativa può aprirsi, più complessa quella su Frattesi. Il giocatore è pronto a cedere alla corte della Juventus ma il club emiliano non vuole fare sconti a nessuno. Rimanendo nella capitale ma su sponda giallorossa, Mourinho è stato chiaro: servono maggiori investimenti da parte della società. La Roma al momento sta “dragando” tra i giocatori a parametro zero. Tra questi c’è il difensore ivoriano Evan N’Dicka per il quale la trattativa è quasi chiusa. La Juventus, come detto, è molto attiva ma ha perso molto appeal perché non partecipa alla Champions, inoltre ci sono forti dubbi sul futuro e pesa molto il mancato arrivo – almeno per il momento – di un ds di esperienza come Giuntoli. Le milanesi, invece, vivono situazioni contrapposte. Il Milan sta attraversando una rivoluzione. L’addio di Maldini comporta un cambio di strategia sul mercato.

Al momento il colpo è stato la riconferma di Leao. Piace lo svincolato Youri Tielemans (Leicester), mentre il Real Madrid dovrebbe riprendersi Brahim Diaz. Non si registrano colpi tra le medie e piccole società. Amche perché si attende l’esito dello spareggio per la permanenza in A tra La Spezia e Verona: interessano molti giocatori delle due squadre che non vorrebbero giocare in serie cadetta il prossimo anno. Il Monza è la squadra più attiva e parte dalla riconferma del tecnico Raffaele Palladino. Dovrebbe rimanere sulla panchina della Salernitana, Paulo Sousa che ha chiesto però di blindare Boulaye Dia. Il Bologna ha molti giocatori che piacciono alle big, mentre l’Empoli è alle prese con le conferme dei suoi giovani talenti. Rivoluzione in casa Lecce, dove la società ha dato piena fiducia all’allenatore Baroni. Fuori da ogni discorso, invece, l’Inter. Il mercato vero e proprio inizierà soltanto dopo la finale di Istanbul. Qualche campione, ormai avanti con gli anni, potrebbe lasciare: Dzeko avrebbe ricevuto un’offerta dall’Arabia Saudita. Riad vuole attrarre grandi campioni per rilanciare le proprie ambizioni di ospitare i Mondiali del 2030. In tal senso, è suonato come uno smacco il “no” di Leo Messi che ha preferito l’offerta dell’Inter di Miami. In Florida potrebbe raggiungerlo anche Sergio Busquets. Il centrocampista del Barcellona, dopo 15 stagioni ha detto addio ai blaugrana, e potrebbe andare proprio nella squadra della “pulce”.

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Poker del Sassuolo alla Juventus al suo primo ko in campionato

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Partita storta per i bianconeri che rimediano il primo ko del campionato contro un Sassuolo tonico che nonostante la vittoria netta per 4-2 può anche recriminare per le occasioni da gol sciupate.

La Juventus inizia con piglio ed aggressività al Mapei ma poi è Lauriente ad andare in vantaggio grazie ad un errore di Szczesny, poi la Juve trova il pareggio con l’autorete di Vina ma al 41. Berardi riporta avanti il Sassuolo. Nella ripresa è Chiesa a pareggiare al 78. ma il risultato dura poco perchè stavolta è Pinamonti a porare avanti la squadra di casa ma non è ancora finita e a tempo quasi scaduto, al 95. arriva la clamorosa autorete di Gatti chefissa ilrisultato sul 4-2 per il Sassuolo.

 

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Lampo di Leao e il Milan prende i 3 punti col Verona

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Dopo la pioggia, arriva l’arcobaleno. Il Milan, in maglia multicolor, vince con Leao e supera il Verona, passando dal diluvio all’ultima di campionato, il derby poi perso con l’Inter, e la grandine poco prima della partita con l’Hellas. La partita slitta di 25 minuti, poi Pioli al 90′ irriga di tre punti la classifica grazie anche al nuovo schieramento. Che mette due esterni ad arare le fasce e abbandona la difesa a quattro che dallo 0-4 di Napoli era stato il riferimento pressoché unico per i rossoneri. Ma che il Verona per il Milan sia incrocio particolare – anche dopo la sorpresa dell’addio al calcio di Ibra dello scorso anno – non lo dice solo la contingenza, con le assenze per infortunio di Calabria e Theo Hernandez. E la rivalità delle tifoserie si incendia già durante il minuto di silenzio per Giorgio Napolitano e Giovanni Lodetti. I cori degli scaligeri in un San Siro raccolto, la risposta della Sud e i maxischermo dello stadio che inquadrano Pioli che scuote leggermente la testa.

Almeno fino all’applauso che parte da Florenzi e dagli altri giocatori a centrocampo e che coinvolge poi tutto lo stadio, azzittendo ogni altro rumore. Il boato, però, non tarda a farsi sentire. È infatti il minuto 8 quando Folorunsho gioca una palla sporca che mette nei guai Hien, finché Giroud lancia nello spazio Leao. Il 10, fascia al braccio, risponde così a quel tacco che aveva vanificato il possibile 1-0 con il Newcastle in Champions, martedì: allungo a campo aperto e rasoterra che supera Montipò e vale il vantaggio milanista. Folorunsho cerca di farsi perdonare al minuto 20 e per poco non ci riesce: bella sterzata su Reijnders, palla a Terracciano che con un tocco sotto d’esterno destro ritrova il colpo di testa in tuffo dello stesso centrocampista. Sportiello, proprio come era accaduto con Longstaff in coppa, vola e a mano aperta dice di no. Con un 20 per cento di possesso palla in più per i padroni di casa, la prima metà gara regala poco altro e rimanda a dopo l’intervallo per nuove annotazioni sul taccuino delle azioni degne di nota. Complice un ritmo più basso e un baricentro più alto degli ospiti, il Milan arretra e Bonazzoli all’11’ raccoglie una torre in area e in girata regala il mezzo voto in più a Sportiello.

Che innesta la ripartenza di Leao, servito a campo aperto da Florenzi, che se non concretizza ha però l’effetto di dimostrare quanto il Milan debba nella prima metà della ripresa debba affidarsi alle ripartenze. Pioli perde Krunic per un problema muscolare (dentro Loftus-Cheek, uscito per crampi contro gli inglesi) e trova un giallo, dopo il contatto tra Hien e proprio Loftus-Cheek in area, sul quale Maresca fa cenno di proseguire. In area ci entra e calcia bene a rete Pulisic, al 27′, con Montipò ancora ben posizionato. Nel far ruotare gli 11, il Milan riprende il pallino e non lascia sino al triplice fischio: esordio in A per Bartesaghi, in staffetta con Florenzi, poi nel finale spazio anche a Okafor, in campo insieme a Jovic. Bravissimo a lanciare Musah, che sbatte di nuovo contro Montipò. Nel recupero, altra gran giocata di Okafor per Jovic, che sbatte sull’estremo portiere veronese. Sul cielo di San Siro, non c’era già più traccia di nuvole.

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Garcia: Napoli a Bologna per vincere e recuperare punti

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La vittoria in Champions sul campo del Braga non ha dissipato i dubbi sulla tenuta del Napoli e Rudi Garcia è costretto ancora a confrontarsi indirettamente con la figura di Spalletti e con i record della squadra dominatrice dello scorso campionato. L’allenatore francese, però, resiste a ogni forma di coinvolgimento emotivo e guarda solo avanti. Oggi ciò che è oggetto della sua concentrazione è solo la partita con il Bologna.

“Dobbiamo recuperare fuori casa i punti persi in casa con la Lazio. Per questo – dice – andiamo domani a Bologna per vincere. Sappiamo è una buona squadra, guidata da un buon allenatore che ammiravo anche da giocatore e che sta facendo molto bene. Loro hanno ottime qualità, ma noi abbiamo recuperato bene le forze in questi quattro giorni e siamo concentrati per ottenere il risultato”. Il tecnico francese è moderatamente contento di ciò che la sua squadra ha fatto vedere fino ad ora, ma si aspetta miglioramenti. “Un club come il Napoli – spiega – deve giocare la Champions ogni anno e per farlo deve finire tra le prime quattro. Ma quando sei il campione d’Italia l’ambizione è difendere con gli artigli lo scudetto che abbiamo sul petto. Per il momento siamo quinti e non ci va.

Comunque dobbiamo solo concentrarci sulla partita di domani. Immagino di poter alcuni cambi rispetto alla partita con il Braga ma la squadra non sarà stanca e dunque possiamo anche pensare di ripartire con gli stessi uomini e fare qualche cambio in corsa”. Con De Laurentiis non ci sono stati chiarimenti, né richieste di spiegazioni per l’andamento altalenante, ma Garcia sottolinea che sente l’ambiente attorno a sé solidale e non avverso. “Ogni volta che incontro i tifosi in città – spiega il tecnico – mi incoraggiano, dicono che sono con me.

Lavoriamo per migliorare ogni giorno. La partita a Braga l’abbiamo vinta in modo meritato ma era possibile fare più gol e forse questa cosa non avrebbe aperto la possibilità di vedere il bicchiere mezzo vuoto quando invece è mezzo pieno perché vincere fuori casa in Champions non è mai una cosa normale”. “Aspettiamo il Real – aggiunge – ma pensiamo al pane quotidiano che è molto importante. Non siamo contenti perché siamo quinti e vogliamo entrare nei prima quattro e per questo dobbiamo vincere domani a Bologna”. Il rendimento della squadra è stato condizionato anche dai numerosi infortuni, l’ultimo dei quali, proprio oggi, ha messo fuori uso Juan Jesus.

A Bologna mancherà anche Rrahmani e in difesa i numeri sono contati. “Amir – dice Garcia – è uno dei nostri punti forti. Ma io sono contento di aver convinto Ostigard che voleva andare via a restare, perché è forte di testa. Un po’ di fortuna l’abbiamo avuta, ma anche un po’ di sfortuna. Non ci lamentiamo di niente”. Insomma a Bologna ci potrebbero essere novità in formazione. “Ci saranno alcune novità – ammette Garcia – servirà dare freschezza durante la partita alla squadra”.

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