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In arrivo 10 mln dosi, dopo Ferragosto sprint giovani

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Un ulteriore cambio di passo dopo Ferragosto. Una campagna vaccinale che potra’ mantenere pigiato il piede sull’acceleratore anche grazie all’arrivo, dall’inizio della prossima settimana, di altre 10 milioni di dosi. Una disponibilita’ che permettera’, come afferma il Commissario per l’Emergenza Francesco Figliulo, di continuare la campagna su ritmi che appaiono gia’ “ottimi”. Allo stato sono quasi 72 milioni le somministrazioni effettuate in Italia, alla luce dei 74 milioni e mezzo di sieri distribuiti. L’obiettivo, in vista delle riaperture di settembre e dell’avvio dell’anno scolastico, resta l’immunita’ di gregge: entro la fine del mese prossimo raggiungere l’80% della popolazione vaccinata. “Per bloccare la Delta e altre varianti e’ importante aumentare il tasso di vaccinazioni a livello globale – ha detto il generale durante la visita in Basilicata -. In Italia siamo, come prime dosi, al 69% e circa al 64% di vaccinati. E dobbiamo continuare a correre”. In particolare per raggiungere l’obiettivo del 60% di studenti vaccinati prima dell’inizio delle scuole, la struttura commissariale sta prendendo in considerazione la possibilita’ di varare un Piano che possa, dopo il prossimo week-end di Ferragosto, consentire ai giovani corsie preferenziali, quindi senza prenotazioni. Si sta valutando il format da utilizzare, attraverso video e social network, coinvolgendo anche influencer, alla luce della campagna gia’ avviata su Tik Tok. Per Figliuolo bisogna comunque “continuare a pensare anche agli over 50 perche’ e’ una categoria che ha bisogno di incrementare numeri di vaccinati e oggi con le varianti rimane piu’ a rischio”. Nella fascia di eta’ compresa tra i 50 e i 59 anni ad oggi oltre due milioni e 200mila persone non hanno ricevuto alcuna dose di siero, pari al 23,39%. L’attenzione si sposta quindi sul territorio e sulle Regioni, su quelle che sono ancora indietro. Sotto la lente, in particolare la Sicilia, Provincia autonoma di Bolzano, Calabria e Sardegna. Sull’altro fronte, tra le Regioni virtuose, vanno meglio Lombardia, Lazio e Puglia. Le prossime sei settimane si annunciano decisive. Le regioni si attrezzano con open day, come nel caso della Liguria, ma c’e’ anche chi fa leva sulla fede calcistica. Nella Capitale e’ stata lanciata l’iniziativa “Torniamo allo stadio, vacciniamoci!”, organizzata da Roma e Lazio per rientrare “in sicurezza allo stadio”. Nello specifico ai primi 400 tifosi giallorossi che si prenoteranno il 12 agosto e ai primi 250 tifosi biancocelesti che si prenoteranno il 13 agosto per effettuare la vaccinazione presso l’hub La Vela verra’ dato in regalo un gadget ufficiale della propria squadra del cuore. C’e’ chi punta anche a prendere per gola chi decide di ricevere il siero. Il Piemonte offrira’ un gelato ai giovani che la vigilia di Ferragosto si vaccinano. La Regione ha organizzato uno speciale open day, al Valentino di Torino, per i 12-19enni. A Cortina d’Ampezzo domani serata di ‘vaccini sotto le stelle’: sara’ attivato in orario serale un punto vaccinale in modalita’ drive-in, nel piazzale davanti allo stadio del Ghiaccio. Infine hanno raggiunto quota 66.125 le somministrazioni ai detenuti, mentre sono 24.106 i poliziotti penitenziari avviati alla vaccinazione cosi’ come 2.631 appartenenti al personale amministrativo e dirigenziale dell’amministrazione penitenziaria, che in tutto comprende 4.021 addetti.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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