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Esteri

Il sacrestano diventato milionario con le “offerte rubate”

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Si intascava le offerte dei fedeli. E’ stato condannato a 18 mesi di carcere con la condizionale Georges C., il sacrestano della chiesa di Saint-Germain-des-Pre’s, la piu’ antica di Parigi. E’ qui, nel cuore della rive gauche, a due passi dal Cafe’ de Flore e Les Deux Magots, che sorge uno delle zone piu’ chic di Parigi. Con offerte in genere all’altezza della nomea del quartiere divenuto negli anni economicamente proibitivo, tanto che nei cestini puo’ capitare di trovare biglietti da 50 o 100 euro. Ma l’abbazia gotica e’ anche frequentatissima dai turisti, almeno prima che la pandemia frenasse la libera circolazione in Europa. Giunto dalla Siria alla fine degli anni Ottanta Georges C. divenne amico del parroco, che propose un lavoro a lui e alla moglie. Mentre lui si occupava di sorvegliare le funzioni, di preparare gli oggetti liturgici, fiori, ceri, campane, la consorte si attivava ai fornelli per i sacerdoti. Secondo quanto scrive il quotidiano Le Monde, la coppia disponeva di un alloggio ‘di servizio’ e intascava circa 4.000 euro di stipendio mensili. La parrocchia si fidava ciecamente di lui. E’ per questo che assieme ad un collega gli fu affidato, tra l’altro, di conteggiare le offerte. Presso il suo domicilio, sono state rivenute diverse somme di denaro, tra cui molte valute estere. Dagli estratti conto sono risultati bonifici per oltre 100.000 euro per il solo anno 2017. Nove i veicoli intestati a suo nome, tra cui un’Audi cabriolet, una Peugeot 508, una Renault Espace e due caravan. La coppia risulta inoltre proprietaria di quattro appartamenti a Parigi, di un altro a Charenton-le-Pont (Val-de-Marne), di una residenza a Palaiseau (Essonne). Ma Georges C. e’ anche membro di quattro societa’, di cui una nel campo degli “additivi petroliferi”. L’inizio della fine comincia nel novembre 2017, quando il parroco ha l’impressione che le offerte dei fedeli sono in forte in calo. I sospetti vanno subito verso Georges C.. La polizia viene avvertita, un ufficiale giudiziario fotografa i sacchi con i soldi prima che lui le conteggi, ignaro di tutto, le matrici delle banconote annotate e discretamente segnate con un tratto verde. Fermato all’uscita dalla chiesa dagli agenti in borghese, Georges C. sorpreso con 490 euro, di cui 320 marchiati di verde. Dinanzi al tribunale, mercoledi’, il sessantaduenne imputato ha riconosciuto il furto dei 320 euro. “Il parroco aveva messo mia moglie part-time dopo 17 anni servizio. Volevo solo vendicarmi, niente di piu”, ha dichiarato,. Quanto al resto, ha proseguito, “sono furbo, so trovarmi delle occasioni”. Ha garantito che le auto sono state acquistate attraverso canali particolari non sul mercato e che anche gli appartamenti sono stati acquisiti a basso costo. Un anno dopo il suo licenziamento, gli introiti delle offerte sono comunque aumentati di 80.000 euro. E’ l’unico danno che la parrocchia reclama all’imputato per l’anno 2017. Geroges C. e’ stato condannato a 18 mesi di carcere con la condizionale. Le auto sono state sequestrate. Alla diocesi di Parigi dovra’ rimborsare danni per 75.000 euro. Dal suo licenziamento, l’ex sacrestano lavora in una pompa di benzina nella banlieue di Parigi: 1.260 euro al mese a cui si aggiungono i 900 euro della moglie in sussidi di disoccupazione. (ANSA). Z04 25-MAR-21 18:51

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Processo Maradona, la testimonianza shock di Villarejo: “Sedato senza esami. Ricovero in terapia intensiva trasformato in caos”

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Nel quattordicesimo giorno del processo per la morte di Diego Armando Maradona, ha deposto il dottor Fernando Villarejo, responsabile della terapia intensiva della Clinica Olivos, dove il campione fu operato per un ematoma subdurale il 2 novembre 2020, appena 23 giorni prima della sua morte.

Villarejo, 67 anni, con oltre 40 anni di esperienza, ha dichiarato davanti ai giudici del Tribunale Penale Orale n. 3 di San Isidro che Maradona fu operato senza alcun esame preoperatorio, esclusivamente per volontà del suo medico di fiducia, il neurochirurgo Leopoldo Luque, nonostante non vi fosse, secondo i medici della clinica, alcuna urgenza immediata.

Trattamento per astinenza e decisione di sedazione

Tre giorni dopo l’intervento, Villarejo partecipò a un incontro con la famiglia e i medici curanti. Fu allora che Luque e la psichiatra Agustina Cosachov confermarono che l’obiettivo era trattare i sintomi di astinenza da sostanze e alcol.

«Maradona era ingestibile, difficile da trattare dal punto di vista comportamentale», ha riferito Villarejo, aggiungendo che Luque e Cosachov ordinarono di sedare il paziente, consapevoli dei rischi: depressione respiratoria, complicazioni infettive, cutanee e nutrizionali. La sedazione iniziò il 5 novembre e durò poco più di 24 ore, finché lo stesso Villarejo decise di ridurla, vista l’assenza di un piano preciso.

Il caos in terapia intensiva: “Potevano entrare con hamburger o medicine”

Il medico ha denunciato un clima caotico nel reparto: «Troppe persone in terapia intensiva, potevano portare hamburger o qualsiasi altra cosa. È stato vergognoso, scandaloso». Ha poi ammesso: «Mi dichiaro colpevole, ero una pedina su una scacchiera con un re e una regina», riferendosi al peso dell’ambiente vicino a Maradona.

Ricovero domiciliare e responsabilità

Villarejo ha raccontato che il ricovero presso la clinica non era più sostenibile. Fu deciso il trasferimento a casa, dove secondo l’ultima pagina della cartella clinica, fu la famiglia a chiedere l’assistenza domiciliare, sostenuta da Luque e Cosachov.

In aula ha testimoniato anche Nelsa Pérez, dipendente della società Medidom incaricata dell’assistenza a casa Maradona. Pérez ha ammesso che, secondo lei, in Argentina non esistono ricoveri domiciliari, ma che il termine viene usato per semplificazione. La testimone ha nominato Mariano Perroni come coordinatore dell’équipe, composta dagli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almirón.

Tensione in aula: accuse di falsa testimonianza

Le affermazioni di Pérez hanno generato momenti di alta tensione in aula. Gli avvocati Fernando Burlando e Julio Rivas hanno chiesto la detenzione della testimone per falsa testimonianza, ma i giudici hanno rigettato la richiesta.

Nel corso del controinterrogatorio, Pérez ha confermato che non fu ordinato alcun monitoraggio dei parametri vitali, ma che veniva comunque effettuato dall’infermiera per scrupolo, a causa di precedenti episodi di tachicardia.

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Esercito libanese: smantellato il 90% delle strutture di Hezbollah nel sud Libano

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L’esercito libanese ha smantellato “oltre il 90 per cento” dell’infrastruttura militare del gruppo filo-iraniano Hezbollah nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele, ha dichiarato un funzionario all’Afp. “Abbiamo completato lo smantellamento di oltre il 90 percento delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani”, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, a condizione di mantenere l’anonimato. L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah libanese prevede lo smantellamento delle infrastrutture di Hezbollah.

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Guterres ‘inorridito’ dagli attacchi in Darfur

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  Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “è inorridito dalla situazione sempre più catastrofica nel Darfur settentrionale, mentre continuano gli attacchi mortali alla sua capitale, Al-Fashir”. Lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq. La città nel Sudan occidentale è sotto assedio da parte delle Forze di Supporto Rapido paramilitari, guidate dal generale Mohamed Hamdan Daglo, che da due anni combattono contro l’esercito del generale Abdel Fattah al-Burhan. Il portavoce ha riferito che Guterres ha anche espresso preoccupazione per le segnalazioni di “molestie, intimidazioni e detenzione arbitraria di sfollati ai posti di blocco”. In questa situazione, l’entità dei bisogni è enorme, ha sottolineato Haq, citando le segnalazioni di “massacri” avvenuti negli ultimi giorni a Omdurman, nello stato di Khartoum.

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