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Il ritorno di Medvedchuk, ‘ora sfido Zelensky’

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Le manette ai polsi, i capelli in disordine, con indosso una divisa mimetica ucraina. Viktor Medvedchuk sembrava un uomo finito nelle immagini diffuse da Kiev dopo il suo arresto, nell’aprile dello scorso anno. Ma nove mesi dopo, tornato libero e rifugiatosi a Mosca grazie a uno scambio di prigionieri eccellenti, l’ex leader dell’opposizione filorussa ucraina torna a lanciare il guanto di sfida a Volodymyr Zelensky, annunciando che sta lavorando a un nuovo raggruppamento in rappresentanza di “un’altra Ucraina”. Quella che a suo dire è contraria al “neonazismo” promosso dall’attuale presidente.

Per tornare a farsi sentire, dopo la liberazione avvenuta lo scorso settembre, Medvedchuk ha scelto i microfoni di Russia Today. E difficilmente poteva essere altrimenti. Il politico e uomo d’affari – con una fortuna stimata in diverse centinaia di milioni di euro – ha infatti un legame molto stretto con il presidente russo Vladimir Putin, che ha fatto anche da padrino di battesimo a sua figlia. “Ho passato tutti questi mesi – ha annunciato Medvedchuk – a mettere insieme una squadra. Molte persone sono venute da Kiev, molte ora sono fuori dall’Ucraina, in Russia, in Europa e in Turchia. Sono pronte a continuare la lotta e a farsi sentire”.

Medvedchuk, 69 anni, già presidente della piattaforma dell’opposizione Per la Vita, messa al bando dalle autorità di Kiev lo scorso anno con altri dieci movimenti, era stato posto agli arresti domiciliari nel 2021 per sospetti di tradimento. Dopo l’ingresso delle truppe russe in Ucraina, il 24 febbraio del 2022, era fuggito, ma in aprile era stato nuovamente catturato e mostrato alle telecamere dalle autorità di Kiev, che avevano ben presto fatto capire di essere pronte ad usarlo come preziosa moneta di scambio. E infatti, dopo lunghe trattative, l’oppositore è stato liberato insieme a 54 soldati russi in cambio di 215 ucraini, compresi oltre 100 miliziani del battaglione Azov. Medvedchuk ha chiarito che sua intenzione non è insediare un governo in esilio, perché, come altri del passato, sarebbe destinato “a rimanere in esilio”. “Ciò di cui abbiamo bisogno – afferma – è distruggere l’ideologia di Zelensky”. Un’ideologia, sostiene ancora l’oppositore, che ha dato vita a “una macchina repressiva, un regime che ha smantellato la democrazia e la legalità” e che si basa solo sulle “istruzioni di Zelensky e del suo circolo criminale”.

Ma molti in Ucraina, anche se non parlano per paura, credono in un’Ucraina che non sia antirussa, “un’Ucraina non banderista”, afferma Medvedchuk, riferendosi all’eroe nazionalista anti-sovietico Stepan Bandera, che durante l’invasione nazista si alleò con Hitler. Sulla strada di un ritorno alla vita politica di Medvedchuk resta un ostacolo apparentemente insormontabile: il 10 gennaio scorso Zelensky gli ha tolto la cittadinanza ucraina e tre giorni dopo il Parlamento lo ha espulso insieme ad altri tre oppositori. Ma lui afferma di essere ancora ucraino e nega di avere anche un passaporto russo. E’ vero, ammette, che alcuni membri della piattaforma Per la Vita “hanno cambiato fronte e adesso sostengono Zelensky, il nostro nemico. Ma ciò non significa che ci dobbiamo arrendere. Come vedete – conclude – io non mi sono arreso”.

 

 

 

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Russia, respinto attacco di droni ucraini contro Mosca

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La Russia ha dichiarato stanotte di aver sventato un attacco di droni ucraini contro Mosca, pochi giorni prima delle celebrazioni del 9 maggio per la vittoria sulla Germania nazista nel 1945. Non è la prima volta che la capitale russa è bersaglio di simili operazioni di Kiev, sebbene rimangano rare. Il sindaco Sergei Sobyaninen ha dichiarato su Telegram che le difese aeree hanno “respinto un attacco di quattro droni diretti verso Mosca” senza causare “danni o vittime”.

L’attacco dei droni ucraini avviene pochi giorni prima della parata militare del 9 maggio nella Piazza Rossa, alla quale si prevede parteciperanno il presidente cinese Xi Jinping, il suo omologo brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e altri partner e alleati di Mosca. La commemorazione della vittoria sulla Germania nazista, avvenuta esattamente 80 anni fa il 9 maggio, è fondamentale per la narrativa patriottica del Cremlino, che insiste sul fatto che il conflitto armato contro l’Ucraina è una continuazione di quello contro Berlino durante la Seconda guerra mondiale.

In occasione delle celebrazioni del 9 maggio, il presidente russo Vladimir Putin ha proposto all’Ucraina una tregua di tre giorni, dall’8 al 10 maggio, allo scopo, a suo dire, di testare la volontà di Kiev di raggiungere la pace. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato domenica di “non credere” che la Russia rispetterà la tregua. I colloqui separati tra Mosca e Kiev, guidati da Washington, sono in corso da oltre due mesi e finora faticano a produrre risultati nella ricerca di una soluzione al conflitto scatenato dall’attacco russo all’Ucraina nel febbraio 2022.

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Trump riapre Alcatraz: “Ospiterà i criminali più spietati d’America”

Donald Trump ordina la ricostruzione e riapertura del carcere di Alcatraz. “Ospiterà i criminali più violenti d’America”, ha dichiarato su Truth.

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Il presidente americano annuncia su Truth il ritorno della famigerata prigione federale: sarà ampliata e usata per i detenuti più pericolosi

Donald Trump ha annunciato ufficialmente di aver ordinato la ricostruzione e la riapertura del carcere federale di Alcatraz, l’ex penitenziario simbolo della durezza del sistema carcerario americano, situato su un isolotto nella baia di San Francisco e chiuso dal 1963.

Con un post pubblicato su Truth Social, Trump ha dichiarato che la nuova Alcatraz ospiterà “i criminali più spietati e violenti d’America“. Il presidente ha inoltre anticipato che il complesso sarà “sostanzialmente ampliato” rispetto alla struttura originale, rimasta celebre per aver ospitato gangster del calibro di Al Capone e per la sua reputazione di carcere inespugnabile.

La scelta ha già provocato reazioni contrastanti negli Stati Uniti: un’operazione simbolica dal sapore fortemente propagandistico, che richiama l’idea di legge e ordine tanto cara alla narrazione trumpiana, soprattutto in vista delle prossime elezioni.

Non sono ancora stati diffusi dettagli tecnici né un cronoprogramma ufficiale per la ricostruzione. Ma l’annuncio rilancia l’uso di Alcatraz come deterrente mediatico, riportando nell’attualità una prigione che da sessant’anni era diventata solo un’attrazione turistica.

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Romania, il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan al ballottaggio contro George Simion

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Sarà il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan lo sfidante del candidato di estrema destra George Simion (nella foto) al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Romania, secondo i risultati quasi definitivi del voto di ieri. Con il 99% delle schede scrutinate il leader del partito nazionalista Aur e sostenitore del presidente americano Donald Trump ha ottenuto il 40,5% dei voti e se la vedrà ora nel secondo turno con Dan, balzato al secondo posto con il 20,9% delle preferenze contro il 20,3% del candidato della coalizione di governo Crin Antonescu.

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