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Napoli

Il premio Leone d’ Oro a “Mimì alla Ferrovia”, tempio della ristorazione di Napoli da 75 anni

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“Mimì alla Ferrovia” non è semplicemente e banalmente un ristorante. Non è solo un posto in cui si mangia meravigliosamente. “Mimì alla Ferrovia” a Napoli è per chiunque ci va, la cucina di casa. Sì, la cucina di mamma, la cucina di nonna, la cucina tradizionale tipica napoletana e italiana. È come stare seduto a casa in famiglia e mangiare in una ambiente accogliente, caldo, familiare. Negli anni dei masterchef e degli aspiranti chef, il ristorante di Mimì alla Ferrovia non indugia nello spettacolo, è la tradizione della cucina italiana. Ristoratori non da tv o improvvisati ma di lunghissima e consolidata tradizione. I Giugliano sono dal 1943, quando ancora infuriava la guerra, un punto di riferimento della gastronomia e della ristorazione a Napoli, al Sud. “Mimì alla Ferrovia” è gestito dai cugini Michele & Michele Giugliano e dai loro figli, lo chef Salvatore e la manager Ida, che si occupa anche delle relazioni esterne ed istituzionali dell’azienda. Che ha un altro gioiello della ristorazione a Napoli, in collina, al Vomero, meta della buona borghesia  e soprattutto dei calciatori del Napoli. Parliamo del ristorante “D’Angelo Santa Caterina” in via Aniello Falcone, con vista mozzafiato sul golfo di Napoli.

Il Leone d’Oro. Premio ritirato a Montecitorio da Michele e Salvatore Giugliano

E per i Giugliano, la famiglia titolare del marchio “Mimì alla Ferrovia” è arrivato l’ennesimo  importante riconoscimento. Questa volta è il comitato del gran premio internazionale “Leone d’Oro di Venezia”, che ogni anno seleziona le aziende che con la loro attività hanno contribuito alla crescita dell’economia italiana, che ha premiato i titolari del ristorante “Mimì alla Ferrovia”. La cerimonia si è svolta a Roma, Sala della Regina,  presso la Camera dei Deputati. È qui, in questo luogo istituzionale, che il patron Michele Giugliano e lo chef Salvatore Giugliano hanno ritirato la prestigiosa pergamena come riconoscimento speciale alla carriera e la nomination per partecipare alla selezione per la “Targa del Leone d’Oro”. Quale è il segreto del successo? “Più che segreto parlerei di ricetta semplicissima – spiega Salvatore Giugliano. Ogni giorno manteniamo le radici ben salde nella tradizione con la proposta di ricette classiche e al contempo ci sforziamo di avere una visione chiara anche verso i nuovi orizzonti gastronomici, per riuscire a soddisfare ogni ospite, amico di Mimì, come accade da ben settantacinque anni” conclude Salvatore.

La cucina di Mimì alla Ferrovia. Lo chef nel suo regno

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Cronache

Morto Massimo Milone, fino a poco fa direttore di Rai Vaticano

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È morto Massimo Milone, il giornalista aveva 67 anni. È stato stroncato da un malore improvviso nella sua casa di Napoli. La notizia è stata data dal quotidiano Roma. Milone era da poco in pensione dall’incarico di Direttore di Rai Vaticano. Prima era stato caporedattore centrale della Rai di Napoli per circa 10 anni. In precedenza aveva seguito alcuni dei più importanti avvenimenti come inviato della Rai: dal terremoto in Irpina dell’80 alla prima intervista a Cristiana Sinagra quando nacque Diego Maradona Junior. Dal 2002 al 2008 è stato anche presidente dell’Unione cattolica stampa italiana. Poi ha seguito i viaggi del Papa in molti paesi esteri ed ha scritto numerosi libri. I funerali domani a Napoli. Alla famiglia di Massimo le condoglianze della redazione di Juorno e del direttore.

 

La foto di Massimo Milone è tratta dal post dell’Ucsi

 

 

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Cronache

Dopo 45 anni recuperati dai Carabinieri 4 preziosi pastori del presepe

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Dopo 45 anni i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli hanno recuperato 4 preziosi pastori napoletani del ‘700 rubati da un presepe.

Le preziose statuine erano state rubate da un presepe allestito nel Natale del 1978 all’interno della chiesa di Santa Maria la Nova. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, hanno acclarato la vendita di una parte dei pastori oggetto di furto attraverso una nota casa d’aste partenopea, mentre altri pastori sono stati pubblicizzati, evidentemente per il successivo tentativo di smercio, da un soggetto della provincia di Napoli attraverso delle immagini pubblicate sui social network. A richiedere l’avvio degli accertamenti è stato proprio il figlio della vittima che nel ’78 aveva patito il furto, avendo notato i pastori appartenuti al padre pubblicizzati su alcune pagine web, perfettamente corrispondenti anche nella vestizione a quelli rubati, così come riscontrato dai Carabinieri Tpc attraverso le fotografie dell’epoca ancora conservate e inserite nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottrattidel Comando Tpc. Il commercio illegale dei pastori napoletani del ‘700 e ‘800 è una prassi tutt’altro che debellata e, anzi, alimentato da una rete di privati e commercianti del settore che, per l’alta quotazione di mercato di questi beni, molto spesso non ripongono nessuna attenzione riguardo alla loro provenienza, rispondendo, qualora scoperti, nel reato di ricettazione di beni culturali.

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Napoli

Aggredisce medici al Pronto Soccorso, poi tenta il suicidio

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Prima ha cercato di aggredire medici e guardie giurate, quindi ha tentato il suicidio, il senza fissa dimora protagonista dell’episodio verificatosi nel primo pomeriggio al pronto soccorso infettivologo dell’ospedale Cotugno di NAPOLI di cui riferisce Giuseppe Alviti, leader dell’associazione nazionale delle guardie giurate. L’uomo prima avrebbe cercato di salire nei reparti dal pronto soccorso per cercare un alloggio per dormire e poi avrebbe tentato di aggredire medici e guardie giurate brandendo una mazza da lavapavimenti prima di essere disarmato dalla guardia giurata. A quel punto l’uomo ha tentato di tagliarsi le vene con un paio di forbici che nascondeva nei guanti venendo bloccato da una guardia giurata dell’ Union Security che ha avvisato i carabinieri. L’uomo è stato sottoposto a trattamento sanitario obbligato. “Ormai – sottolinea Alviti – i pronto soccorso napoletani e italiani sono diventati peggio di Kabul in tempo di guerra ed e’ per tale motivo che chiediamo da sempre di affiancare l’esercito alle guardie giurate nei nosocomi italiani. Oggi non si piange il morto solo grazie all’ eroismo della guardia giurata che rafforza la convinzione sempre più di dare maggiori tutele giuridiche ed economiche ad una categoria da sempre macellata socialmente”.

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