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Cronache

Il popolo dei social media ha superato i 5 miliardi

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Supera il traguardo dei 5 miliardi il popolo dei social media e cresce a tassi più alti della popolazione mondiale. Il numero di utenti attivi sulle piattaforme rappresenta oltre il 60% degli abitanti del pianeta che secondo le stime ufficiali dell’Onu ammontano a 8 miliardi. A fare i conti è un monitoraggio della società di analisi Meltwater e dell’agenzia We are Social proprio nei giorni in cui compie 20 anni Facebook, la piattaforma che ha dato il via all’era dei social media. Secondo lo studio, nel 2023 il numero degli utenti delle piattaforme è aumentato su base annua di 266 milioni pari al 5,6%. Percentuale al di sopra della crescita della popolazione mondiale che ammonta allo 0,9%. Il rapporto avverte però che è difficile ottenere numeri precisi a causa delle persone che utilizzano identità diverse sui social ma soprattutto degli account automatizzati, i cosiddetti bot, che i diversi social nonostante varie iniziative non sono riuscite a eradicare.

Stando alla ricerca, il social network più popoloso è Facebook di Meta con 2,19 miliardi di utenti. Instagram, sempre di Meta, il secondo con 1,65 miliardi, seguito a un soffio da TikTok con 1,56 miliardi. E crescono su base annua anche piattaforme più di nicchia come LinkedIn, Snapchat, WeChat e Pinterest. L’utente medio dei social media passa due ore e 23 minuti al giorno sulle piattaforme preferita, ne usa ogni mese 6,7. TikTok ha il tempo medio per utente Android più alto di qualsiasi piattaforma social a livello globale, registrando ben 34 ore al mese, equivalenti a più di un’ora al giorno.

Al secondo posto c’è YouTube, con l’utente medio che trascorre poco più di 28 ore al mese sull’app Android. L’utente medio di Internet, invece, ora trascorre 17 minuti in meno al giorno guardando i contenuti televisivi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, un calo dell’8,2% su base annua. In termini di piattaforma social preferita al mondo, Instagram ha preso la scettro dal vincitore dello scorso anno, WhatsApp. Il 16,5% degli utenti di età compresa tra 16 e 64 anni considera Instagram la piattaforma più amata, WhatsApp è al secondo posto con il 16,1%.

Riguardo il volume d’affari online, la spesa pubblicitaria digitale è cresciuta del 10% su base annua, con quasi 720 miliardi di dollari spesi in annunci digitali nel 2023. La spesa pubblicitaria social è aumentata del 9,3% raggiungendo 207 miliardi di dollari e gli investimenti in attività di influencer sono aumentati del 17%. Secondo l’analisi, infine, la voce più cercata su Wikipedia è stata ChatGpt il software di Intelligenza artificiale generativa sviluppato da OpenAI, a sottolineare l’esplosione dell’interesse per questa tecnologia. “Emerge un quadro di preferenze in evoluzione – dice Alexandra Saab Bjertnæs di Meltwater – Con così tante scelte di piattaforme i brand devono capire veramente dove il pubblico va a cercare informazioni e creare narrazioni avvincenti”. “Comprendere le sfumature della piattaforma e come utilizzare i social per connettersi in modi culturalmente rilevanti sarà più cruciale che mai”, conclude Nathan McDonald di We Are Social.

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Cronache

Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Cronache

Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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