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Il Napoli resta capolista nonostante la sconfitta di misura con l’Inter a Milano

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Il Napoli soccombe nel confronto con l’Inter. Termina 3-2 una gara tiratissima e anche un po’ sfortunata; arriva la prima sconfitta in campionato per gli uomini di Spalletti che conservano in ogni caso il primo posto in classifica a pari punti con il Milan (32) che a sua volta aveva perso ieri con la Fiorentina. L’Inter è a quota 28, vince con il Napoli il primo scontro diretto. Battuta d’arresto per il Napoli che deve ripartire domenica prossima in casa con la Lazio.
Confronto tra due grandi squadre, entrambi hanno grande voglia di vincere. Il Napoli in maglia bianca con l’effige di Diego Armando Maradona, schiera la formazione ‘tipo’ per 10/11: Ospina in porta; difesa con Rrahmani e Koulibaly; Di Lorenzo e Mario Rui esterni; centrocampo con Anguissa e Fabian; reparto offensivo con il trio Lozano (con Politano out perché positivo al Covid 19), Zielinski e Insigne alle Osimhen.


Partita nervosa e difficile dai primi minuti con vari falli a centrocampo e qualche ammonizione di troppo (Osimhen al 9’). Il Napoli sfrutta al meglio la prima grande occasione al 18’ Zielinski ruba palla a Barella e serve Insigne sulla trequarti. Insigne si smarca e serve il polacco che lascia partire dal limite un tiro preciso che si infila sotto la traversa superando Handanovic. Inter-Napoli 0-1.
Non molla l’Inter e su un episodio sfortunato di Koulibaly trova il pareggio dopo pochi minuti. Al 23′ Barella prova la conclusione dopo la sponda di Darmian: muro di Koulibaly con l’Inter che protesta con l’arbitro Valeri per presunto fallo di mano. Il check in corso al VAR dà ragione ai nerazzurri che trasformano il penalty al 25’ con Calhanoglu che spiazza Ospina e sigla l’1-1.


Al 33′ buona combinazione tra Zielinski e Osimhen ma il suo tiro di prima intenzione non ha fortuna. Al 33’ Rrahmani prende il cartellino giallo per un fallo tattico su Correa.
Inter adesso più determinata: un errore di Di Lorenzo regala palla all’Inter, Ospina para su Barella.
Ingenuità del Napoli su calcio d’angolo al 43’: il corner battuto da Calhanoglu viene raccolto di testa da Perisic che trova la porta. Il Napoli non ha l’uomo sul primo palo: Ospina prova a parare ma la sfera è già oltre la linea di porta. Episodio determinante che vale il vantaggio allo scadere del primo tempo che dunque termina 2-1 per i padroni di casa.
La fortuna non sorride al Napoli: al 50’ cross per Osimhen, anticipato da Skriniar: saltano entrambi: fanno testa contro testa, entrambi restano a terra, ma Osimhen ha la peggio. Visivamente tumefatto è costretto a cedere il posto a Petagna.


Al 61′ una grossa ingenuità difensiva costa cara al Napoli. Fabian Ruiz non riesce a concludere bloccato dalla difesa avversaria e sul capovolgimento di fronte Correa recupera palla e dà il via alla ripartenza. Dal limite serve Lautaro che in diagonale segna il 3-1.
Gli azzurri soffrono e non riescono ad impostare un gioco costruttivo, complice anche il contraccolpo psicologico dovuto al terzo gol. Nulla di fatto, Spalletti prova con i cambi al 75′ doppio cambio per il Napoli: fuori Lozano e Insigne, dentro Elmas e Mertens.
Ed è lui, Ciro Mertens, il folletto belga, a rubare un pallone con forza al limite dell’area: il suo destro angolato finisce sotto la traversa alle spalle di Handanovic per il 3-2.
All’82’ nuovo testa contro testa: Dzeko e Ospina, con il portiere del Napoli che desta qualche preoccupazione in più ma con una vistosa fasciatura alla testa resta in campo.
Partita tiratissima, nervosa e con continui capovolgimenti di fronte. Sono 8 i minuti di recupero concessi da Valeri.
Mario Rui ha sulla testa la palla del 3-3 ma fallisce per un miracolo di Handanovic. Di Lorenzo, crossa e pesca Mario Rui sul secondo palo: sull’incornata del portoghese Handanovic devia – senza neanche capire come – sopra la traversa.
Gli azzurri provano il tutto per tutto nel finale. Dries Mertens ha una occasione favorevole nel finale ma il suo tiro al volo termina fuori. E’ il primo scontro diretto che si aggiudica l’Inter, la prima sconfitta in campionato per il Napoli.

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Mika torna in Italia: concerti, cinema e un amore infinito per l’arte

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Artista eclettico e cittadino del mondo, Mika (foto Imagoeconomica in evidenza) si prepara a tornare in Italia per quattro concerti estivi (Umbria Jazz, No Borders, Este Music Festival e Anfiteatro del Vittoriale). Ma prima, il cantante sarà protagonista su Rai1: condurrà la serata di premiazione dei David di Donatello mercoledì 7 maggio. In una lunga intervista al Corriere della Sera, Mika racconta il suo amore per l’Italia e per il cinema.

«Sono un grande fan del cinema che sa essere leggero, poetico, politico», racconta, ricordando come non servisse conoscere la lingua italiana per capire i grandi maestri del nostro cinema: «È un dialogo universale». La sua conduzione ai David sarà pensata per celebrare tutto il mondo del cinema, non solo le star ma anche gli artigiani che rendono possibile la magia del grande schermo.

Accanto a lui sul palco ci sarà Elena Sofia Ricci, che definisce «una donna forte, intellettuale, emozionale, favolosamente diva». Mika, con la sua naturalezza, respinge l’etichetta di «divo» per sé stesso: «Nella vita sono normale, ma sul palco mi trasformo: è un rito spirituale».

L’arte come salvezza e la doppia vita degli artisti

Mika si racconta senza filtri, ammettendo quanto la cultura della fama sia tossica e di quanto sia importante per lui rifugiarsi nella parte artigianale e creativa del suo lavoro: «L’artigianato mi salva dagli aspetti superficiali, è una cura». La differenza tra il sé pubblico e il sé privato è marcata: sul palco energia pura, a casa, davanti a un pianoforte, la paura del foglio bianco.

Ripercorrendo la sua infanzia, Mika spiega di aver avuto «l’infanzia più bella del mondo» nonostante le difficoltà scolastiche: «La musica mi ha salvato la vita». E racconta come ogni sua identità culturale abbia lasciato un segno profondo: dalla praticità americana, alla disciplina inglese, al gioco delle parole francese, fino all’anima colorata e malinconica libanese.

Da X Factor ai David: un percorso sorprendente

Indimenticabile il suo primo impatto con X Factor Italia: «Non capivo nulla di quello che dicevano Simona Ventura, Morgan ed Elio… mi chiesi perché avessi accettato», confessa sorridendo. Ma proprio da quel momento è iniziato un rapporto d’amore con il nostro Paese che dura ancora oggi.

E ora, ai David di Donatello, Mika porterà poesia, eleganza e un tributo profondo al cinema italiano, nel rispetto della sua grande tradizione e della sua capacità unica di emozionare il mondo.

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Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Bersani e politica che si fa con l’orecchio a terra: dallo sciopero delle prostitute ai rimpianti sullo ius soli

Pier Luigi Bersani, in un’intervista al Corriere della Sera, ripercorre episodi della sua vita politica e personale: dalle liberalizzazioni allo sciopero delle prostitute, passando per il rimpianto sullo ius soli.

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Pier Luigi Bersani (foto Imagoeconomica in evidenza), ex segretario del Pd, si racconta in un’ampia intervista rilasciata al Corriere della Sera, ripercorrendo episodi personali e politici che hanno segnato la sua vita e l’Italia contemporanea.

Nel suo nuovo libro “Chiedimi chi erano i Beatles” (Rizzoli), Bersani intreccia la politica, le battaglie sociali e i ricordi personali, come l’episodio curioso dello sciopero delle prostitute a Piacenza negli anni Settanta e la protesta dei commercianti sotto casa dei suoi genitori a Bettola, quando da ministro avviò le famose liberalizzazioni.

L’episodio delle prostitute e la lezione sulla politica

Durante la pedonalizzazione di un tratto della via Emilia, le prostitute protestarono. Il giovane Bersani, allora responsabile cultura del Pci locale, seguì l’episodio da vicino: «Un amministratore deve avere a cuore i problemi di tutti, anche quelli più difficili», ricorda.

Le liberalizzazioni e il pullman a Bettola

Nel 1996, da ministro, la sua “lenzuolata” per liberalizzare il commercio suscitò la rabbia dei commercianti. Una delegazione arrivò addirittura sotto casa dei suoi genitori. Ma l’accoglienza calorosa dei suoi — ciambelle e vino bianco — trasformò la protesta in una festa, segnando un inatteso boomerang per i contestatori.

La sfida canora con Umberto Eco

Bersani racconta anche della famosa sfida canora al convegno di Gargonza nel 1997, quando sconfisse Umberto Ecointonando canti religiosi: «Da noi era obbligatorio fare i chierichetti, non iscriversi subito alla Fgci».

Il rimpianto dello ius soli

Se fosse diventato premier nel 2013, Bersani avrebbe voluto introdurre lo ius soli con un decreto legge già alla prima seduta del Consiglio dei Ministri. Un rimpianto che ancora oggi pesa: «Se parti dagli ultimi, migliori la società per tutti».

I 101 e la caduta di Prodi

Bersani ammette di conoscere l’identità di circa «71-72» dei famosi 101 franchi tiratori che affossarono Romano Prodinella corsa al Quirinale. «C’erano renziani e non solo. Alcuni mi confessarono la verità piangendo».

Il rapporto con la morte

Dopo un grave problema di salute nel 2014, Bersani parla della morte con una serenità disarmante: «È più semplice di quanto pensassi. È la vita che si riassume in quell’istante». La sua fede è ora una ricerca continua: «Chi ha già trovato dovrebbe continuare a cercare».

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