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Il mondo piange Charlie Watts, una leggenda degli Stones

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Per quasi 60 anni e’ stato un pilastro e il “battito cardiaco” dei Rolling Stones, chiamato a dare ritmo (e stabilita’) alla leggendaria band britannica con la sua batteria, oltre che col suo carattere senza spigoli. Ma paradossalmente e’ stato proprio il cuore a tradirlo. Charlie Watts, londinese di nascita, figlio della guerra, classe 1941, ha cessato per sempre di tenere il tempo in un ospedale di Londra dove era stato ricoverato nelle scorse settimane per un intervento chirurgico e dove e’ morto oggi a 80 anni e due mesi. “Per una volta sono andato fuori tempo”, aveva provato a scherzare in prima persona in un ultimo comunicato diffuso a inizio agosto per giustificare la rinuncia, su consiglio medico, alle 13 tappe del primo tour americano post Covid della band, l’ennesimo di una storia straordinaria di cui era stato parte sin dalla fondazione, nel 1962, tra i primi bagliori della Swinging London. E di un decennio destinato a cambiare per sempre la storia del rock, ma anche del costume, in tutto il mondo. Un comunicato da cui trapelava ancora ottimismo malgrado il riposo assoluto prescritto dopo l’operazione: “Sto lavorando duramente – vi si leggeva – per tornare completamente in forma, ma oggi, su raccomandazione degli esperti, ho accettato il fatto che questo richiedera’ un po’ di tempo”.

Era invece il canto del cigno, a tre settimane dal passo d’addio. A dare l’annuncio fatale e’ stato oggi il portavoce ufficiale degli Stones, Bernard Doherty, in una nota su carta intestata con tanto di simbolo irriverente della linguaccia: firma della sola vera band rivale dei Beatles, unica superstite sulla scena della generazione dei capostipiti. Fino a ieri con tre quarti della formazione originaria: Mick Jagger, Keith Richards e appunto Watts, oltre a Ronnie Woods..

“E’ con immensa tristezza – ha scritto Doherty – che annunciamo la morte del nostro amato Charlie Watts. Charlie e’ stato un marito, un padre e un nonno adorato; e, come membro dei Rolling Stones, uno dei piu’ grandi batteristi del suo tempo. Chiediamo gentilmente di rispettare in questo momento difficile la privacy dei suoi familiari , della band, dei suoi amici piu’ stretti”. Parole che sintetizzano bene il profilo da rocker anomalo. Del quieto compagno di avventura e di vita dei turbolenti Mick e Keith, tranquillo sul palco come fuori a dispetto dello straordinario talento nella capacita’ di far roteare le bacchette come un metronomo – al centro del furore piu’ selvaggio e tempestoso – in brani senza tempo come “(I Can’t Get No) Satisfaction”.

Un divo imperturbabile, ‘morbido’, a suo modo riluttante se paragonato alle personalita’ e agli eccessi di Jagger e della sua voce, di Richards e della sua chitarra: marito inseparabile di Shirley dal lontano ’64, padre presente di Seraphina, nonno affettuoso di Charlotte. Un uomo che in tanti rimpiangono con accenti sinceri in queste ore di dolore, nel mondo della musica, della cultura, della politica – nel Regno Unito e ben oltre -oltre che nella sterminata platea globale di fan delle immortali Pietre Rotolanti. In un caleidoscopio di reazioni di cordoglio fra cui spiccano quelle di Elton John (“Carlie Watts e’ stato il batterista sommo, il piu’ elegante degli uomini e un amico brillante”) o dello scrittore Irvine Welsh (“Riposa in pace Charlie Watts…saldo come una roccia in un contesto che avrebbe potuto corrompere la piu’ delicata delle anime”). O ancora del Beatle superstite per eccellenza, Paul McCartney che s’inchina di fronte al maestro della batteria e “al grande rocker”, come all’amico e “alla bella persona”. Ma soprattutto del gemello diverso, Ringo Starr, che lo saluta cosi’: “Dio ti benedica Charlie, ci mancherai. Pace e amore alla tua famiglia, Ringo”.

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Esteri

Ivanka Trump News elogia Giorgia Meloni: “Donna pulita e leader più attraente dell’UE”

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Un post pubblicato su X dall’account Ivanka Trump 🇺🇲 🦅 News ha acceso i riflettori su Giorgia Meloni, definita “la leader più attraente dell’Unione Europea”. L’immagine allegata ritrae la presidente del Consiglio italiana sorridente su un lettino, con indosso un costume da bagno che richiama i colori della bandiera italiana.

Il messaggio che accompagna lo scatto recita: “Lascia un ❤️ per una donna pulita, fantastica e senza tatuaggi, la leader più attraente dell’UE 🇪🇺!!!”. Una dichiarazione che va oltre l’elogio estetico, sottolineando valori considerati simbolici dalla destra americana: ordine, sobrietà e conservatorismo nei costumi.

Il post è solo l’ultimo segnale dei rapporti calorosi tra la famiglia Trump e Giorgia Meloni, rafforzati da un’intesa ideologica su immigrazione, difesa dell’identità nazionale e visione tradizionale della società. Donald Trump, tornato presidente degli Stati Uniti, ha già espresso pubblicamente ammirazione per la premier italiana in più occasioni.

L’episodio conferma la crescente sintonia politica e mediatica tra due mondi che, seppur geograficamente lontani, condividono una visione del potere fondata su patriottismo, sovranismo e comunicazione diretta con il popolo.

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Esteri

Processo Maradona, la testimonianza shock di Villarejo: “Sedato senza esami. Ricovero in terapia intensiva trasformato in caos”

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Nel quattordicesimo giorno del processo per la morte di Diego Armando Maradona, ha deposto il dottor Fernando Villarejo, responsabile della terapia intensiva della Clinica Olivos, dove il campione fu operato per un ematoma subdurale il 2 novembre 2020, appena 23 giorni prima della sua morte.

Villarejo, 67 anni, con oltre 40 anni di esperienza, ha dichiarato davanti ai giudici del Tribunale Penale Orale n. 3 di San Isidro che Maradona fu operato senza alcun esame preoperatorio, esclusivamente per volontà del suo medico di fiducia, il neurochirurgo Leopoldo Luque, nonostante non vi fosse, secondo i medici della clinica, alcuna urgenza immediata.

Trattamento per astinenza e decisione di sedazione

Tre giorni dopo l’intervento, Villarejo partecipò a un incontro con la famiglia e i medici curanti. Fu allora che Luque e la psichiatra Agustina Cosachov confermarono che l’obiettivo era trattare i sintomi di astinenza da sostanze e alcol.

«Maradona era ingestibile, difficile da trattare dal punto di vista comportamentale», ha riferito Villarejo, aggiungendo che Luque e Cosachov ordinarono di sedare il paziente, consapevoli dei rischi: depressione respiratoria, complicazioni infettive, cutanee e nutrizionali. La sedazione iniziò il 5 novembre e durò poco più di 24 ore, finché lo stesso Villarejo decise di ridurla, vista l’assenza di un piano preciso.

Il caos in terapia intensiva: “Potevano entrare con hamburger o medicine”

Il medico ha denunciato un clima caotico nel reparto: «Troppe persone in terapia intensiva, potevano portare hamburger o qualsiasi altra cosa. È stato vergognoso, scandaloso». Ha poi ammesso: «Mi dichiaro colpevole, ero una pedina su una scacchiera con un re e una regina», riferendosi al peso dell’ambiente vicino a Maradona.

Ricovero domiciliare e responsabilità

Villarejo ha raccontato che il ricovero presso la clinica non era più sostenibile. Fu deciso il trasferimento a casa, dove secondo l’ultima pagina della cartella clinica, fu la famiglia a chiedere l’assistenza domiciliare, sostenuta da Luque e Cosachov.

In aula ha testimoniato anche Nelsa Pérez, dipendente della società Medidom incaricata dell’assistenza a casa Maradona. Pérez ha ammesso che, secondo lei, in Argentina non esistono ricoveri domiciliari, ma che il termine viene usato per semplificazione. La testimone ha nominato Mariano Perroni come coordinatore dell’équipe, composta dagli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almirón.

Tensione in aula: accuse di falsa testimonianza

Le affermazioni di Pérez hanno generato momenti di alta tensione in aula. Gli avvocati Fernando Burlando e Julio Rivas hanno chiesto la detenzione della testimone per falsa testimonianza, ma i giudici hanno rigettato la richiesta.

Nel corso del controinterrogatorio, Pérez ha confermato che non fu ordinato alcun monitoraggio dei parametri vitali, ma che veniva comunque effettuato dall’infermiera per scrupolo, a causa di precedenti episodi di tachicardia.

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Ambiente

Qualità dell’aria in Italia, allarme inquinamento: superati i limiti UE e OMS già nel primo trimestre 2025

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I dati raccolti nei primi tre mesi del 2025 confermano una situazione drammatica per la qualità dell’aria nelle città italiane. Secondo l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club, in molti capoluoghi i livelli di PM2,5 (polveri sottili) e biossido di azoto (NO₂) hanno superato abbondantemente i limitifissati dalla Direttiva europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In alcune zone urbane, come Torino Rebaudengo, non si è registrato neanche un giorno sotto i limiti dall’inizio dell’anno, evidenziando un’emergenza ormai strutturale.

Le città più colpite: Padova, Milano, Napoli, Torino e Palermo

Per quanto riguarda il PM2,5, i superamenti dei limiti sono stati registrati già nel primo trimestre nelle città di Padova, Milano, Brescia, Torino, Vicenza, Modena, Bergamo, Parma, Terni, Trento e Bologna.
La maglia nera per il biossido di azoto (NO₂) va invece a Palermo, Napoli, Messina, Genova, Torino, Catania, Milano, Vicenza, Venezia e Trento.

L’inquinamento come emergenza sanitaria

«L’inquinamento atmosferico è una vera emergenza sanitaria», afferma Roberto Romizi, presidente dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia). «Le evidenze scientifiche dimostrano l’aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari, neurodegenerative, problemi riproduttivi e disturbi dello sviluppo nei bambini. Non possiamo più permetterci esitazioni. Servono politiche urgenti e coraggiose, in linea con le indicazioni dell’OMS».

Le richieste di Kyoto Club: mobilità sostenibile e transizione energetica

Per Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, è essenziale «procedere rapidamente verso la decarbonizzazione, investendo in efficienza energetica, fonti rinnovabili e soprattutto mobilità sostenibile».
Una critica netta viene rivolta al Governo per la Legge di Bilancio 2025, che avrebbe dirottato risorse verso il Ponte di Messina, sottraendole a trasporto pubblico locale e mobilità attiva: «Così si aggrava l’emergenza climatica e sanitaria».

I numeri che preoccupano l’Europa

Secondo l’OMS, oltre 7 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’inquinamento atmosferico. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stima decine di migliaia di morti premature ogni anno solo in Italia per esposizione a inquinanti.

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