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Cronache

Il killer di Avellino accusa la fidanzata: il piano omicida era suo

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Si terra’ domani in carcere l’interrogatorio di garanzia d Giovanni Limata ed Elena Gioia, i ‘”fidanzatini” di Avellino che nella serata di venerdi’ hanno portato a termine l’omicidio di Aldo Gioia, 53 anni, il papa’ di Elena, 18 anni, che si opponeva alla loro relazione. Ma agli agenti della Squadra Mobile di Avellino ai quali ha reso piena confessione, il 23enne, secondo quanto si apprende, avrebbe dichiarato che il piano per sterminare l’intera famiglia, con l’uccisione programmata anche della madre e della sorella della giovane, sarebbe stato messo a punto e fortemente voluto proprio da Elena. Sono state le grida di aiuto di Aldo, geometra dipendente della Fca di Pratola Serra (Avellino), colpito da sette coltellate inferte da Giovanni, ad allarmare la moglie e l’altra figlia e ad evitare la strage. Il papa’ di Elena sarebbe poi spirato nella notte all’ospedale di Avellino. Nella giornata di domani il pm della Procura di Avellino, Vincenzo Russo, conferira’ anche l’incarico per eseguire l’autopsia. Il quadro della vicenda che ha sconvolto la citta’ sarebbe gia’ abbastanza chiaro. Nella notte tra venerdi’ e sabato, Giovanni ha reso piena confessione agli agenti.

 

Dopo aver colpito il padre della ragazza, Aldo Gioia, aggredito mentre dormiva sul divano, colpendolo per sette volte con un coltello di tipo ‘Cobra’, Limata e’ scappato ed e’ tornato a Cervinara, nella casa dove vivono i genitori con un fratello. Quando gli agenti della Squadra Mobile si sono presentati alla sua porta, ha indicato dove avrebbero potuto trovare il coltello utilizzato per uccidere e avrebbe anche dichiarato che il piano per sterminare l’intera famiglia sarebbe stato messo a punto e voluto dalla fidanzata. I due ragazzi dovranno rispondere di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione contro un familiare. Rischiano l’ergastolo. Forti della confessione di Giovanni Limata, agli inquirenti e’ bastato poco per ricostruire come sono andate le cose. Limata ha fatto irruzione in casa intorno alle 22,30 mentre Aldo Gioia dormiva sul divano davanti alla televisione lasciata accesa. Dopo essersi scambiati diversi messaggi telefonici, la ragazza ha fatto scattare l’agguato lasciando aperta la porta di casa dopo essere uscita con la scusa di gettare la spazzatura. Entrato in casa, il giovane ha colpito con furia la vittima che non ha avuto alcuna possibilita’ di difendersi. E’ stata la figlia stessa poi a lanciare l’allarme, inscenando, con il padre morente, un presunto furto da parte di fantomatici ladri. La relazione tra la 18enne e Limata era avversata dalla famiglia della ragazza, preoccupata per il carattere ed il passato del giovane, piu’ volte protagonista di eccessi di violenza. La famiglia della ragazza, soprattutto il padre, inutilmente aveva cercato di allontanarla da quel giovane, disoccupato, con precedenti contro la persona e segnalato come assunto di sostanze stupefacenti e che nelle scorse settimane aveva minacciato di morte anche suo padre al termine di un litigio. A quanto si e’ appreso, la famiglia della ragazza aveva nominato un avvocato di fiducia, Innocenzo Massara, ma ha rinunciato all’incarico (non si conoscono i motivi della decisione) mentre al fidanzato sara’ assegnato un difensore d’ufficio visto che non e’ stato nominato uno di fiducia.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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