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Esteri

Il filorusso Peter Pellegrini vince le presidenziali in Slovacchia

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La Slovacchia ha votato nel ballottaggio delle presidenziali e ha scelto un alleato del premier nazionalista e filorusso Robert Fico come presidente per i prossimi cinque anni: si tratta dell’attuale capo del Parlamento, Peter Pellegrini, che ha sconfitto il candidato dell’opposizione, il diplomatico Ivan Korcok, accelerando la deriva populista del Paese dell’Europa orientale. Quando era stato scrutinato il 96% dei seggi, Pellegrini era in vantaggio con il 54% dei consensi a fronte del 46% andato a Korcok sovvertendo il risultato del primo turno di due settimane fa e anche degli exit-poll diffusi alla chiusura delle urne nella tornata fino all’ultimo più incerta da quando, nel 1999, è stato introdotta l’elezione diretta del capo dello Stato.

A Bratislava si è dunque formata una costellazione istituzionale tutta populista e crolla l’argine contro Fico rappresentato finora dalla presidente uscente Zuzana Caputovà, sua avversaria. “Delle elezioni dipende il futuro orientamento del Paese”, aveva detto parlando al seggio il sessantenne Korcok che – sostenuto da tre partiti di opposizione – voleva tenere Bratislava nell’alveo europeo ed è fortemente a favore dell’Ucraina nella sua guerra di difesa dall’attacco russo. Evidentemente consapevole della preoccupazione internazionale per le posizioni di Fico che per appellarsi a una pace con Mosca mette in causa l’integrità territoriale ucraina, il 48enne Pellegrini aveva sostenuto che il voto “non riguarda la direzione futura della politica estera” della Slovacchia e aveva assicurato: “garantisco che continueremo ad essere un membro forte dell’Ue” e della Nato.

La presidenza in Slovacchia è in gran parte cerimoniale, ma il capo di Stato può sempre porre il veto sulle leggi e nominare i funzionari chiave risultando ora, con Pellegrini, elemento di sostegno alle scelte di Fico. Secondo i suoi detrattori, il premier sta ‘orbanizzando’ il Paese con passi su magistratura, media e Russia che richiamano quelli compiuti da Viktor Orban in Ungheria. In carica dallo scorso ottobre, il governo composto dal partito Smer di Fico, dallo Hlas di Pellegrini e dalla piccola formazione di estrema destra Sns ha interrotto gli aiuti militari statali all’Ucraina. Korciok, ministro degli Esteri del biennio 2020-2022, si era imposto a sorpresa al primo turno di due settimane fa con il 42,5% dei voti battendo Pellegrini, piazzatosi secondo con il 37,0%. Come previsto da alcuni analisti, decisivi dovrebbero essere risultati sostenitori dell’ex ministro della Giustizia Stefan Harabin, un nazionalista con posizioni filorusse e anti-Nato, che ha ricevuto l’11,7% dei voti ed è dunque riuscito a ribaltare la situazione.

Pellegrini è stato ministro nei precedenti governi di Fico e lo ha persino sostituito come capo del governo nel 2018: pur essendone stato rivale per un periodo, in un dibattito televisivo di campagna elettorale ha ammesso che “mi candido per salvare il governo di Robert Fico”. L’elezione, anche se di misura, ha sancito che la maggioranza dei 4,3 milioni di elettori slovacchi sono soddisfatti della direzione presa dal Paese sotto il governo di Fico e non vogliono correggere le sue politiche sebbene siano contestate da manifestazioni delle ultime settimane: proteste innescate principalmente da modifiche al codice penale sospettate di voler tutelare l’entourage del premier e da una disputa sul controllo dell’emittente pubblica Rtvs, ma anche dalle restrizioni agli aiuti all’Ucraina.

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Esteri

Naufraga barca di migranti alle Canarie, decine i dispersi

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Naufraga un’imbarcazione con migranti a bordo al largo de El Hierro, una delle isole Canarie, lasciando decine di dispersi in mare. Stando a quanto si apprende da diverse fonti, 9 persone sono state soccorse con un elicottero e portate sull’isola per fornite loro assistenza sanitaria e alcuni di essi, scrive l’agenzia Efe, hanno raccontato ai soccorritori che la barca si è ribaltata due giorni fa, e che in quel momento a bordo c’erano circa “60 persone”. In seguito, alcune di loro sarebbero riuscite a rigirarla e tornarvici sopra.

L’incidente, avvenuto a circa 60 miglia nautiche a sud de La Restinga (El Hierro), è stato notificato dall’equipaggio di una nave mercantile di passaggio, chiamata Beskidy. Secondo questa segnalazione, la barca dei migranti era in situazione di “semi-affondamento”. Il servizio di salvataggio marittimo spagnolo, che per ora non conferma cifre di morti e dispersi in questo naufragio, ha mobilitato per i soccorsi, oltre all’elicottero, anche un’imbarcazione di emergenza.

(la foto in evidenza è di archivio e non ha a che vedere con la vicenda narrata)

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Cronache

Le gang criminali in Svezia seducono la polizia e s’infiltrano

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Un’inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.

Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d’amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: “Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse”, riporta una delle lettere citate. In un altro caso, la capo squadra ‘Camilla’, specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d’albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava”, ha dichiarato l’ex capo di Camilla al quotidiano. “Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte.

“Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall’improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza. Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazioni. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un “rischio per la sicurezza” e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni. Dopo la rivelazione, il Ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: “Si tratta di un fatto molto grave” ha dichiarato a Dagens Nyheter “La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia”, ha concluso il Ministro.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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