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Cronache

Il capo della setta satanica si faceva chiamare Diavolo e abusava sessualmente anche di minori, arrestato

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Si presentava come un ‘diavolo-vampiro’, con poteri sovrannaturali: una maschera per plagiare ragazzi e ragazze spesso ancora minorenni, portati alla “cieca obbedienza e totale accondiscendenza”, con la promessa di realizzare i propri desideri e poi spinti a partecipare a rituali (‘Il morso del vampiro’) esoterici e a subire abusi sessuali. Ora è stato arrestato il 23enne italiano, nato in Russia, studente universitario, residente a Montemurlo (Prato), che, qualificandosi come “il Diavolo”, si era messo a capo di una setta satanica da lui creata, cinque anni fa, “al fine di ottenere da ogni componente del gruppo la cieca obbedienza e totale accondiscendenza a qualunque sua richiesta mediante inganno, violenza e minacce”. Il giovane, che operava nel Pratese, è ritenuto responsabile “di aver ridotto e mantenuto in uno stato di profonda soggezione diverse persone, alcune delle quali anche minori, abusando della loro condizione di inferiorità psichica e approfittando di situazioni di vulnerabilità per compiere violenze sessuali”. Per questo motivo il gip del Tribunale di Firenze, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo toscano, ha emesso nei suoi confronti l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, con l’accusa “di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù, violenza sessuale e pornografia minorile”. Al 23enne sono state contestate 13 violenze sessuali, alcune delle quali commesse su minori. Nello scorso febbraio era stato perquisito.

Il provvedimento, eseguito questa mattina dalla polizia, raccoglie l’esito delle articolate indagini, svolte dalla squadra mobile di Firenze, diretta da Antonino De Santis, con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine di Roma, e coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze, che sono iniziate nell’aprile del 2019 a seguito della segnalazione da parte della madre pratese di due figli di 17 e 18 anni all’Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici. La mamma aveva espresso preoccupazione perchè da alcuni mesi i suoi due ragazzi si comportavano in modo anomalo e partecipavano a incontri nei boschi. Durante l’inchiesta, diretta dal sostituto procuratore Angela Pietroiusti, gli inquirenti hanno assunto “importanti informazioni dalle vittime” ed eseguito complessi accertamenti tecnici sul traffico telefonico e sui profili social dell’indagato 23enne. È stato così possibile ricostruire, spiegano gli investigatori, “un contesto di soggezione continuata indotto mediante inganno, minacce e violenza, contraddistinto da una visione distorta della realtà” nella quale il leader della setta era considerato “il Diavolo”, con capacità e poteri sovrannaturali, e “i suoi seguaci entità non umane che, al fine di acquisire più poteri, sarebbero stati costretti a rituali di ogni genere, anche di natura sessuale”. La setta sarebbe stata creata nel settembre 2015 e avrebbe praticato “i suoi riti propiziatori” fino al febbraio scorso. Nel corso dei cinque anni di attività avrebbe avuto una ventina di adepti, con un’età variabile tra i 14 e i 21 anni, tutti della provincia di Prato.

A tal proposito il giovane avrebbe fatto credere a tutti gli appartenenti al gruppo che erano persone prescelte, che nelle precedenti vite avevano avuto un’altra identità sovrannaturale (Amon, Atena, Banshee, Aracne, Eva, le Sette Furie, Ares, ecc. erano ad esempio i nomi loro affidati dalle presunte reincarnazioni) e che la loro missione era quella di “salvare il mondo”. Il 23enne avrebbe così sottoposto i suoi adepti a una serie di domande su presenze estranee invisibili, quali vampiri e lupi mannari, al fine di convincerli a fare una specifica richiesta al diavolo mediante la stipulazione di un patto in ragione del quale gli dovevano essere fedeli e mantenere il segreto per evitare disgrazie e sofferenze a sé stessi e alle proprie famiglie. Per dimostrare di essere immortale, il 23enne si sarebbe addirittura fatto stringere il collo con le mani da un fidato appartenente al gruppo per poi cadere a terra fingendosi morto fino a quando non si sarebbe rialzato rimettendo a posto l’osso del collo e la trachea.

Il giovane a capo della setta avrebbe inoltre asserito che ogni persona che si avvicinava al gruppo e seguiva i suoi precetti poteva acquisire gli stessi suoi poteri sovrannaturali attraverso una serie di rituali: premere con forza il proprio indice sul loro occhio; dare morsi sulle braccia con fuoriuscita di sangue; afferrare la testa premendo forte sulle tempie; imporre di inalare incensi e cristalli; farsi inviare tramite Whatsapp immagini di corpi nudi facendo credere che le foto sarebbero state viste da un’entità cibernetica denominata ‘Hydra’; costringerli, infine, con violenza fisica e minacce di morte, rivolte anche ai loro familiari, a compiere e a subire, in diverse occasioni, rapporti sessuali di vario tipo. Gli adepti, anche minorenni, versavano in condizioni di totale sudditanza nei confronti dell’indagato. Molte vittime, hanno spiegato gli investigatori, venivano attratte dalla promessa di sbloccare le loro potenzialità e risolvere i loro problemi di isolamento, solitudine finanche, talvolta, di depressione.

 

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Cronache

Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

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Cadavere nel lago, è un 51enne morto forse per un malore

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E’ un 51enne di Calvizzano (Napoli) l’uomo trovato senza vita nel lago di Lucrino a Pozzuoli. La salma è stata sequestrata per esami autoptici. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un malore.

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Verso Conclave tra suffragio e diplomazia, domani la data

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Secondo il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Papa – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis -, il Conclave inizia tra il 15/o e il 20/o giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio prossimi. Oppure tra il 6 e l’11 maggio se si conta dal giorno successivo alla morte. Anche questo ‘busillis’ sarà risolto domattina, quando la quinta congregazione generale dei cardinali stabilirà la data definitiva. Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei ‘novendiali’ nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato ieri con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio.

Dopo di che il possibile ingresso in Sistina e l'”extra omnes” che apre il Conclave. I 135 ‘elettori’ (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all’elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali ‘over-80’, che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di ‘grandi elettori’, insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo. Tra questi ‘grandi vecchi’ c’è sicuramente il 91/enne decano Re, mentre non si sa tra gli italiani quanto potranno esercitare un ruolo di indirizzo ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.

Fra gli stranieri con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente. Intanto oggi, la scena tra i ‘papabili’ è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei ‘novendiali’, davanti ai 200 mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti.

Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell’allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell’officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l’unico vero candidato alla successione. Nella messa di oggi, in cui ha assimilato la tristezza, il turbamento e lo smarrimento per la morte di Francesco a quelli degli “apostoli addolorati per la morte di Gesù”, Parolin è come se avesse esposto sinteticamente una sorta di suo ‘programma’, sulla scia del grande pontificato appena concluso. Ha spiegato che l'”eredità” del Pontefice “dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, ha sottolineato, a proposito di un Pontefice che alla misericordia dedicò anche un Anno Santo straordinario. Papa Francesco “ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”. Una misericordia che è guida anche nell’azione diplomatica della Santa Sede, come si è visto ancora ieri nell’incontro in Basilica tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, in una foto che ha fatto il giro del mondo ed è rimasta l’emblema della giornata: non pochi l’hanno definita “l’ultimo miracolo di papa Francesco”.

Zelensky ieri ha anche incontrato proprio Parolin, capo della diplomazia d’Otretevere, ringraziando poi su X “per il sostegno al diritto dell’Ucraina all’autodifesa e al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al Paese vittima”. E oggi, per l’incontro in Basilica, l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash ha riconosciuto con l’ANSA “il grande sostegno della Santa Sede”.

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