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Cronache

Il barista 25enne Alex Marangon trovato morto nel Piave, l’ombra del rito sciamanico

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L’ombra del rito sciamanico, con l’assunzione di un decotto psichedelico a base di ayahuasca e fatto con diverse piante amazzoniche, aleggia sulla morte di Alex Marangon, il barista 25enne di Marcon (Venezia), scomparso il 30 giugno e ritrovato privo di vita due giorni dopo su un isolotto del fiume Piave a Ciano del Montello (Treviso). Inizialmente si era pensato ad un allontanamento volontario, un fatale bagno nel fiume o un gesto autolesionistico dopo una festa con amici all’abbazia di Vidor, ma, mentre le indagini avanzano, crescono man mano gli aspetti inquietanti della vicenda che spostano la morte sempre più sull’ipotesi dell’assunzione di sostanze allucinogene durante una sorta di incontro a sfondo esoterico.

Per fare chiarezza il Pm Giovanni Valmassoi, titolare dell’inchiesta, ha aperto un fascicolo per morte in seguito ad altro reato, per il momento senza iscrivere alcun indagato. Decisiva potrebbe essere l’autopsia con l’esame tossicologico (per l’esito dei quali ci vorranno probabilmente giorni) prevista per domani. Il magistrato ha conferito l’incarico all’anatomopatologo Alberto Furlanetto che effettuerà l’esame autoptico sul corpo con particolare attenzione alla presenza d’acqua nei polmoni per escludere o meno l’annegamento come causa o concausa del decesso. Ma soprattutto raccogliere materiale biologico per i test tossicologici volti a stabilire la presenza o meno e se fatale di droghe o alcol o ancora del decotto ayahuasca e le radici utilizzate per la presunta mistura.

Un allucinogeno che se preso in dosi minime provoca solo un’alterazione dello stato psichico di una persona, ma che in dosi più alte può essere fatale, tant’è che chi lo assume dovrebbe essere affiancato da qualcuno che lo assista. Infine l’anatomopatologo esaminerà le ferite riscontrate sul corpo del barista 25enne. Si tratta di un occhio tumefatto e di una lacerazione nella regione addominale. Dati che però, già dall’esame del corpo in prima battuta, hanno fatto escludere la violenza.

Elementi evidenti in questa direzione, ne ha parlato il Procuratore di Treviso Marco Martani, sono stati scartati mentre ha detto che la tumefazione all’occhio sarebbe compatibile con una caduta, urto o rotolamento, mentre l’addome è stato segnato dal morso di una volpe. I genitori del giovane sostengono che non si era tenuto alcun rito satanico mentre al momento di allontanarsi verso il fiume – secondo delle testimonianze da valutare – il 25enne sarebbe stato visto da un paio di amici. Lo avrebbero anche seguito per un po’ per poi desistere e tornare sui loro passi. Resta il fatto che, secondo quanto ricostruito da investigatori ed inquirenti, l’incontro, quella che inizialmente era una festa, sarebbe stato un appuntamento ristretto a pochi e su invito, cui Alex sarebbe stato introdotto da un conoscente. Proprio alcuni dei presenti, sentiti dai Carabinieri, avrebbero parlato delle tisane tra le quali anche quella all’ayahuasca. Bevanda che il 25enne avrebbe bevuto sia nel pomeriggio che la sera della scomparsa. Già dopo la prima assunzione Alex sarebbe andato verso il Piave, vicino all’abbazia, facendo il bagno controllato da altri. Dopo l’assunzione della seconda tisana, invece, sarebbe tornato sul fiume da solo con l’esito fatale.

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Cronache

Medvedev: Zelensky farà una triste fine, abbattere regime Kiev

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Il numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha dichiarato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “finirà nel modo più triste” e che le truppe russe devono concludere “con una vittoria” l’invasione dell’Ucraina e “distruggere” quello che lui, seguendo la definizione della propaganda del Cremlino, definisce “il regime neonazista di Kiev”. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale russa Ria Novosti.

“Quando il capo di uno Stato, anche uno così particolare come l’Ucraina, e un tipo così patologico come questo personaggio, si vanta di queste cose, significa solo una cosa: che alla fine anche lui finirà nel modo più triste”, ha detto Medvedev, commentando la notizia, ripresa anche dalla Reuters, secondo cui Zelensky avrebbe elogiato l’intelligence ucraina per l’uccisione di alcuni alti ufficiali russi ma senza riferimenti a casi specifici.

“Innanzitutto, dobbiamo completare l’operazione militare speciale in Ucraina con una vittoria e dobbiamo distruggere il regime neonazista di Kiev, ma il regime, non lo Stato, il cui destino è una questione del futuro”, ha detto poi l’ex presidente russo usando la dicitura “operazione militare speciale” con cui il Cremlino indica l’aggressione militare contro l’Ucraina. La Russia di Putin ha invaso l’Ucraina sostenendo di volerla “denazificare”, ma la tesi di Mosca secondo cui il governo di Kiev sarebbe “neonazista” è considerata del tutto infondata dalla stragrande maggioranza degli analisti politici.

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Ischia ritrova la sua giustizia: il Tribunale torna operativo con le udienze del giovedì

Il Tribunale di Ischia riapre le udienze del giovedì grazie al decreto del presidente vicario Scoppa. Una vittoria per avvocati, cittadini e istituzioni locali dopo mesi di proteste.

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Una notizia attesa con speranza dai più ottimisti e insperata da altri, ma che segna un passaggio decisivo nella lunga battaglia per la tutela del presidio giudiziario dell’isola verde. Il presidente vicario del Tribunale di Napoli, Gianpiero Scoppa, ha disposto il ripristino delle udienze a Ischia, restituendo piena funzionalità alla sezione distaccata locale.

Una decisione che accoglie le istanze dell’Associazione Forense dell’isola di Ischia e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, protagonisti di una mobilitazione decisa culminata nello sciopero del 5 aprile scorso e nel ricorso al TAR presentato con il sostegno dei sei Comuni isolani.

Il decreto del giudice Scoppa: ritorno alla normalità

Il provvedimento firmato da Scoppa prevede l’assegnazione provvisoria del giudice onorario Ciro Ravenna al settore civile della Sezione distaccata di Ischia, in qualità di Giudice dell’Esecuzione, con il compito di gestire le udienze precedentemente seguite dalla giudice Criscuolo.

Nel decreto si evidenzia che Ravenna, rientrato in servizio nel 2025 dopo un incarico all’Ufficio del Giudice di Pace, aveva espressamente chiesto di essere destinato a una sezione civile in virtù della propria formazione professionale. La sua collocazione a Ischia rappresenta dunque una soluzione funzionale per sopperire alle gravi carenze d’organico che affliggono il Tribunale isolano.

Il decreto ha effetto immediato, garantendo il ripristino delle udienze del giovedì e segnando una svolta dopo mesi di polemiche, disservizi e disagi per professionisti, cittadini, testimoni e imputati costretti agli spostamenti sulla terraferma.

La soddisfazione dell’Assoforense e dell’avvocatura

«Quello ottenuto è un risultato importante», ha commentato Alberto Morelli, presidente dell’Assoforense Ischia. «Scoppa aveva già dimostrato attenzione e sensibilità alla nostra situazione. Ora arriva un passo concreto che ridà dignità alla nostra professione e servizio alla cittadinanza».

Anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli esprime soddisfazione per l’esito di un lavoro di sinergia tra istituzioni e avvocati, premiato da un risultato tangibile dopo mesi di diplomazia e pressione istituzionale.

La battaglia continua: si attende la stabilizzazione definitiva

Sebbene l’assegnazione di Ravenna rappresenti una boccata d’ossigeno, resta ancora aperta la questione della stabilizzazione definitiva del Tribunale di Ischia, promessa più volte dal Governo centrale ma mai concretamente attuata.

Il clima ora è più disteso, ma solo un atto definitivo potrà chiudere quella che gli avvocati dell’isola definiscono «una lunga parentesi di giustizia precaria».

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Conclave 2025, i cardinali decidono: si comincia il 7 maggio

Il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco inizierà il 7 maggio. I cardinali si riuniranno nella Cappella Sistina: le regole, i tempi e il ruolo di Parolin.

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I cardinali hanno deciso: il Conclave che eleggerà il 266esimo successore di Pietro inizierà il 7 maggio, mercoledì prossimo, nel pomeriggio. L’annuncio è arrivato dopo l’assemblea dei porporati che ha scelto di prendersi qualche giorno in più per motivi principalmente logistici.

Più tempo per sistemare gli elettori

La decisione di posticipare l’inizio del Conclave rispetto alla conclusione dei novendiali di suffragio per Papa Francesco, che termineranno domenica, è dovuta alla necessità di organizzare adeguatamente l’accoglienza dei 135 cardinali elettori – il numero più alto mai registrato – presso la Casa Santa Marta. Due porporati, infatti, hanno già annunciato la rinuncia per motivi di salute.

La guida del Conclave

A presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, poiché il Decano Giovanni Battista Re e il Vice Decano Leonardo Sandri, avendo superato gli ottant’anni, non parteciperanno alle votazioni. Toccherà a Parolin, quindi, interrogare il nuovo eletto circa l’accettazione del pontificato e il nome che vorrà assumere.

Prima dell’inizio delle votazioni, la mattina del 7 maggio, il cardinale Re celebrerà la Missa pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, i cardinali si raccoglieranno nella Cappella Paolina per poi entrare in processione nella Cappella Sistina intonando il “Veni Creator Spiritus”, invocando l’assistenza dello Spirito Santo.

Le regole del Conclave

Come stabilito dalla Costituzione Universi Dominici Gregis di San Giovanni Paolo II, i cardinali hanno giurato di rispettare rigorosamente le norme che regolano l’elezione. Sono vietate influenze esterne, pressioni, favoritismi o avversioni personali. L’unico criterio dev’essere il bene della Chiesa e la gloria di Dio.

Il nuovo Papa dovrà essere eletto con una maggioranza qualificata di due terzi. Dopo il comando “Extra omnes” (“Fuori tutti”), inizieranno le votazioni: il primo scrutinio sarà effettuato il 7 maggio. Dal giorno successivo, se necessario, si procederà con quattro votazioni quotidiane, due al mattino e due al pomeriggio.

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