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Cronache

I sicari della camorra tornano a sparare, un morto e un ferito in un agguato a Ponticelli

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Un uomo è morto ed un altro è rimasto ferito in un agguato nella notte a Napoli. Dopo una segnalazione al 113, la Polizia ha trovato a terra, in via Esopo, nel quartiere di Ponticelli, due persone. Giulio Fiorentino, di 30 anni, nato a Torre del Greco, e’ stato portato alla clinica Villa Betania, dove e’ morto poco dopo per le ferite da colpi d’arma da fuoco. Vincenzo Di Costanzo, di 24 anni, trasportato all’Ospedale del Mare, ha riportato ferite alle gambe e all’inguine. Operato, non e’ ritenuto in pericolo di vita. Entrambe le vittime, secondo quanto riferisce la Polizia, sono gia’ note alle forze dell’ordine.

I due finiti nel mirino erano entrambi bersaglio designato dei killer o solo uno dei due mentre l’altro e’ rimasto coinvolto perche’ in sua compagnia? L’agguato va ricondotto alle dinamiche delle lotte di camorra per il controllo degli affari illeciti nella zona? E’ questo un altro interrogativo cui dare risposta. Di sicuro a Ponticelli si registrano fibrillazioni nei ‘rapporti’ tra i clan. E ci si chiede se c’entri qualcosa o sia totalmente scollegato da quanto accaduto in via Esopo quanto successo due notti fa nello stesso quartiere. Un uomo di 35 anni, ritenuto vicino a un clan della zona, e’ stato ferito a una mano. Agli investigatori ha detto di essere stato vittima di un tentativo di rapina. Quando ha tentato di disarmare gli aggressori, ha spiegato, e’ rimasto colpito ad una mano. Una versione al vaglio degli investigatori. Un quadro dettagliato sulla situazione criminale a Ponticelli e sul potere dei clan arriva dall’ultima relazione semestrale della Dia che dedica al contesto territoriale un apposito capitolo. “Nel contesto di Ponticelli – secondo la relazione fornita al Parlamento – la frantumazione strutturale e operativa del clan De Micco ha dato luogo alla proliferazione di altri gruppi che hanno sfruttato anche l’indebolimento del contrapposto clan D’Amico. Pertanto, si e’ in presenza di un cartello criminale formato dalle storiche famiglie De Luca Bossa-Minichini-Schisa che si sono coalizzate con altri clan dei quartieri limitrofi estendendo la loro influenza anche nel comune di Cercola. Nel territorio permane, comunque, l’operativita’ della contrapposta famiglia De Martino, fedelissima del disarticolato clan De Micco che gestisce alcune piazze di spaccio nella zona del Rione Fiat con il placet dei De Luca Bossa, mentre, nel Rione Luzzatti, si conferma il forte radicamento della famiglia Casella – articolazione del disciolto clan Sarno – i cui esponenti di vertice ed affiliati sono stati scarcerati nel mese di ottobre 2019 per un difetto procedurale dopo essere stati raggiunti, nel 2018, da un provvedimento restrittivo”. Inoltre, secondo quanto denuncia la Dia, per il clan De Luca Bossa-Menichini sono presenti sul territorio “due giovani esponenti delle citate famiglie criminali, dei quali uno scarcerato nel mese di aprile 2020 e sottoposto agli arresti domiciliari, i quali starebbero radunando anche personaggi del disciolto clan Sarno”.

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Cronache

Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Cronache

Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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