Comunque sia, il vicesegretario del Pd chiede di ripensare la riforma appena varata dal suo successore, il ministro Cinquestelle Alfonso Bonafede. “Esistono punti sui quali con il Movimento 5 stelle siamo d’accordo”, spiega Orlando. “Ce ne sono poi altri sui quali dobbiamo invece lavorare per trovare un’ intesa”.
Orlando incontrerà Bonafede martedì e inizierà la discussione. I “negoziatori” Pd Graziano Delrio e Dario Stefano avevano espresso le loro perplessità sulla riforma della prescrizione già negli incontri per decidere le linee del programma comune M5s-Pd, tanto che il tema è rimasto fuori dagli accordi. C’ è però tornato il capogruppo Pd in commissione giustizia alla Camera, Alfredo Bazoli, che al Foglio ha dichiarato che “il primo passo da compiere per il nuovo governo è rinviare l’ entrata in vigore della riforma della prescrizione”: una “bomba nucleare pronta a esplodere il 1 gennaio 2020 e a consegnare processi eterni ai cittadini”.
Anche Gennaro Migliore, campione del “garantismo” targato Pd, ha chiesto al nuovo governo (sul Dubbio) “una revisione delle politiche della giustizia”, con l’abbandono del “populismo penale”. Per non lasciare spazio a dubbi, ha precisato: “Sono per arrivare a una distinzione sempre più marcata tra inquirenti e giudicanti”. E per affidare ai capi delle Procure il potere di stabilire “una selezione di priorità nell’ esercizio dell’ azione penale”.