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Gb bloccata dal gelo, bimbi muoiono nel lago ghiacciato

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Il Regno Unito è nella morsa della neve e del ghiaccio con temperature minime da record toccate nelle ultime ore. Ma oltre agli aeroporti bloccati, in particolare a Londra, i voli cancellati e i tanti altri disagi nei trasporti si è consumata nel cuore dell’Inghilterra una tragedia legata all’ondata di gelo. Tre bambini di otto, 10 e 11 anni sono morti dopo essere caduti in un lago ghiacciato a Solihull, nelle West Midlands. Mentre un quarto, di sei anni, rimane in condizioni critiche dopo l’incidente a Babbs Mill Park. I bambini stavano giocando, pensando che la lastra di ghiaccio formatasi li potesse reggere. E invece ha ceduto e sono finiti nell’acqua a temperature non sopportabili a lungo per un adulto, ancor meno per dei bimbi. I primi a cercare di soccorrerli sono state alcune persone in riva al lago e con loro gli agenti di polizia accorsi sul posto. Subito dopo sono arrivate le ambulanze e i vigili del fuoco specializzati nel salvataggio in acqua. Ma i bambini recuperati dal lago erano tutti in arresto cardiaco. Sono stati sottoposti alla rianimazione cardiopolmonare e portati negli ospedali della vicina Birmingham. Lo shock termico provocato dall’acqua gelida è stato fatale per tre di loro.

Nel timore che altri fossero finiti nel lago, in quanto nelle prime testimonianze si parlava di sei bambini, le forze dell’ordine sono andate avanti per ore nelle ricerche. “Vogliamo essere sicuri che nessun altro sia finito in acqua”, ha detto Richard Harris della West Midlands Police. La tragedia di Solihull è così diventata il tratto distintivo di questa ondata di gelo nel Regno, che non accenna a placarsi.

Il Met Office ha emesso per le prossime ore nuove allerte per neve e ghiaccio in molte zone del Paese. Questo dopo che sono state registrate temperature minime record, come -15,7 gradi la scorsa notte in Scozia. Tante le scuole chiuse, mentre i problemi sono destinati a continuare per i trasporti. Più di 140 voli sono stati cancellati oggi, con gli scali di Stansted, Gatwick, Luton e London City tra i più colpiti. E accanto alle foto ‘natalizie’ da cartolina della Londra imbiancata, si sono registrati gravi disagi per quanti cercavano di muoversi con la metropolitana che ha subito ritardi e chiusure parziali. Mentre l’Associazione degli automobilisti avverte che nonostante “il paesaggio meraviglioso” c’è uno scenario da incubo: la scorsa notte sulle autostrade M25 e M11 molte persone sono rimaste bloccate nei loro veicoli per diverse ore.

Mentre alcuni automobilisti di Burwash, nell’East Sussex, hanno deciso di abbandonare le macchine e si sono rifugiati in un pub. Per quanto riguarda i treni il quadro non migliora, ci sono state molte cancellazioni di servizi in particolare nel sud-est dell’Inghilterra. Con l’ondata di freddo sono tornati più forti che mai i timori di blackout già emersi nelle scorse settimane. Per precauzione sono state messe in stand-by dalla National Grid, il gestore pubblico delle reti elettriche, le centrali a carbone per evitare interruzioni nelle forniture con la situazione di maltempo. Ma almeno per ora è stato evitato il ricorso a questa misura d’emergenza.

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Rubio a Lavrov: è ora di mettere fine a guerra senza senso

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Il segretario di Stato Marco Rubio ha detto al ministro degli esteri russo Serghei Lavrov che è il momento di mettere fine alla “guerra senza senso” in Ucraina. Rubio, in una recente intervista, ha definito la settimana in corso “cruciale” per capire le intenzioni di Russia e Ucraina, e per gli Stati Uniti per decidere se continuare o meno lo sforzo per la pace.

Nel corso del colloquio telefonico con Lavrov, Rubio ha messo in evidenza che “gli Stati Uniti sono seriamente intenzionati a porre fine a questa guerra insensata”, riferisce il Dipartimento di stato. Il segretario di stato ha quindi discusso con il ministro degli esteri russo dei “prossimi passi nelle trattative di pace e della necessità di porre fine alla guerra ora”.

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La squadra di Merz, il paladino di Kiev agli Esteri

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L’era Merkel è lontana e anche la politica, per molti troppo prudente, di Olaf Scholz è alle spalle. Friedrich Merz ufficializza la squadra dei futuri ministri conservatori e punta, per tirare la Germania fuori dalla crisi, su nomi nuovi: due top manager per l’economia e la digitalizzazione del Paese, un mastino bavarese agli Interni per la svolta sull’immigrazione, e un esperto di Difesa versato in diplomazia, fautore del massimo sostegno a Kiev, al ministero degli Esteri. Con queste scelte il cancelliere in pectore, che dovrebbe essere eletto al Bundestag il 6 maggio, si è detto pronto ad affrontare le sfide dei prossimi anni e le molte incognite che assillano un’Europa “minacciata” e incerta del futuro.

“Il supporto all’Ucraina è necessario per preservare la pace e la libertà in Germania”, ha scandito prendendo la parola al piccolo congresso di partito dei democristiani, che hanno approvato a Berlino il contratto di coalizione firmato coi socialdemocratici di Lars Klingbeil. “Consideriamo il nostro aiuto all’Ucraina come uno sforzo congiunto di europei e americani dalla parte dell’Ucraina. Non siamo parte in causa in questa guerra e non vogliamo diventarlo, ma non siamo neanche terzi estranei o mediatori tra i fronti. Non ci devono essere dubbi sulla nostra posizione: senza se e senza ma, dalla parte di questo paese attaccato”, ha incalzato ribadendo il rifiuto di una pace imposta. Merz ha anche ribadito di non volere alcuna guerra commerciale con gli Usa, e di esser pronto a spendersi “con ogni forza per un mercato aperto”. Sul fronte migranti, ha assicurato la svolta, che dovrà strappare la Germania alla seduzione dell’ultradestra: “Dal giorno numero uno proteggeremo al meglio le nostre frontiere, con respingimenti massicci”.

Per realizzare questi piani, Merz ha scelto Johann Wadephul, 62 anni, come ministro degli Esteri. L’uomo della Cdu che in passato ha spinto per un sostegno pieno a Kiev, contestando le remore di Scholz e spingendo ad esempio per la consegna dei Taurus, che il Kanzler uscente ha sempre negato a Zelensky. Ex riservista dell’esercito, giurista e poi deputato dal 2009, è un fidatissimo di Merz, e viene ritenuto un grosso esperto di difesa: avrebbe potuto essere anche ministro del settore che andrà invece all’SPD e resterà a Boris Pistorius. Agli Interni sarà nominato il noto volto della Csu bavarese Alexander Dobrindt, “il nostro uomo di punta a Berlino per la questione centrale della svolta sui migranti”, nelle parole di Markus Soeder che ha presentato i tre ministri in quota del suo partito.

La stampa tedesca ha accolto con interesse anche le nomine della brandeburghese Katherina Reiche, 51 anni, all’Economia – top manager del settore energetico, e proveniente dall’est – e quella di Karsten Wildberger, 55 anni, ceo di Mediamarkt e Saturn, colossi dell’elettronica, designato alla Digitalizzazione all’Ammodernamento dello Stato. All’Istruzione andrà Karen Prien, dello Schleswig-Holstein, prima ebrea a ricoprire un incarico da ministra, secondo quanto ha scritto Stern. In squadra ci sono poi Patrick Schnieder ai Trasporti, Nina Warken alla Salute, Thorsten Frei come ministro per la Cancelleria e l’editore conservatore Wolfram Weimer come ministro di Stato alla Cultura. Mentre è stato ancora Soeder a ostentare la scelta del suo partito per la ministra alla Ricerca e all’Aerospazio, Dorothea Baer, e il ministero dell’Alimentazione Agricoltura e Patria: “Dopo un vegano verde arriva un macellaio nero”. Basta col tofu, ha ironizzato il populista bavarese. Il governo di Merz sarà completo soltanto quando i socialdemocratici ufficializzeranno i loro nomi, il 5 maggio. Il partito di Klingbeil attende il referendum della base, che dovrà pronunciarsi sul patto con Merz: il risultato è atteso il 30 aprile. E solo se sarà positivo Merz sarà eletto cancelliere al Bundestag, il 6 maggio. Ma all’Eliseo non hanno dubbi: è stata già annunciata una sua visita a Parigi il 7.

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Blackout in Spagna e Portogallo: indagini in corso, ipotesi anche di un cyberattacco

Spagna e Portogallo colpiti da un blackout elettrico: disagi nei trasporti e nelle comunicazioni. Il governo indaga, possibile anche un cyberattacco.

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Poco dopo le 12 di oggi, migliaia di cittadini in tutta la Spagna continentale e in Portogallo sono stati colpiti da un improvviso blackout elettrico. Come riportato dal quotidiano “El País”, il governo spagnolo ha attivato diversi team tecnici di vari ministeri per indagare sulle cause dell’interruzione, anche se al momento non esiste ancora una spiegazione ufficiale.

Secondo quanto riferito da Red Eléctrica, l’azienda pubblica responsabile della gestione del sistema elettrico nazionale, si sta lavorando intensamente per ripristinare la fornitura di energia. Anche l’Istituto nazionale di cybersicurezza è coinvolto nelle analisi, valutando la possibilità che il blackout possa essere stato causato da un attacco informatico, sebbene non ci siano ancora conferme in tal senso.

Reti di comunicazione e trasporti in tilt

Il blackout ha avuto ripercussioni su diversi settori strategici: sono stati colpiti reti di comunicazione, aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità in Spagna e Portogallo. Problemi sono stati segnalati anche nella gestione del traffico stradale, con numerosi semafori fuori servizio, oltre che in centri commerciali e strutture pubbliche.

La ministra spagnola della Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha fatto visita al centro di controllo di Red Eléctrica per seguire da vicino le operazioni di ripristino. L’azienda ha attivato un piano di emergenza che prevede il graduale ritorno alla normalità, iniziando dal nord e dal sud della penisola iberica.

Coinvolta anche la Francia meridionale

Le interruzioni non hanno riguardato esclusivamente la Spagna e il Portogallo: alcune aree del sud della Francia, interconnesse con la rete elettrica spagnola, hanno subito disagi simili. Le autorità francesi stanno monitorando attentamente la situazione in coordinamento con le controparti spagnole.

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