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#ForzaNoemi, la bimba lotta con tutte le sue forze per restare in vita. I medici: ferita con arma da guerra ma…

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Il video choc della sparatoria di Napoli, il sicario spara per uccidere il pregiudicato e ferisce la piccola Noemi

La guerra di Noemi

Noemi è una bambina coriacea. È fortissima. Aggrappata disperatamente alla vita combatte per non morire. Quel proiettile che l’ha centrata ai due polmoni e si è fermato a pochi millimetri dal cuore avrebbe ucciso un leone, non Noemi. È rimasta vigile fino alla sedazione per l’operazione che ha subito nella notte tra venerdì e sabato per l’estrazione del proiettile. Sono passate già di 48 ore, le sue condizioni restano gravi ma stazionarie e i medici sottolineano con favore il passare del tempi, il fatto che non ci sia più bisogno di trasfusioni. Anche gli ultimi esami confermano una stabilità delle condizioni generali, pur nella gravità del quadro clinico, rispetto alla crisi registrata nelle prime ore che faceva presagire un esito infausto. La battaglia per la vita di Noemi resta difficile. Polmoni perforati ed una “ferita con arma da guerra”.

L’arma da guerra contro Noemi

Cioè Noemi è stata colpita da un proiettile calibro 9 con ogiva rinforzata. Il sicario, quell’uomo corpulento che vi abbiamo mostrato nel video di alcune telecamere di sorveglianza (video diventato virale), è rinchiuso da qualche parte. Le forze dell’ordine hanno scatenato una gigantesca caccia a questo balordo. Sarà preso. È questione di tempo. Anche il movente del tentativo di omicidio di Salvatore Nurcaro, un pregiudicato per bancarotta forse reale obiettivo, non induce a pensare a questioni di camorra. Anche la goffaggine del sicario, la sua incapacità di maneggiare un’arma da guerra, fa propendere verso altre piste. Anche personali.

Salvini in ospedale, Mattarella a Napoli

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, tra due comizi, uno ad Aversa, nel Casertano, e uno a San Giuseppe Vesuviano, nel Napoletano, si è recato in ospedale a incontrare i genitori di Noemi e a capire di persona quali sono le condizioni della piccola. Ospedale e corsie, ovviamente, inavvicinabili per volere del ministro che si è intrattenuto con i genitori e i parenti di Noemi e con i medici. È arrivato a Napoli per un convegno sulla Pa giù previsto da settimane anche il Capo dello Stato. Occorre portare i temi della sicurezza in città sui tavoli istituzionali romani. Questo è quello che il sindaco Luigi de Magistris dirà al presidente della Repubblica appena lo incontrerà, ben sapendo dell’amore di Mattarella per Napoli, città cara a tutti gli italiani.

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Anziana investita e uccisa a Napoli, caccia a pirata strada

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Una donna anziana e’ morta a Napoli, vittima di un pirata della strada. Alle 18.15 circa di ieri, in via Labriola, sulla carreggiata in direzione via E. Ciccotti, R.R., 80 anni, e’ stata investita mentre attraversava la strada. Secondo prime ricostruzioni, un’auto si era fermata per consentire il passaggio alla signora, ma una Citroen di colore blu scuro, nel tentativo di sorpassare questa vettura, ha investito la donna e poi e’ fuggita. La Polizia Locale e’ impegnata nelle indagini per identificare il conducente e il veicolo coinvolto. La vittima era stata trasportata all’ospedale Cardarelli in stato di incoscienza e dopo poche ore e’ deceduta.

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Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta premeditò il delitto: rischia ergastolo

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E’ un carico accusatorio molto pesante quello che la procura di Venezia contesta nell’avviso di chiusura delle indagini a Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Mentre il ‘rumore’ esploso nelle piazze e nelle coscienze in nome di Giulia non si e’ mai spento, a sei mesi dalla notte dell’11 novembre quando venne ammazzata tra le fabbriche e le strade vuote di Fosso’, pochi chilometri lontano dalla sua casa di Vigonovo, gli inquirenti tirano una linea e sciolgono alcuni nodi giuridici. E decidono che si’, Turetta aveva premeditato di ucciderla come dimostrerebbero, spiega il procuratore Bruno Cherchi, “la ricerca dei luoghi tramite internet, l’acquisto del materiale necessario per immobilizzare la vittima, la cartina geografica, l’atto di silenziare la persona offesa mettendole del nastro adesivo per non farla urlare, serrare i polsi e le gambe della ragazza”.

Aggiungono l’aggravante della crudelta’, da intendersi come la giurisprudenza la intende: aver inflitto “sofferenze gratuite e non collegabili al normale processo di causazione della morte”. In questo caso con venti coltellate, le prime nel parcheggio davanti alla villetta dove viveva quando Turetta l’aggredi’ a bordo della sua Fiat Punto nera. Qui per diverse ore sono rimaste sull’asfalto le tracce di sangue della ragazza ed e’ stato trovato un coltello da cucina. Poi, dopo averla immobilizzata con lo scotch, questa e’ la ricostruzione della Procura, l’ha spinta in auto, superando la sua resistenza, ha raggiunto in pochi minuti Fosso’ e l’ha assalita di nuovo, finendola. Da li’ e’ iniziata la fuga che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso per una settimana. Dopo il delitto Turetta era scappato verso il Friuli e, abbandonato il corpo in un dirupo vicino al lago di Barcis, era fuggito verso l’Austria e poi in direzione Germania, dov’e’ stato fermato dalla polizia tedesca, vicino a Lipsia, nella mattinata del 19 novembre. “L’ho uccisa io” ha detto subito Filippo a chi l’ha fermato, una confessione non utilizzabile nel processo mentre lo e’ quella messa a verbale nel carcere Montorio di Verona, dov’e’ detenuto.

Il contesto in cui il delitto e’ maturato sarebbe stato quello dello stalking, come suggerito alla Procura da chat e testimonianze che riferiscono delle insistenze morbose del giovane nei confronti dell’ex compagna dopo che la loro storia era finita. Omicidio aggravato da premeditazione, crudelta’, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere, e’ il robusto capo d’imputazione da cui dovra’ difendersi davanti alla Corte d’Assise. Non c’e’ spazio per il rito abbreviato, che avrebbe comportato uno sconto di un terzo della pena, perche’ i reati sono cosi’ gravi da ipotizzare l’ergastolo. Si chiude cosi’ la prima parte ‘giudiziaria’ di quella che nel frattempo e’ diventata la storia di Giulia e non, come spesso accade nella narrazione mediatica, quella del suo presunto omicida, sul quale si sono spente le luci. La storia di Giulia, di suo padre Gino e della sorella Elena che mai come prima hanno portato l’attenzione sul tema dei femminicidi con i loro appelli a un cambiamento culturale profondo.

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Adr lancia ‘Airport in the City’: a Termini check-in di Ita

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All’inaugurazione di “Airport in the City” sono intervenuti, tra gli altri , la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente di Ita, Antonino Turicchi, il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, il Presidente di Unindustria, Angelo Camilli. “È con grande soddisfazione che oggi ci uniamo ad Aeroporti di Roma per celebrare l’inaugurazione di Airport in the City, un servizio che rende l’esperienza di viaggio sempre più agile e confortevole – ha detto Turicchi – Questo progetto riflette la stretta collaborazione tra ITA Airways e Aeroporti di Roma, evidenziando il comune impegno per l’innovazione e la sostenibilità nel settore dei trasporti”.

“Il progetto di Adr si inscrive appieno nel processo di innovazione e interconnessione del trasporto aereo che l’Enac persegue da tempo” – ha aggiunto il presidente Enac Pierluigi Di Palma. “L’hub di Fiumicino, prima porta d’accesso all’Italia più volte premiato come migliore scalo d’Europa, sviluppa l’integrazione con la stazione Termini, primo snodo ferroviario nazionale, rafforzando l’intermodalità aria-ferro. Con il check-in off-airport Termini Fiumicino, il comparto aereo italiano si riconferma una realtà innovativa, sostenibile e, soprattutto, attenta ai diritti dei passeggeri con l’offerta di servizi di qualità che, oggi, rappresentano l’elemento più importante per le scelte dei consumatori”.

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