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Football Leaks, accuse ad Infantino e Platini di aver coperto le spese folli degli emiri di Psg e City e chiuso occhi su tante violazioni

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Der Spiegel e le altre testate giornalistiche europee del consorzio Eic (European investigative collaborations)  sostengono che i ricchi emiri proprietari di Psg e Manchester City avrebbero speso grazie alle coperture dell’Uefa fiumi di denaro (- 1,8 miliardi dal Qatar al Psg in sette anni, 2,7 da Abu Dhabi al City nello stesso periodo) senza che mai nessuno abbia mai contestato la violazione delle regole di fair play finanziario e li abbia estromessi dalle competizioni.

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Sotto accusa. L’ex capo dell’Uefa e lo sceicco proprietario del Psg Al Thani

 

Sotto accusa in questo filone di Football Leaks giornalismo ci sono i vertici Uefa. Le accuse più pesanti sono rivolte al presidente della Fifa Gianni Infantino. Sarebbe stato lui ad aiutare Paris Saint Germain e Manchester City ad eludere le regole del fair play finanziario che lui stesso, insieme a Michel Platini, ha imposto al calcio europeo.
Nel caso del Psg, i documenti in possesso di Der Spiegel citano anche un contratto da 1,075 miliardi di euro promesso in cinque anni dal Qatar Tourism Board (QTA). Le accuse a Michel Platini non sono nuove. La novità è il coinvolgimento del presidente della Fifa Gianni Infantino. Sotto i riflettori i comportamenti e le decisioni che l’allora segretario generale dell’Uefa adottò per facilitare i due club a rientrare nei paletti del fair play finanziario.
Trattative personali, trattamenti di favore nelle  sanzioni, rapporti di amicizia con un procuratore svizzero. L’attuale presidente della Fifa, secondo i 70 milioni di files analizzati per otto mesi, avrebbe “negoziato direttamente con il Manchester City” bypassando  “l’organo d’inchiesta interna teoricamente indipendente”. Mediapart, che si sta occupando della questione in Francia, ha svelato anche il contenuto di una mail, con in copia l’ex presidente francese Sarkozy, in cui Infantino rivolgendosi ai dirigenti del City definisce “un bel regalo” la sanzione di 20 milioni di euro (anziché 60) imposta ai parigini.
Il Psg ha reagito subito. Il direttore generale Jean Claude Blanc dice che “non c’è mai stato alcun accordo segreto, abbiamo sempre seguito con trasparenza le decisioni dell’Uefa, adeguandoci anche alle sanzioni senza rinunciare ad espanderci. Quello con il QTA (Qatar Tourism Authority) è un contratto di “Nation Branding”, innovativo ma simile a quanto per esempio può fare la Francia investendo sui Giochi olimpici”.
Dal quartiere generale della Fifa, a Zurigo, le inchieste di Der Spiegel  definiscono le anticipazioni “spazzatura”.Infantino è sereno e per nulla sorpreso dalle anticipazioni di questo nuovo capitolo di Football Leaks. Da tempo sa dell’esistenza dell’inchiesta. Circa tre settimane fa ha ricevuto 180 domande dalle varie testate del consorzio, e si è recato negli Stati Uniti per dare le sue risposte. Ha fornito questa versione dei fatti: ho sempre agito nel rispetto delle regole e, nel caso specifico, delle norme del financial fairplay; avevo il dovere, non il diritto, di condurre con i vertici di Psg e City anche trattative personali, pur nel rispetto del lavoro della Commissione, allo scopo di trovare un accordo. Inoltre, Infantino non ha negato il suo rapporto personale con il procuratore svizzero Rinaldo Arnold – beneficiario secondo le accuse di biglietti omaggio -, ma ha spiegato che gli fece da tramite col procuratore federale quando emerse lo scandalo dei Panama Papers. L’Espresso, che fa parte del Consorzio giornalistico, annuncia la storia di  un presunto conto corrente alle Mauritius dove transitava lo stipendio di Roberto Mancini ai tempi del City, un presunto trattamento di favore dell’ Uefa per i conti dell’ Inter e un caso di doping che coinvolgerebbe un campione che ha vinto più di una Champions.

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Bistecche da 300 euro e Fantacalcio: il presidente della Fipm Fabrizio Bittner squalificato per 20 mesi

Il presidente della Federazione Italiana Pentathlon Moderno Fabrizio Bittner squalificato per 20 mesi: spese non rendicontate per oltre 20mila euro. Tra gli scontrini contestati anche una cena da 291 euro.

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Due bistecche da sogno, una da 115 euro e l’altra da 153 euro, hanno innescato un effetto valanga che rischia di travolgere la carriera di Fabrizio Bittner (foto Imagoeconomica), presidente della Federazione Italiana Pentathlon Moderno (Fipm). Il conto di 291,60 euro in un ristorante vip vicino al Colosseo è solo la punta di un iceberg da oltre 80 mila euro di spese contestate. Di queste, 20 mila sono considerate non giustificate dal Tribunale Federale, che ha inflitto a Bittner una squalifica di 20 mesi, una delle più dure mai emesse in ambito sportivo federale.

La difesa: “Spese di rappresentanza”

Autosospesosi anche dal ruolo di Responsabile Sport di Forza Italia, Bittner ha provato a difendersi parlando di spese istituzionali sostenute nell’esercizio del suo ruolo:

«Rappresento la federazione e ho sostenuto incontri importanti. Se ho superato i limiti previsti, restituirò l’eccesso».

Secondo il regolamento, ogni pasto non dovrebbe superare i 50 euro. Bittner ha spiegato che la cena contestata si è svolta con un consigliere federale, il cui nome non ha voluto rivelare. E sulle famose bistecche?

«Francamente non ricordo, ma il vino era così caro che lo abbiamo pagato di tasca nostra».

Il conto: dal Bistrot Cannavacciuolo al Fantacalcio

L’indagine interna ha portato alla luce un lungo elenco di spese considerate fuori norma:

  • cene di lusso,

  • pranzi in ristoranti stellati,

  • iPhone da 1.800 euro,

  • iscrizioni al Fantacalcio,

  • abbonamenti a iTunes,

  • prelievi di contante definiti “anticipi di rimborso spese”.

Lo scontro con Pierluigi Giancamilli, rivale elettorale e oggi accusatore, ha fatto esplodere il caso. Secondo Bittner, tutto nasce da una «vendetta politica»:

«Giancamilli non ha mai obiettato prima, lo fa ora per ripicca. Ma se non mi vogliono più, me ne andrò».

Precedenti nella Fipm

Non è la prima volta che la Fipm finisce nella bufera. L’ex presidente Lucio Felicita, già radiato dal Coni, ha portato fino in Cassazione la condanna a otto anni per abuso d’ufficio, corruzione e peculato.

«Il mio caso è completamente diverso» precisa Bittner. Ma intanto il rischio di radiazione e di un procedimento penale resta sul tavolo, in attesa del giudizio d’appello e della pronuncia del Coni.

Un destino incerto, che dipende anche da quanto i giudici riterranno “istituzionale” un filettino di Wagyu giapponese da 115 euro.

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Lorenzo Insigne torna in Italia: “Sogno ancora la Nazionale, voglio restare e giocare in Europa”

Dopo tre anni in Canada, Lorenzo Insigne torna in Italia e sogna l’azzurro della Nazionale: “Aspetto la chiamata giusta, restare in Europa è la priorità. Con Sarri sarebbe un onore”.

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Tre anni lontano da casa, a Toronto, in Canada. Ora Lorenzo Insigne è tornato. E lo ha fatto con le idee chiare: restare in Italia, tornare protagonista in Europa e riconquistare la maglia azzurra della Nazionale. Lo ha raccontato in un’intervista a Il Mattino rilasciata ieri all’aeroporto di Fiumicino, appena atterrato da oltreoceano.

“Sto bene, pronto per una nuova sfida”

«Sto molto bene. Contento e sereno del mio rientro», ha esordito Insigne, sorridente e abbronzato, circondato da fan e ragazzini che non hanno perso l’occasione per un selfie. Nessuna nostalgia per Toronto, ma solo gratitudine per l’esperienza: «A livello calcistico non è andata come sognavo, ma ho conosciuto persone fantastiche. È stata un’esperienza importante».

Il sogno azzurro e il rapporto con Gattuso

La priorità per Insigne è chiara: «La maglia azzurra l’ho sempre sognata da bambino. Spero di tornare presto in Nazionale, ma prima devo fare bene nella mia nuova avventura». Parole cariche di stima anche per Gattuso, nuovo commissario tecnico: «Con lui ho un grande rapporto, ci sentiamo ancora. È una persona squisita. Farà bene».

Napoli nel cuore e il legame con Mertens e Hamsik

L’ex capitano azzurro non dimentica le sue radici e i compagni di una vita: «Sono felicissimo per i successi del Napoli, ho festeggiato a Toronto con i miei cari. Marek (Hamsik) è stato il mio capitano, gli auguro tutto il meglio. E con Dries (Mertens) ho condiviso tanto, l’ho anche aiutato a diventare il capocannoniere del Napoli!».

Lazio? “Con Sarri sarebbe un onore”

Quanto al futuro, Insigne lascia ogni decisione al suo agente, ma chiarisce le sue intenzioni: «Voglio restare in Italia, ho una voglia matta di tornare a giocare in Europa». Le voci sulla Lazio lo lusingano, anche se ammette: «Il blocco del mercato complica tutto. Ma tornare con Sarri sarebbe un onore. Prima di decidere bisogna sempre sedersi a tavolino».

L’attesa della chiamata giusta

Il telefono è acceso, la suoneria al massimo. Insigne aspetta quella chiamata giusta che potrebbe riportarlo sotto i riflettori del calcio italiano. Intanto, si concede qualche giorno di vacanza con la famiglia. Ma il richiamo dell’azzurro, stavolta, è più forte che mai.

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Osimhen, countdown Napoli: clausola a 75 milioni valida fino al 10 luglio. Al Hilal e Galatasaray ci provano

Osimhen teme di restare senza squadra: la clausola da 75 milioni scade il 10 luglio. Al Hilal e Galatasaray in pressing, ma il Napoli non fa sconti. Attesa per la scelta del nigeriano.

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Osimhen teme di restare senza squadra: la clausola da 75 milioni scade il 10 luglio. Al Hilal e Galatasaray in pressing, ma il Le lancette corrono e Victor Osimhen comincia a sentire il peso del tempo. Il 10 luglio è la data chiave: entro questa scadenza i club interessati potranno esercitare la clausola rescissoria da 75 milioni di euro presente nel contratto dell’attaccante nigeriano con il Napoli. Oltre quel termine, lo scenario cambierà, e il futuro del bomber sarà tutto da riscrivere.

Al Hilal e Galatasaray in pressing, ma il Napoli non molla

Il Napoli ha ribadito più volte la propria posizione: nessuno sconto sulla clausola. Le uniche due offerte concrete attese entro il termine sono quella dell’Al Hilal, pronto a pagare l’intera cifra richiesta e a offrire 40 milioni a stagione al giocatore, e quella del Galatasaray, che si spinge fino a 60 milioni più bonus. Ma la proposta turca non soddisfa De Laurentiis, che vuole l’intero importo in un’unica soluzione.

Osimhen, dal canto suo, ha preso tempo. Non ha chiuso la porta al Galatasaray e ha frenato con l’Al Hilal, consapevole che le opzioni europee non si sono ancora concretizzate.

Manchester United e l’ostacolo ingaggio

Il domino delle punte in Europa si è attivato con il trasferimento di Gyökeres all’Arsenal. Il Manchester United ha sondato la disponibilità del giocatore, facendo sapere di poter pagare la clausola, ma si è arenato sull’ingaggio: i Red Devils chiedono un taglio alle richieste economiche del calciatore, che attualmente guadagna circa 12 milioni netti l’anno.

L’idea Osimhen continua ad affascinare, ma al momento non ci sono contatti concreti. Si attende una mossa formale che però potrebbe non arrivare in tempo.

Il Napoli aspetta, ma si prepara

Il Napoli non ha fretta e osserva l’evolversi della situazione. Ha ancora una clausola per prolungare l’accordo fino al 2027, un’opzione che potrebbe rafforzare la propria posizione nei prossimi colloqui. Intanto, a Castel Volturno si lavora per il raduno previsto tra pochi giorni e Osimhen potrebbe essere convocato se non sarà trovato un accordo prima.

Da parte sua, Victor vorrebbe evitare un’altra estate da separato in casa. L’obiettivo è trovare una nuova squadra prima dell’inizio del ritiro, ma il tempo stringe e l’ansia cresce. Ora la palla è nei piedi dell’attaccante nigeriano: tra clausole, trattative e strategie, il futuro è tutto da decidere.

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