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Foo Fighters, muore a 50 anni batterista Taylor Hawkins

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Si e’ fermato all’improvviso nella notte in un hotel di Bogota’ il cuore di Taylor Hawkins, uno dei piu’ grandi batteristi sulla scena rock che da piu’ di un quarto di secolo era l’anima, assieme al fondatore Dave Grohl, dei Foo Fighters. Si e’ fermato a soli 50 anni lasciando una famiglia (la moglie Alison e tre figli), una marea di fan con il cuore spezzato e tantissimi colleghi che lo piangono, ricordandone il genio ma anche il carattere e l’umanita’. “La famiglia dei Foo Fighters – scrivono i compagni sui social – e’ distrutta per la tragica, prematura morte del nostro amato Taylor Hawkins. Il suo spirito musicale e la sua risata contagiosa vivranno con noi per sempre”. Hawkins si trovava nella capitale colombiana per suonare al Festival Estereo Picnic: sono ignote ancora le cause precise della morte, forse un infarto. La sua ultima esibizione e’ stata al Lollapalooza Argentina. In Italia i Foo Fighters sono attesi il 12 giugno all’I-Days di Milano. Nato in Texas nel 1972 e cresciuto in California, Hawkins inizio’ a suonare molto presto in vari gruppi e accompagno’ anche Alanis Morissette sia in tour che in studio. Nel 1997 l’incontro con Dave Grohl che lo scelse per sostituire William Goldsmith nel nuovo gruppo da lui fondato dopo lo scioglimento dei Nirvana travolti dalla morte di Kurt Cobain. Da allora nacque l’asse di ferro con Grohl e il chitarrista icona Pat Smear che avrebbe portato i Foo Fighters a diventare delle superstar del rock e riempire gli stadi di tutto il mondo. Hawkins ha registrato otto dei dieci album in studio dei Foo Fighters da “There is nothing left to lose” (1999) a “Medicine at midnight” e il disco di cover dei Bee Gees “Hail satin” (2021). Ha anche avuto ruoli importanti nei video del gruppo e nel recentissimo film horror Studio 666, che ha come protagonista la band. Fortissimo il suo legame (“una specie di amore a prima vista”) con Grohl, a sua volta un grande batterista. I due a volte si scambiavano i ruoli durante i concerti della band, con Hawkins alla voce. Grohl nel suo libro del 2021, The storyteller – Tales of life and music, lo ha definito “fratello di un’altra madre, il mio migliore amico, un uomo per il quale prenderei una pallottola”. E in una delle loro ultime interviste (all’edizione australiana di “60 Minutes”) hanno detto: “Hai presente quelle coppie di fidanzati o amici che, anche se bisticciano spesso, sai che rimarranno insieme per sempre? Ecco, noi non siamo cosi’. Non c’e’ mai stato attrito creativo tra di noi”. Il poliedrico batterista ha anche fondato delle sue band in cui faceva anche il chitarrista e frontman (Hawkins and the coattail riders, la cover band Chevy Metal e ultimamente Nhc con Dave Navarro e il bassista dei Jane’s Addiction Chris Chaney) e vanta tantissime collaborazioni (Brian May, Slash, Ozzy Osbourne).

In Italia ha suonato per due volte con Vasco Rossi: nel brano “Praticamente Perfetto” dell’album Nessun Pericolo Per Te (poi reincisa senza di lui nel 1996) e “L’uomo piu’ semplice” pubblicato come singolo nel 2013. Ancora increduli sui social i fan e i colleghi, che pubblicano le sue foto in un serpentone ininterrotto di cordoglio. “No. Non puo’ essere. “Cuore spezzato. Taylor, eri una famiglia per noi. Il nostro amico, nostro fratello, il nostro amato figlio. Ci mancherai cosi’ tanto” si dispera Brian May. “Ho amato il tuo spirito e la tua inarrestabile potenza rock” twitta Tom Morello, chitarrista dei Rage against the machine. “Era veramente una gran persona e un musicista straordinario” scrive Ozzy Osbourne dandogli appuntamento “dall’altra parte”. Travis Barker dei Blink-182 ricorda come agli inizi della sua carriera gli diede speranza e determinazione seguendolo in locali “malafamati”: “Dire che mi mancherai, amico mio, non e’ abbastanza. Fino alla prossima volta che parleremo di batteria e fumeremo nella stanza dei ragazzi…”. Anche Ringo Starr si unisce al dolore e augura “pace e amore a tutta la sua famiglia e pace e amore alla sua band”. Cordoglio e foto di ricordo anche da parte dei Red Hot Chili Peppers e dai Guns N’ Roses. La fan piu’ triste pero’ sara’ forse la piccola Emma Sofia, batterista paraguayana di 9 anni, che pochi giorni fa aveva suonato sotto la pioggia davanti all’hotel di Asuncion nel tentativo di incontrarlo. Alla fine Hawkins era sceso a salutarla e a farsi fotografare con lei. I genitori non hanno il coraggio di dirle che il suo grande mentore non c’e’ piu’….

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Doppio McTominay, il Napoli abbatte anche il Torino ed è capolista con 3 punti sull’Inter

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Il Napoli approfitta dello scivolone dell’Inter e si riprende la vetta solitaria della classifica a quattro giornate dalla fine. Gli uomini di Antonio Conte superano 2-0 il Torino nel match del Maradona: decide la doppietta di Scott McTominay.

I padroni di casa partono subito forte, creando grosse difficoltà ai granata prima con un batti e ribatti nell’area avversaria e poi con un errore di Milinkovic-Savic sulla pressione di Lukaku, su cui è decisivo il salvataggio di Maripan. Al 7′ ci pensa il solito Scott McTominay a sbloccare la contesa: lo scozzese si avventa su un cross basso di Anguissa ed infila la sfera alle spalle di Milinkovic-Savic.

Tifosi scozzesi. Presenza fissa al Maradona

All’11’ i ragazzi di Paolo Vanoli provano a reagire con una conclusione di Adams, che però viene successivamente fermato per fuorigioco. Qualche minuto più tardi il Torino si spinge in avanti con l’ex Elmas, il cui tiro viene deviato sui piedi di Biraghi che fallisce il cross. Gli ospiti fanno possesso palla, ma ad andare a segno è ancora il Napoli: al 42′ Scott McTominay realizza la sua personale doppietta, trovando la deviazione vincente sul traversone di Politano.

Nella ripresa la squadra granata cerca di accelerare le operazioni per riaprire la sfida, ma fa fatica a rendersi pericolosa dalle parte di Meret. Nel frattempo Antonio Conte deve fare i conti con gli infortuni di Buongiorno ed Anguissa, che vengono rispettivamente rilevati da Marin e Billing. Quest’ultimo è subito protagonista poiché al 61′ colpisce una clamorosa traversa su cross di Spinazzola. Al 78′ il neo-entrato Karamoh lascia partire un traversone insidioso, ma Olivera è attento e lo prolunga in calcio d’angolo.

Il secondo tempo del Napoli non è affatto fortunato sotto il punto di vista degli infortuni, dato che anche Lobotka accusa qualche problema fisico: lo slovacco viene sostituito a pochi minuti dal termine. Nel finale gli azzurri amministrano il 2-0 e portano a casa una vittoria fondamentale in ottica Scudetto. In virtù di questo successo, infatti, il Napoli torna in testa alla classifica salendo a 74 punti, a +3 sull’Inter. Nel prossimo turno i campani saranno impegnati nella trasferta del Via del Mare contro il Lecce, in programma sabato.

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Esteri

Tragedia al festival Lapu Lapu a Vancouver: suv travolge la folla, morti e feriti

Durante il festival filippino Lapu Lapu a Vancouver, un suv ha investito la folla causando diversi morti e feriti. Arrestato il conducente. La città è sconvolta.

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Diverse persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite durante il festival del “Giorno di Lapu Lapu” a Vancouver, nell’ovest del Canada, quando un suv ha investito la folla. La polizia locale ha confermato che il conducente è stato arrestato subito dopo l’incidente, avvenuto intorno alle 20 ora locale (le 5 del mattino in Italia).

Il cordoglio della città e della comunità filippina

La tragedia ha sconvolto l’intera città e, in particolare, la comunità filippina di Vancouver, che ogni anno organizza il festival in onore di Lapu Lapu, eroe della resistenza contro la colonizzazione spagnola nel XVI secolo. Il sindaco Ken Sim ha espresso il proprio dolore: «I nostri pensieri sono con tutte le persone colpite e con la comunità filippina di Vancouver in questo momento incredibilmente difficile», ha scritto su X.

Le drammatiche immagini dell’incidente

Secondo quanto riferito dalla polizia e riportato dalla Canadian Press, il suv ha travolto la folla all’incrocio tra East 41st Avenue e Fraser Street, nel quartiere di South Vancouver. I video e le immagini diffusi sui social mostrano scene drammatiche: corpi a terra, detriti lungo la strada e un suv nero gravemente danneggiato nella parte anteriore. Testimoni parlano di almeno sette persone rimaste immobili sull’asfalto.

Il dolore delle autorità

Anche il premier della Columbia Britannica, David Eby, ha commentato la tragedia: «Sono scioccato e con il cuore spezzato nell’apprendere delle vite perse e dei feriti al festival». La comunità è ora unita nel cordoglio, mentre proseguono le indagini per chiarire le cause dell’accaduto.

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Cronache

Verso Conclave tra suffragio e diplomazia, domani la data

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Secondo il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Papa – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis -, il Conclave inizia tra il 15/o e il 20/o giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio prossimi. Oppure tra il 6 e l’11 maggio se si conta dal giorno successivo alla morte. Anche questo ‘busillis’ sarà risolto domattina, quando la quinta congregazione generale dei cardinali stabilirà la data definitiva. Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei ‘novendiali’ nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato ieri con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio.

Dopo di che il possibile ingresso in Sistina e l'”extra omnes” che apre il Conclave. I 135 ‘elettori’ (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all’elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali ‘over-80’, che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di ‘grandi elettori’, insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo. Tra questi ‘grandi vecchi’ c’è sicuramente il 91/enne decano Re, mentre non si sa tra gli italiani quanto potranno esercitare un ruolo di indirizzo ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.

Fra gli stranieri con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente. Intanto oggi, la scena tra i ‘papabili’ è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei ‘novendiali’, davanti ai 200 mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti.

Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell’allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell’officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l’unico vero candidato alla successione. Nella messa di oggi, in cui ha assimilato la tristezza, il turbamento e lo smarrimento per la morte di Francesco a quelli degli “apostoli addolorati per la morte di Gesù”, Parolin è come se avesse esposto sinteticamente una sorta di suo ‘programma’, sulla scia del grande pontificato appena concluso. Ha spiegato che l'”eredità” del Pontefice “dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, ha sottolineato, a proposito di un Pontefice che alla misericordia dedicò anche un Anno Santo straordinario. Papa Francesco “ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”. Una misericordia che è guida anche nell’azione diplomatica della Santa Sede, come si è visto ancora ieri nell’incontro in Basilica tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, in una foto che ha fatto il giro del mondo ed è rimasta l’emblema della giornata: non pochi l’hanno definita “l’ultimo miracolo di papa Francesco”.

Zelensky ieri ha anche incontrato proprio Parolin, capo della diplomazia d’Otretevere, ringraziando poi su X “per il sostegno al diritto dell’Ucraina all’autodifesa e al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al Paese vittima”. E oggi, per l’incontro in Basilica, l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash ha riconosciuto con l’ANSA “il grande sostegno della Santa Sede”.

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