Se andasse in porto potrebbe essere il secondo patteggiamento nell’inchiesta milanese sul caso Lombardia Film Commission. Dopo quello del presunto prestanome Luca Sostegni a 4 anni e 10 mesi con un risarcimento da 20mila euro, infatti, anche Michele Scillieri, uno dei commercialisti di fiducia della Lega arrestati a settembre, ha chiesto l’applicazione della pena: 3 anni e 8 mesi con un versamento di 85mila euro. Anche suo cognato Fabio Barbarossa ha chiesto di patteggiare 2 anni e 2 mesi, versando 30mila euro. Le istanze, concordate con la Procura, saranno valutate da un gip nei prossimi giorni. Nel frattempo, per i contabili della Lega in Parlamento Alberto Di Rubba, anche ex presidente di Lfc, e Andrea Manzoni e per l’imprenditore Francesco Barachetti si profila la richiesta di giudizio immediato (se accolta, si salta la fase dell’udienza preliminare). Scillieri, nel cui studio venne domiciliata la ‘Lega per Salvini premier’ nel 2017 e difeso dal legale Massimo Dinoia, e Barbarossa, difeso dai legali Massimilano Giotto e Roberto Brambilla, hanno chiesto di patteggiare nella tranche dell’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, sulla presunta vendita a prezzo gonfiato di un capannone a Cormano (Milano) con cui sarebbero stati drenati 800mila euro di fondi pubblici della Lfc. Per Scillieri, accusato di peculato, turbativa e reati fiscali, il presunto profitto del reato sarebbe di 85mila euro (da qui l’entita’ del risarcimento). Resta aperto il fronte dell’indagine sui presunti fondi neri per il Carroccio raccolti dai contabili Di Rubba e Manzoni, anche loro finiti ai domiciliari a settembre per il caso Lfc. Scillieri, interrogato piu’ volte dai pm, oltre ad aver fatto ammissioni sul capitolo della compravendita gonfiata, ha raccontato che Di Rubba e Manzoni, in stretti rapporti col tesoriere del Carroccio Giulio Centemero (non risulta indagato), avrebbero fatto “girare” le finanze della Lega e ha parlato di soldi arrivati, attraverso fatture false come ‘pezze’ giustificative, a professionisti e imprese ‘fedeli’ al partito. Partito al quale, poi, avrebbero “retrocesso” percentuali degli incassi fino “al 15%”. Barachetti, dal canto suo, che avrebbe ottenuto oltre 2 milioni di euro negli anni da societa’ legate al Carroccio, stando alle indagini, e’ anche quello che avrebbe preteso piu’ soldi nella “spartizione” degli 800mila euro che la Lfc pago’, usando uno stanziamento regionale, per comprare l’immobile. Di Rubba, pero’, ha messo a verbale Scillieri, “lo tranquillizzo’, prospettandogli le ulteriori commesse” che avrebbe avuto “dalla Lega”. Proprio sui movimenti di soldi, transitati per le societa’ dei commercialisti vicini alla Lega, inquirenti e investigatori stanno facendo approfondimenti in un filone che si intreccia anche con l’inchiesta genovese per riciclaggio e con al centro i famosi 49 milioni di euro spariti. E Scillieri potrebbe essere nuovamente ascoltato dai magistrati milanesi.