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Europa League, l’Inter torna a vincere: Eriksen, classe e gol

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L’Inter torna alla vittoria, ritrova il sorriso ed ipoteca il passaggio del turno agli ottavi di Europa League. Merito del primo gol di Eriksen in nerazzurro, finalmente titolare complice l’ampio turnover che Antonio Conte sceglie per la sfida in Bulgaria. Il sigillo lo mette poi Lukaku, freddo dal dischetto in pieno recupero, per un rigore assegnato dall’arbitro dopo aver rivisto, su segnalazione della Var (all’esordio in Europa League), un colpo di mano in area. Il belga e’ indispensabile per questa squadra che nel primo tempo non convince, e’ spenta, poco propositiva per poi reagire nella ripresa, quando entra il numero 9 in campo. A illuminare la sfida il gol piu’ atteso, quello di Erikens, dalla distanza, come il suo marchio di fabbrica a concretizzare una splendida azione corale interista. Solo la traversa nega al danese la gioia della doppietta. Il Ludogorets non e’ una squadra irresistibile e l’assenza di Kaseru per infortunio, complica ancora di piu’ la partita dei bulgari. Basta un’Inter rimaneggiata per vincere 2-0. Senza i tanti infortunati, concedendo un po’ di riposo ai giocatori piu’ utilizzati, Conte rilancia Godin, Ranocchia (200ma in nerazzurro), D’Ambrosio, e a centrocampo Borja Valero con Moses e Biraghi sugli esterni. In attacco Sanchez e Lautaro. L’argentino non incide e per la terza partita consecutiva delude.

E al ritorno non potra’ neppure scendere in campo, perche’ al 23′ prende l’ammonizione per un’entrata scomposta e sara’ squalificato. Il primo tempo non e’ appassionante. Solo quattro i tiri totali, mai cosi’ pochi in una partita di Europa League finora. Il piu’ pericoloso del primo tempo e’ Biraghi, la sua conclusione in avvio viene deviata in angolo, poi al 25′ calcia in porta al volo su cross di Moses impegnando nella respinta Iliev. Il ritmo e’ comunque basso, tanto che il possesso palla al 45′ e’ in favore del Ludogorets. Nella ripresa i nerazzurri sono piu’ propositivi, alzano il baricentro e tengono il pallino del gioco. Si vedono maggiormente anche gli attaccanti e dopo appena 5′ Sanchez va vicinissimo al gol di tacco che si infrange pero’ sul palo. Si mette in mostra anche Eriksen con una conclusione dalla distanza che viene deviata in angolo da un ottimo intervento di Iliev. Al 19′ Conte manda in campo Lukaku e richiama Lautaro, forse troppo distratto dalle voci di mercato a cui si sono aggiunti anche gli elogi espliciti di Leo Messi. E al 26′ arriva il gol che sblocca la partita con un’azione corale di prima, Vecino per Lukaku bravo a servire poi Eriksen che incrocia di destro e trova l’1-0. Il danese e’ ispiratissimo e dopo due minuti colpisce la traversa di sinistro praticamente da fermo.

L’ex Tottenham non sara’ al massimo della forma fisica, avra’ bisogno ancora di tempo per fare bene anche in fase di copertura, ma anche cosi’ sembra difficile per l’Inter poter fare a meno della sua qualita’ a centrocampo. E nei minuti di recupero, l’arbitro chiamato dalla Var assegna un rigore all’Inter per un tocco di mano in area di Anicet. Ci pensa Lukaku a realizzarlo. E con il 2-0, il ritorno a S.Siro e’ una pratica da archiviare senza difficolta’, anche perche’ dopo tre giorni c’e’ la Juve a Torino, decisiva per la corsa al titolo.

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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