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Europa League: doppietta Saltnes, il Bodo gela la Lazio

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Una Lazio brutta e irriconoscibile è costretta a rinviare, almeno per ora, le ambizioni di conquistare le semifinali di Europa League. Nell’andata dei quarti della competizione continentale in Norvegia, contro il Bodo/Glimt i biancocelesti non entrano mai in partita facendosi dominare dall’inizio alla fine. Padroni di casa che raccolgono nella ripresa quanto di buono fatto anche nel primo tempo: protagonista della serata freddissima, con -2 gradi e nevicate a tratti, è Saltnes che segna una doppietta e si divora almeno altre due occasionissime che avrebbero ipotecato il passaggio del turno per i suoi. Finisce 2-0 per la squadra di Knutsen, ma per Zaccagni e compagni poteva andare molto peggio.

Ora all’Olimpico, tra una settimana, servirà un’impresa per la rimonta. Baroni sceglie Dia centravanti e Castellanos parte dalla panchina, spazio sulla trequarti a Isaksen, Pedro e Zaccagni. Squalificato Rovella, c’è Vecino accanto a Guendouzi. Tra i pali Mandas e non Provedel. Knutsen punta su Hogh (capocannoniere dell’Europa League) affiancato da Blomberg e dall’ex Milan Hauge. Nel piccolo stadio Aspmyra, circondato dalla neve, partono forte i norvegesi che proprio con Hauge si rendono pericolosi: l’ex rossonero vince un rimpallo con Guendouzi e apre il destro sul palo lontano ma Mandas ci arriva e allunga in corner.

Da lì in poi è un monologo per il Bodo che si rende costantemente pericoloso e alla mezz’ora sfiora di nuovo il vantaggio: filtrante di Hauge per l’inserimento di Saltnes, che si gira e trova centralmente Blomberg: il numero 11 calcia da ottima posizione ma non inquadra la porta. Per vedere la prima azione della Lazio degna di nota bisogna aspettare 36 minuti: traiettoria profonda da calcio d’angolo di Zaccagni, Marusic stacca sul secondo palo e trova la risposta di Haikin. Ma è solo un’azione di alleggerimento, perchè il Bodo continua ad attaccare. Bella, insistita e pericolosa l’azione corale dei norvegesi al 45′: Blomberg si inserisce in area e serve di tacco Evjen, che libera al tiro Berg ma la conclusione del capitano è alta Avvio di ripresa disastroso per i biancocelesti che, nonostante le due novità con Dele-Bashiru al posto di Dia e Lazzari per Hysaj, vanno subito sotto: imbucata di Berg per Hauge, che la sposta sul destro e trova in area Blomberg, il cui tocco premia Saltnes, che difende il pallone e batte Mandas.

Sull’1-0 il Bodo continua a schiacciare la Lazio nella sua metà campo con continue ripartenze: Hauge parte largo a destra e riceve palla nel cuore dell’area da Bjorkan. Il suo destro è pericolosissimo e termina alto. Poi sempre Saltnes si divora il raddoppio sparando alto da due passi. Baroni inserisce Castellanos per Pedro, ma, mentre ricomincia a nevicare, arriva il raddoppio del Bodo. Hauge salta Vecino con una finta e dal limite alza la sfera per l’inserimento in area di Saltnes, che batte Mandas con un pregevole pallonetto. Sotto di due gol Baroni cambia ancora: escono Zaccagni e Isaksen, dentro per il finale di partita Noslin e Tchaouna. Il trend della partita non cambia con il Bodo sempre all’attacco ed sprecare almeno altre tre occasioni per il tris. La Lazio non c’è proprio e tra una settimana, subito dopo l’attesissimo derby con la Roma di domenica, servirà un miracolo per conquistare la semifinale.

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Inter, dal sogno del triplete all’incubo zero tituli è un attimo

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La terza sconfitta consecutiva nel giro di una settimana ha capovolto le aspettative e il clima in casa Inter. E, nonostante i cori di supporto della Curva al termine della gara persa con la Roma, il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi riconosce i problemi. “Nel primo tempo non abbiamo fatto una partita d’insieme come siamo abituati. Eravamo un po’ lunghi e abbiamo pagato – le sue parole in conferenza stampa -. I ragazzi hanno messo sul campo tutto quello che avevano. I tifosi anche lo hanno capito e apprezzato, è stato molto bello l’applauso finale. Non ci fa dimenticare questa brutta sconfitta, ora dobbiamo pensare alla prossima partita”.

E Inzaghi non entra nel discorso arbitrale: “In questo momento non dobbiamo pensare alle rimesse, ai rigori, alle punizioni. Dobbiamo stare con la testa sul campo”. Anche perché la prossima partita non sarà una gara qualunque, ma l’andata della semifinale di Champions League in casa del Barcellona. “Adesso serve tutto: riposo, freschezza, recuperare giocatori. Non lo so se ci sarà Thuram. In questo momento non sarebbe opportuno parlare di quello che potrebbe essere – ha proseguito il tecnico -. Dobbiamo andare avanti. Dovremmo essere bravi a fare una partita d’insieme e ce la giocheremo con tanto rispetto ma con nessuna paura”. Stesso messaggio che ha voluto far passare anche Carlos Augusto.

“Ci è mancata un po’ di lucidità per approfittare delle occasioni che abbiamo creato. Ci sono tante partite ravvicinate, però non mi piace avere alibi – ha aggiunto in conferenza stampa -. È una sconfitta che brucia, ma mercoledì abbiamo un’altra partita. Dobbiamo vedere cosa abbiamo sbagliato oggi, avere più lucidità e essere pronti per mercoledì”. Allontanando anche il timore degli zero titoli. “Non c’è paura, essere ad aprile e lottare per delle cose importanti è la cosa più bella, non puoi avere paura di perdere. Abbiamo la possibilità di vincere cose straordinarie”, ha concluso l’esterno brasiliano. Grande soddisfazione invece in casa Roma, con i giallorossi arrivati a 18 partite di fila senza perdere. “È una partita che volevamo vincere per i nostri tifosi che non sono potuti venire – ha spiegato il tecnico giallorosso Claudio Ranieri in conferenza stampa -. Abbiamo avuto 2-3 occasioni per chiudere la partita ma non ci siamo riusciti. È finita 1 a 0 e va bene così, sono sempre tre punti”.

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Real Madrid furioso, Ancelotti via ‘questione di ore’

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“Questione di ore”. Il titolo di ‘Marca’, giornale sportivo spagnolo spesso molto ben informato sulle questioni riguardanti il Real Madrid, lascia intendere che il club pluricampione d’Europa potrebbe risolvere a breve il contratto che lo lega fino a giugno del prossimo anno a Carlo Ancelotti. Tutto dipenderà da una riunione che il presidente Florentino Perez avrà con il tecnico al quale non è bastato aver conquistato tutto alla guida delle ‘merengues’: al Real l’imperativo è vincere sempre, ogni anno, e per questo Florentino non ha mandato giù l’eliminazione dalla Champions League ad opera dell’Arsenal e la sconfitta nella finale di Coppa del Re contro il Barcellona.

La sua espressione corrucciata in tribuna, al momento delle premiazioni, era più eloquente di mille parole e per questo il destino di Ancelotti sembra segnato: via subito, questa sarebbe l’intenzione del presidente, senza neppure attendere la fine del campionato, nonostante il Real sia a -4 dal Barça capolista e ci sia ancora da giocare, domenica 11 maggio, il confronto diretto sul campo dei ‘blaugrana’. Le prossime ore saranno decisive, prima il Real deve individuare un traghettatore, che potrebbe essere uno tra Raul e Guti, autentiche bandiere ‘madridiste’, per poi prendere Xabi Alonso, pronto a lasciare il Bayer Leverkseun, già a giugno in vista del Mondiale per club in America.

In posizione di vigile attesa rimane la federcalcio brasiliana (Cbf), convinta come non mai di affidare ad Ancelotti il ruolo di ct della Seleçao, anche in questo caso magari già a giugno quando ci saranno da giocare due partite delle qualificazioni mondiali. In passato Ancelotti ha parlato, per sondare il terreno sulla questione panchina del Brasile, con il suo ex compagno di squadra Paulo Roberto Falcao e con il suo ex giocatore Kakà e, seppur tentato, sarebbe ancora incerto sul da farsi. E non è da escludere, anzi, che due sue ex squadre, Milan e Roma, non pensino a lui come allenatore per la prossima stagione, visto che sia a Milanello che a Trigoria lo accoglierebbero a braccia aperte.

Ma tutto dipenderà da cosa deciderà il Real Madrid, leggi Florentino Perez, furioso anche con la classe arbitrale e intento anche a capire cosa possa succedere con Rudiger, che dopo le scenate nel post finale di Coppa del Re rischia ora fino a 12 giornate di squalifica. Nel frattempo un altro presidente, Ednaldo Rodrigues della Cbf, cerca di stringere i tempi, ‘innamorato’ com’è di Ancelotti: altro che Jorge Jesùs, lui vuole, e non ne ha mai fatto mistero, l’italiano con il quale è convinto di poter vincere i Mondiali del prossimo anno.

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Liverpool campione d’Inghilterra, è il 20/o titolo

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Il Liverpool è campione d’Inghilterra per la stagione 2024-’25. Ha avuto la certezza del titolo, il 20/o della sua storia, grazie al successo di oggi per 5-1 sul Tottenham, con reti di Luis Diaz, MacAllister, Gakpo e Salah e autogol di Udogie per i Reds. A 4 giornate dalla fine della Premier League il vantaggio degli uomini di Arne Slot sull’Arsenal secondo in classifica è di 15 punti e sono quindi matematicamente campioni.

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