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Euro 2024: Rossi, Calzona, Montella: l’Italia che vince

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Sono ben quattro i ct italiani già qualificati alla fase finale di Euro 2024, che si profila come la più ricca di sempre per competenze tricolori in panchina. Ieri sera hanno staccato il pass l’Ungheria di Marco Rossi e la Slovacchia di Francesco Calzona, aggiungendosi alla Turchia di Vincenzo Montella e al Belgio di Domenico Tedesco. E il quartetto sarà davanti alla tv a seguire gli Azzurri nei due ultimi impegni della Nazionale verso la Germania. “Certo che tiferemo per Italia e Luciano Spalletti. Tutti, ci mancherebbe”, afferma convinto Rossi, all’ indomani della qualificazione un po’ rocambolesca ottenuta dalla nazionale magiara.

E non solo per orgoglio patriottico ma anche per imparare qualcosa in più su una squadra che potrebbero incontrare. “Questi risultati confermano che la scuola allenatori di Coverciano è la migliore, o comunque tra le migliori, al mondo – afferma convinto Rossi -. Sia a livello di club, sia sulle panchine delle nazionali, gli italiani riescono ad emergere anche fuori dai confini. E c’è una componente che ci caratterizza, la grande attenzione all’aspetto tattico e l’analisi dei match. Sotto questo aspetto siamo all’avanguardia. Ma un’altra cosa vorrei sottolineare: al giorno d’oggi si tende a identificare un allenatore giovane con le nuove idee, ma un calcio moderno si fa a prescindere dall’età, e alcuni di noi lo dimostrano, ma basta poi citare maestri come Carlo Ancelotti e lo stesso Spalletti per confutare certe tesi”, aggiunge il 59enne Rossi, il più ‘maturo’ del quartetto davanti a Calzona (55 anni), Montella (49) e Tedesco (38).

“Con Francesco ci sentiamo spesso, ci siamo anche messaggiati dopo la qualificazione, mentre Montella l’ho conosciuto di persona solo di recente ma mi ha fatto una grande impressione, anche per lo spessore umano”, afferma Rossi, approfittando di qualche ora di riposo dopo aver raggiunto il traguardo e in vista della partita di domenica in casa col Montenegro, “un’occasione per festeggiare”. “Qui c’è grande euforia – confessa -, anche perchè abbiamo raggiunto la terza qualificazione continentale di fila, e non era mai successo. Certo un po’ ci siamo complicati la vita, potevamo chiuderla con la Lituania ma abbiamo solo pareggiato. Ieri abbiano fatto qualche errore, poi l’arbitro ci ha messo del suo e l’autogol nel recupero che ha fissato il 2-2 con la Bulgaria è stato un risarcimento”. In vista del torneo, Rossi spera di “recuperare i tanti assenti.

Se saremo al completo, potremo battercela alla pari con tante altre nazionali, senza particolari assilli”, afferma convinto, dopo aver coronato il quinto anno sulla panchina magiara con un altro risultato di prestigio. Calzona ha centrato il traguardo della qualificazione dopo solo un anno di incarico, ripagando la fiducia ottenuta nonostante la poca esperienza da capo allenatore. Ma gli anni passati accanto prima a Maurizio Sarri e poi a Luciano Spalletti lo hanno ‘costruito’ e il rapporto istaurato a Napoli con Marek Hamsik è stato il gancio utile per arrivare a Bratislava. “Sono molto soddisfatto di vedere tanta gente felice. I giocatori meritano di festeggiare, perché tante volte sono stati criticati. E’ un sollievo per me ma soprattutto per loro, è una soddisfazione enorme”, ha detto ieri il tecnico dopo il decisivo 4-1 sull’Islanda.

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Inter, dal sogno del triplete all’incubo zero tituli è un attimo

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La terza sconfitta consecutiva nel giro di una settimana ha capovolto le aspettative e il clima in casa Inter. E, nonostante i cori di supporto della Curva al termine della gara persa con la Roma, il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi riconosce i problemi. “Nel primo tempo non abbiamo fatto una partita d’insieme come siamo abituati. Eravamo un po’ lunghi e abbiamo pagato – le sue parole in conferenza stampa -. I ragazzi hanno messo sul campo tutto quello che avevano. I tifosi anche lo hanno capito e apprezzato, è stato molto bello l’applauso finale. Non ci fa dimenticare questa brutta sconfitta, ora dobbiamo pensare alla prossima partita”.

E Inzaghi non entra nel discorso arbitrale: “In questo momento non dobbiamo pensare alle rimesse, ai rigori, alle punizioni. Dobbiamo stare con la testa sul campo”. Anche perché la prossima partita non sarà una gara qualunque, ma l’andata della semifinale di Champions League in casa del Barcellona. “Adesso serve tutto: riposo, freschezza, recuperare giocatori. Non lo so se ci sarà Thuram. In questo momento non sarebbe opportuno parlare di quello che potrebbe essere – ha proseguito il tecnico -. Dobbiamo andare avanti. Dovremmo essere bravi a fare una partita d’insieme e ce la giocheremo con tanto rispetto ma con nessuna paura”. Stesso messaggio che ha voluto far passare anche Carlos Augusto.

“Ci è mancata un po’ di lucidità per approfittare delle occasioni che abbiamo creato. Ci sono tante partite ravvicinate, però non mi piace avere alibi – ha aggiunto in conferenza stampa -. È una sconfitta che brucia, ma mercoledì abbiamo un’altra partita. Dobbiamo vedere cosa abbiamo sbagliato oggi, avere più lucidità e essere pronti per mercoledì”. Allontanando anche il timore degli zero titoli. “Non c’è paura, essere ad aprile e lottare per delle cose importanti è la cosa più bella, non puoi avere paura di perdere. Abbiamo la possibilità di vincere cose straordinarie”, ha concluso l’esterno brasiliano. Grande soddisfazione invece in casa Roma, con i giallorossi arrivati a 18 partite di fila senza perdere. “È una partita che volevamo vincere per i nostri tifosi che non sono potuti venire – ha spiegato il tecnico giallorosso Claudio Ranieri in conferenza stampa -. Abbiamo avuto 2-3 occasioni per chiudere la partita ma non ci siamo riusciti. È finita 1 a 0 e va bene così, sono sempre tre punti”.

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Real Madrid furioso, Ancelotti via ‘questione di ore’

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“Questione di ore”. Il titolo di ‘Marca’, giornale sportivo spagnolo spesso molto ben informato sulle questioni riguardanti il Real Madrid, lascia intendere che il club pluricampione d’Europa potrebbe risolvere a breve il contratto che lo lega fino a giugno del prossimo anno a Carlo Ancelotti. Tutto dipenderà da una riunione che il presidente Florentino Perez avrà con il tecnico al quale non è bastato aver conquistato tutto alla guida delle ‘merengues’: al Real l’imperativo è vincere sempre, ogni anno, e per questo Florentino non ha mandato giù l’eliminazione dalla Champions League ad opera dell’Arsenal e la sconfitta nella finale di Coppa del Re contro il Barcellona.

La sua espressione corrucciata in tribuna, al momento delle premiazioni, era più eloquente di mille parole e per questo il destino di Ancelotti sembra segnato: via subito, questa sarebbe l’intenzione del presidente, senza neppure attendere la fine del campionato, nonostante il Real sia a -4 dal Barça capolista e ci sia ancora da giocare, domenica 11 maggio, il confronto diretto sul campo dei ‘blaugrana’. Le prossime ore saranno decisive, prima il Real deve individuare un traghettatore, che potrebbe essere uno tra Raul e Guti, autentiche bandiere ‘madridiste’, per poi prendere Xabi Alonso, pronto a lasciare il Bayer Leverkseun, già a giugno in vista del Mondiale per club in America.

In posizione di vigile attesa rimane la federcalcio brasiliana (Cbf), convinta come non mai di affidare ad Ancelotti il ruolo di ct della Seleçao, anche in questo caso magari già a giugno quando ci saranno da giocare due partite delle qualificazioni mondiali. In passato Ancelotti ha parlato, per sondare il terreno sulla questione panchina del Brasile, con il suo ex compagno di squadra Paulo Roberto Falcao e con il suo ex giocatore Kakà e, seppur tentato, sarebbe ancora incerto sul da farsi. E non è da escludere, anzi, che due sue ex squadre, Milan e Roma, non pensino a lui come allenatore per la prossima stagione, visto che sia a Milanello che a Trigoria lo accoglierebbero a braccia aperte.

Ma tutto dipenderà da cosa deciderà il Real Madrid, leggi Florentino Perez, furioso anche con la classe arbitrale e intento anche a capire cosa possa succedere con Rudiger, che dopo le scenate nel post finale di Coppa del Re rischia ora fino a 12 giornate di squalifica. Nel frattempo un altro presidente, Ednaldo Rodrigues della Cbf, cerca di stringere i tempi, ‘innamorato’ com’è di Ancelotti: altro che Jorge Jesùs, lui vuole, e non ne ha mai fatto mistero, l’italiano con il quale è convinto di poter vincere i Mondiali del prossimo anno.

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Liverpool campione d’Inghilterra, è il 20/o titolo

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Il Liverpool è campione d’Inghilterra per la stagione 2024-’25. Ha avuto la certezza del titolo, il 20/o della sua storia, grazie al successo di oggi per 5-1 sul Tottenham, con reti di Luis Diaz, MacAllister, Gakpo e Salah e autogol di Udogie per i Reds. A 4 giornate dalla fine della Premier League il vantaggio degli uomini di Arne Slot sull’Arsenal secondo in classifica è di 15 punti e sono quindi matematicamente campioni.

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