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Esplosione ad Aprilia: tragedia familiare, quattro vittime sotto le macerie

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Un boato assordante, avvertito a chilometri di distanza, ha anticipato la tragedia. Subito dopo, fiamme altissime hanno avvolto una villa in via Apollo, nel comune di Aprilia, provincia di Latina, a pochi chilometri da Roma. Tra le macerie, un drammatico bilancio: quattro vittime, tra cui una bambina di soli 11 anni e sua nonna.

La villa, un’abitazione di 265 metri quadrati, era in vendita sui principali portali immobiliari. I primi rilievi condotti dai vigili del fuoco e dai carabinieri del comando provinciale di Latina indicano come probabile causa dell’esplosione una fuga di gas, forse proveniente dal bombolone esterno di Gpl. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, sono in corso per chiarire l’origine del disastro.

Le vittime della tragedia

Tra i detriti sono stati ritrovati i corpi di Laura, la nonna, e della piccola Carlotta, una bambina che avrebbe compiuto 12 anni il 23 dicembre. La piccola si trovava in casa dei nonni per fare i compiti, mentre i genitori erano al lavoro.

Gravemente ferito Giovanni Raffa, 73 anni, ex consigliere comunale e attuale commissario della Lega di zona, residente ad Aprilia ma originario di Villanova del Battista in provincia di Avellino. Trasportato d’urgenza in ospedale, l’uomo lotta ancora tra la vita e la morte.

Nella notte, tra i calcinacci e le travi crollate, è stato rinvenuto un quarto cadavere: si tratta di una donna, probabilmente maggiorenne, che viveva nella villetta insieme alle altre vittime.

Le ricerche e le indagini

Le ricerche sono andate avanti per ore, con l’impegno di diverse squadre dei vigili del fuoco e dei carabinieri di Aprilia. La presenza di un’altra persona, inizialmente dispersa, ha spinto gli operatori a lavorare senza sosta fino alla tarda notte.

Gli inquirenti, al momento, non escludono alcuna ipotesi: l’esplosione potrebbe essere stata causata da un guasto improvviso o da una negligenza, ma solo gli accertamenti tecnici potranno fare chiarezza.

Il dramma di una famiglia

I genitori della piccola Carlotta, appresa la notizia, si sono precipitati in via Apollo, sconvolti dalla perdita improvvisa della loro bambina. Una giornata ordinaria si è trasformata in una tragedia che ha cancellato in pochi istanti più generazioni di una stessa famiglia.

La comunità di Aprilia e la provincia di Latina sono sotto shock. Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni, mentre l’intera zona è presidiata per garantire sicurezza e consentire gli accertamenti necessari.

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Condannato a 30 anni per omicidio si nascondeva in B&B sul mare

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Lo hanno catturato i carabinieri, che si sono finti turisti, in un B&B in riva al mare nel Salento dove si era nascosto dopo una condanna definitiva a 30 anni di carcere per omicidio. È stato arrestato così Cosimo Mazzotta , 51 anni, leccese, latitante dallo scorso 8 marzo dopo che la sua condanna era stata confermata in via definitiva dalla Cassazione.

A trovarlo in un B&B di Torre Lapillo, nel comune di Porto Cesareo, sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale. Dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni una coppia di carabinieri, fintisi turisti, hanno prenotato una stanza vicina a quella del latitante e hanno avvisato le altre pattuglie che hanno circondato la struttura ricettiva e hanno fatto irruzione, cogliendo Mazzotta di sorpresa.

Il 51enne, che si era registrato con un nome falso, al momento dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori, ai quali ha raccontato che per non farsi scoprire aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata. L’uomo aveva con sè vari telefoni e diverse utenze telefoniche. La condanna a 30 anni di carcere era stata comminata dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto il 30 maggio del 2024, per l’omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, commesso il 17 marzo del 1999 del 21enne Gabriele Manca, coinvolto in contrasti legati allo spaccio di droga.

Il giovane fu assassinato in una zona di campagna a Lizzanello a pochi chilometri da Lecce. La vittima, secondo il quadro ricostruito dai carabinieri del ROS diciotto anni dopo il delitto, era stata uccisa a colpi di pistola sparatigli alle spalle mentre tentava la fuga da un commando di quattro persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione. Mazzotta è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio.

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Il padre picchia la madre, bambina di 11 anni chiama il 112

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A Bolzano una bambina di undici anni ha chiamato il 112 perché il padre stava picchiando la madre. Sul posto è intervenuta una pattuglia della Questura che ha arrestato l’uomo. Piangendo disperata, la bambina ha chiesto l’intervento urgente della Polizia per fermare il padre che stava massacrando di botte la mamma. Giunti immediatamente sul posto, i poliziotti si sono imbattuti in un uomo che in evidente stato di agitazione sin da subito ha iniziato ad assumere un comportamento ostile ed aggressivo nei loro confronti. Gli agenti con non poca fatica sono riusciti ad accedere all’interno dell’appartamento, nonostante l’uomo continuasse a minacciare di morte la moglie e la figlia. Dopo aver messo in sicurezza in un’altra stanza la donna e la bambina, gli agenti hanno cercato di placare l’ira dell’uomo – un bolzanino 50enne – il quale ha però minacciato di morte anche loro. Nel frattempo la donna ha riferito di continue aggressioni subite dal marito e di non aver mai sporto denuncia per paura delle ripercussioni e per non perdere l’affidamento della bambina.

Portata in ospedale per le cure del caso, la donna ha infine sporto denuncia. Portato in Questura, l’uomo ha continuato ad affermare che non appena fosse uscito da lì, le avrebbe trovate ed ammazzate moglie e figlia. A questo punto è scattato l’arresto per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi e minaccia a pubblico ufficiale. Il Questore Paolo Sartori, quindi, in considerazione della gravità di quanto accaduto, ha immediatamente emesso nei confronti dell’uomo la misura di prevenzione personale dell’ammonimento, disponendo altresì l’avvio della procedura per l’emissione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. “L’ intervento in soccorso dell’ennesima vittima di violenze domestiche è stato reso possibile grazie alla determinazione di questa bimba, il che ha consentito di evitare ben più tragiche conseguenze”, ha evidenziato Sartori.

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Calcio: arbitro Coppa del Re denuncia pressioni di Real Madrid Tv

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L’arbitro della finale di coppa del Re, domani sera a Siviglia tra Barcellona e Real Madrid, Ricardo de Burgos Bengoechea, ha puntato il dito contro la Tv del Real per la pressione che mette sui direttori di gara designati per le partita della squadra guidata da Carlo Ancelotti. Senza riuscire a trattenere le lacrime durante la conferenza stampa svoltasi alla vigilia, l’arbitro ha denunciato che “i video su Real Madrid TV ci mettono grande pressione e hanno anche gravi ripercussioni nella tua vita privata – ha detto -. Quando tuo figlio torna a casa da scuola piangendo perché gli dicono che suo padre è un ladro, è davvero dura. E’ una situazione assurda”.

De Burgos Bengoechea ha aggiunto che è il momento di “riflettere” sulla situazione attuale del calcio spagnolo, affermando che diversi suoi colleghi avevano deciso di scendere di categoria per non subire più la pressione dei massimi livelli. Il canale televisivo del Real Madrid produce ogni settimana dei video per screditare gli arbitri delle loro prossime partite. Ma la pressione è aumentata da febbraio, quando il club ha lanciato una guerra istituzionale contro un sistema arbitrale “completamente screditato” e un “sistema corrotto dall’interno” dopo le decisioni che la Liga ha preso nei suoi confronti. Il responsabile della Var, Pablo Gonzalez Fuertes, ha detto a sua volta che gli arbitri potrebbero prendere ulteriori provvedimenti sulle trasmissioni di Real Madrid TV. “Non c’è dubbio che dovremo iniziare ad adottare misure molto più serie Faremo la storia, perché non continueremo a sopportare quello che stiamo sopportando”, ha affermato, senza approfondire.

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