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Erdogan attacca Israele: viola la Torah

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Anche a Berlino, anche accanto al cancelliere di un Paese in “debito” eterno a causa del genocidio ebraico perpetrato dai nazisti, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha provocato verbalmente Israele tirando in ballo il riferimento centrale dell’ebraismo nel fornire il bilancio di sangue palestinese a Gaza. “Bombardare ospedali o uccidere bambini non è nella Torah. Non si può fare”, ha detto Erdogan in un’attesissima conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz prima di una cena di lavoro. Ma, quasi per non esagerare, viste le recenti tensioni con Berlino, il capo di Stato turco ha voluto dichiararsi al tempo stesso ‘guida’ nella lotta all’antisemitismo.

Gli israeliani a Gaza hanno ucciso “13mila” persone e anche “bambini”, “bombardano gli ospedali”: di fronte a tutto questo “non dovremmo levare la nostra voce?”, ha chiesto retoricamente Erdogan, le cui dichiarazioni dei giorni scorsi avevano creato tensione con la Germania. In particolare quelle in cui aveva definito Israele “stato terrorista” e Hamas “organizzazione di liberazione”, dichiarazioni bollate come “assurde” da Scholz che considera la sicurezza di Israele “ragion di Stato” tedesca. Richiesto di esplicitare un suo riconoscimento del diritto all’esistenza di Israele, Erdogan ha sostenuto che “non ci dovrebbe essere alcuna discriminazione tra ebrei, cristiani e musulmani nella regione” mediorientale.

“Sono il primo a guidare la lotta contro l’antisemitismo nel mondo”. E con una chiara provocazione ai tedeschi, cui ha rimproverato un “debito psicologico” nei confronti dello Stato ebraico, Erdogan ha chiarito: “Parlo liberamente perché non siamo in debito con Israele. Non siamo passati per l’Olocausto”. Scholz ha colto l’occasione per ribadire la dottrina di Berlino: “la nostra solidarietà con Israele è fuori discussione. Israele ha il diritto (…) di difendersi” e quello all’esistenza è “irreversibile”.

Hamas, che nella Turchia ha un grande sponsor, inoltre va messa in condizione di non poter attaccare di nuovo. Insomma, come ha detto lo stesso cancelliere rivolgendosi direttamente a Erdogan, “non è un segreto che abbiamo opinioni diverse, a volte molto diverse, sul conflitto in corso” ma “proprio per questo i nostri colloqui sono importanti, soprattutto in questo momento difficile”. Un punto su cui i due si sono mostrati d’accordo è stata la soluzione dei “due stati” per la questione palestinese. E non sono mancati gli ammiccamenti. Tra gli altri, quello in cui il presidente turco ha dichiarato disponibilità a mediare sulla questione degli ostaggi israeliani a Gaza, tra cui diversi di cittadinanza anche tedesca, prospettando uno scambio con detenuti palestinesi in Israele. Il cancelliere dal canto suo ha definito un “buon accordo” quello fra Turchia e Ue del 2016 che in pratica paga Ankara per accogliere profughi mediorientali.

 

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Usa: consigliere per la sicurezza nazionale Waltz lascia incarico dopo scandalo Signal

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Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, e il suo vice Alex Wong hanno presentato le loro dimissioni, lasciando così l’amministrazione Trump. Lo riferisce Fox News, dopo le anticipazioni del Wall Street Journal. La decisione è dovuta alle polemiche scatenate dal “Signalgate”, la pubblicazione da parte del direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg, di uno scambio in una chat su Signal riservata in cui Waltz aveva inavvertitamente incluso lo stesso giornalista, rivelando la preparazione di attacchi contro i ribelli Houthi in Yemen. Waltz si era assunto la piena responsabilità dell’incidente.

 

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Zelensky: l’accordo sulle terre rare è davvero equo

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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