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Economia

Entro giugno ok ddl anticorruzione, tassello per Pnrr

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Entro il mese di giugno vedranno la luce anche le nuove regole su appalti e anticorruzione nonche’ su trasparenza e sulla concorrenza cosi’ come prevede la tappa delle riforme promessa dal Governo per affiancare il Pnrr cosi’ da averne ottenuto il via libera da Bruxelles. “A fine mese approveremo le norme anticorruzione e sulla trasparenza”, ha assicurato infatti il ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo al Forum P.A indicando anche le norme sulla concorrenza come possibile oggetto del pacchetto. Brunetta sottolinea come “da pochi mesi c’e’ una nuova Italia che rispetta le scadenze”. Archiviate le semplificazioni e la governance inserite nel decreto Recovery, il cronoprogramma del Pnrr procede quindi ancora a velocita’ accelerata. Per rispettarlo, il governo e’ gia’ intervenuto nel campo della P.A. definendo le norme per il reclutamento. A giugno era prevista appunto la presentazione del ddl delega per la riforma del Codice degli appalti e una seconda delega per l'”abrogazione e la revisione di norme che alimentano la corruzione”. Un fenomeno contro cui il Pnrr indica come necessario “rivedere e razionalizzate le norme sui controlli pubblici di attivita’ private, come le ispezioni, che da antidoti alla corruzione sono divenute spesso occasione di corruzione”. Lo spirito con cui si dovrebbe procedere alla riforma individua anche l’eliminazione delle “duplicazioni e le interferenze tra le diverse tipologie di ispezioni mentre serve semplificare le norme sulla repressione della corruzione e dell’illegalita’ nella pubblica amministrazione e le disposizioni sull’inconferibilita’ e l’incompatibilita’ di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e gli enti privati in controllo pubblico”. Dovrebbe trovare spazio anche “un’unica piattaforma per la trasparenza amministrativa” per alleggerire gli obblighi di pubblicazione delle varie amministrazioni su proprie piattaforme. La piattaforma unica per la trasparenza puo’ essere realizzata in via amministrativa dall’Autorita’ Nazionale Anticorruzione, secondo il Pnrr mentre i tempi di attuazione della riforma in via di approvazione prevede un termine di nove mesi dall’approvazione per l’adozione dei decreti delegati. Le Proposte di riforma sono gia’ state elaborate da una Commissione Ministeriale presso il Dipartimento della Funzione Pubblica. Il 70% dell’impatto positivo delle riforme stimato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e’ dovuto a semplificazione e riforma della Pubblica amministrazione, sottolinea Brunetta. “L’Autorita’ nazionale anticorruzione riveste un ruolo cruciale nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, i cui progetti devono essere realizzati e completati nei tempi previsti e mantenendo tutti i presidi di legalita’”, ha del resto riconosciuto il responsabile del Mims, Enrico Giovannini qualche giorno fa. Piu’ nel concreto secondo l’Anac per realizzare appieno quanto prevede il Recovery sara’ “centrale” il potenziamento della Banca dati nazionale dei contratti pubblici, “un patrimonio informativo” con 53 milioni di contratti complessivamente censiti negli ultimi 10 anni per un valore di circa 2.240 miliardi di euro, ma occorrera’ anche “un intervento normativo teso a rafforzare anche la struttura organizzativa dell’Autorita’, cosi’ da assicurare sufficienti mezzi e risorse”.

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Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

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Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

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Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

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Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

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