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Cronache

Eleonora Giorgi: ultimo abbraccio affetto senza retorica con la musica dei Pink Floyd

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Nessuna retorica, solo grande affetto ai funerali di Eleonora Giorgi oggi pomeriggio nella chiesa degli Artisti di piazza del Popolo a Roma, quasi a voler restituire un po’ di quella luce e di quella dignità dimostrate dall’attrice negli ultimi mesi durante il calvario della sua malattia. A dare l’ultimo saluto all’artista, che si è spenta a 71 anni il 3 marzo per un tumore al pancreas, in prima fila i suoi due figli, Andrea Rizzoli e Paolo Ciavarro, che si sono stretti a lei e mai l’hanno lasciata sola nella malattia, e tutta la sua famiglia, dalla nuora Clizia Incorvaia all’ex marito Massimo Ciavarro, e ancora gli amici di sempre, Carlo Verdone e Christian De Sica, e Sergio Castellitto, Rita Rusic, Massimo Ghini, Barbara Palombelli, accanto a colleghi e allievi dell’Accademia Artisti in cui insegnava.

Ma l’abbraccio fortissimo è arrivato anche dalle persone comuni, tante, che oggi pomeriggio, molto prima dell’inizio delle esequie programmate per le 16, hanno affollato la piazza: il suo pubblico l’ha chiamata a gran voce, gridando “Eleonora”, mostrando cartelli e fotografie, e applaudendo con commozione il feretro all’arrivo, entrato poi in chiesa sulle note di Wish you were here dei Pink Floyd, come richiesto dall’artista. “È stato un momento bellissimo vedere l’abbraccio della gente, una cosa che fa capire come mia madre in qualche modo sia riuscita a toccare ognuno di loro. Magari qualcuno l’ha conosciuta di persona e magari altri solo attraverso i personaggi dei suoi film o dalla tv eppure tutti si sono sentiti in dovere di restituire qualcosa, chiunque loro è qui non in cerca di visibilità, sta dicendo guardate che volevamo bene anche noi ad Eleonora. Questo riempie il cuore di gioia”, ha detto il figlio Andrea.

“Mamma ha dimostrato coraggio e per me che sono il figlio sapere che con la sua testimonianza sia riuscita ad aiutare gli altri è il più grande orgoglio”, ha aggiunto l’altro figlio Paolo. Anche di fronte a una perdita avvenuta davvero troppo presto, non c’è stato spazio ai funerali per la rabbia: al contrario, a brillare è stato il ricordo del suo esempio, di quella forza granitica e “leggera”, di quel sorriso aperto e solare con cui negli ultimi mesi Eleonora Giorgi ha raccontato una malattia spietata come il cancro, invitando tutti a “non sprecare nemmeno un istante” di vita. Una serenità autentica, che la star popolarissima del cinema ha saputo comunicare con verità e semplicità, e che ha colpito il cuore di tanti. Ecco perché nel momento delle testimonianze, dopo il rito, il figlio Andrea ha voluto ancora una volta rifiutare quella retorica del cancro come battaglia che vede i pazienti come guerrieri. “Guerriero è chi scende in campo per combattere con le armi, chi è malato si affida alle cure e alla fede” ha detto, “mamma ha cercato di aiutare gli altri mettendo in piazza il suo dolore e lo ha deciso durante la prima Pet, quando davanti a lei c’era un bambino di 6 anni.

Chissà, forse era malato anche lui, ma lei da quel momento ha scelto di affrontare tutto col sorriso. Io e Paolo non siamo stati forti, noi siamo stati trascinati dalla sua forza”. Dopo la cerimonia funebre celebrata dal vescovo Antonio Staglianò, il feretro è uscito ancora tra gli applausi mentre dall’altoparlante risuonava A whiter shade of pale dei Procol Harum, anche questo un ultimo desiderio dell’attrice. Poi ancora lacrime ma soprattutto sorrisi da parte della famiglia, di fronte a così tanto amore e rispetto verso una donna capace di dare agli altri un esempio di dignità non comune anche nella sofferenza, nella dolorosa consapevolezza di non avere più un futuro davanti a sé.

Di “una pacatezza filosofica rara”, ha parlato Carlo Verdone, che in chiesa ha letto per lei la Preghiera degli Artisti. Il regista, legato da una profonda amicizia a Eleonora Giorgi, ha voluto ricordare il valore di una donna “che ha dato forza a chi soffriva come lei”, ammettendo con commozione che “per me lei sarà sempre Nadia”, bellissima protagonista del suo film Borotalco. Commosso alle lacrime anche Massimo Ciavarro, padre di Paolo e uno dei due grandi amori dell’attrice (l’altro è Angelo Rizzoli, padre di Andrea), che le ha lasciato un ultimo dolcissimo messaggio: “Voglio dire che negli ultimi giorni in clinica era bellissima: mai, mai in questi anni l’ho vista così bella”.

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Cronache

Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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Campione di poker non dichiara vincite, recuperati 1,5 milioni

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Considerato uno dei migliori giocatori al mondo di poker live , non avrebbe mai dichiarato le proprie vincite. Enrico Camosci, 31 anni, bolognese, è stato sottoposto ad una verifica fiscale dalla Guardia di Finanza, nucleo operativo metropolitano di Bologna. La ricostruzione della sua posizione, preventivamente condivisa con la locale Agenzia delle Entrate e da cui è successivamente scaturita la denuncia per omessa dichiarazione, è stata fatta anche attraverso la ricerca di informazioni sui siti specializzati e sui social, consentendo di recuperare a tassazione oltre 1,5 milioni di euro di redditi da lavoro autonomo, derivanti dall’attività sportiva svolta in forma abituale e professionale al di fuori dell’Unione Europea. Se da un lato, spiega infatti la Gdf, i premi corrisposti da case da gioco autorizzate all’interno dell’Unione Europea non vanno dichiarati, in quanto soggetti a ritenuta alla fonte, quelli conseguiti al di fuori del territorio comunitario costituiscono reddito per l’intero ammontare percepito.

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Arrestato giovane a Bolzano per propaganda razzista e addestramento al terrorismo

Operazione dei Carabinieri a Bolzano: arrestato un giovane per propaganda razzista e attività con finalità di terrorismo. Indagini coordinate dalla Procura di Trento.

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In data odierna, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Trento, i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Bolzano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino italiano. Il giovane è sottoposto a indagini per attività di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa aggravata, nonché per addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Trento, è il risultato di una complessa attività investigativa avviata nel settembre 2023 grazie a un contributo dell’intelligence italiana. L’indagine ha portato all’individuazione di un profilo social attivo nella diffusione di materiale di matrice nazionalsocialista e di supporto all’organizzazione terroristica jihadista nota come “Stato Islamico”.

Tecniche sofisticate per evitare l’identificazione

Nonostante l’indagato avesse adottato sofisticati accorgimenti informatici per restare anonimo, i Carabinieri del ROS sono riusciti a identificarlo. Le investigazioni hanno confermato l’intensa attività di diffusione di contenuti multimediali di propaganda jihadista e antisemita, oltre a documentare un percorso di apprendimento per la costruzione di ordigni esplosivi azionati tramite detonatori wireless.

Il giovane, diplomato come perito elettrotecnico, si vantava in comunicazioni telefoniche e telematiche di essere in procinto di realizzare un ordigno artigianale del tipo TATP, chiedendo indicazioni su come costruire un detonatore a distanza e acquisendo i componenti elettronici necessari. Inoltre, risultava impegnato in un’opera costante di indottrinamento dei familiari, inclusi un fratello minore di soli 10 anni e un altro fratello maggiorenne, con il quale discuteva anche dell’acquisto di un’arma da fuoco.

Perquisizioni e materiali sequestrati

Le perquisizioni disposte dalla Procura Distrettuale di Trento hanno permesso di sequestrare una maschera antigas, oltre 200 unità di polvere pirica, componenti elettroniche per rilevamento di microspie, strumenti per la fabbricazione di telecomandi a distanza e attrezzature per microsaldature. Sono stati sequestrati anche materiale informatico e documentale ritenuto di interesse investigativo.

Un percorso di de-radicalizzazione interrotto

L’odierna indagine si collega a una precedente, condotta dalla Procura per i minorenni di Bolzano, che aveva visto coinvolto lo stesso soggetto quando era ancora minorenne. All’epoca fu avviato a un programma educativo e riabilitativo di de-radicalizzazione, innovativo strumento di contrasto al terrorismo, il cui percorso però si interruppe con l’emergenza Covid-19, senza ottenere i risultati sperati.

Presunzione di innocenza

Si ricorda che, in base al principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta a indagini sarà definitivamente accertata solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna. Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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