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Cronache

È morto l’ex ballerino e coreografo Stefanescu

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È morto a Reggio Emilia l’ex ballerino di fama internazionale e coreografo di danza classica Marinel Stefanescu. Ad annunciarlo, il giorno della Vigilia di Natale, è stata la famiglia con un post sulla pagina facebook dell’artista: “Il 24 dicembre è calato il sipario”. Stefanescu avrebbe compiuto 77 anni domani. Nato in Romania a Bucarest, nipote d’arte (lo zio Gabriel Popescu fu un noto primo ballerino) a cinque anni ebbe il suo primo approccio con la danza (“Ero innamorato della prima ballerina rumena Irinel Liciu e per attirare la sua attenzione, con le scarpe da tennis ai piedi, indossai una maglietta bianca con scritto ‘La morte del cigno'”, raccontava nelle interviste) e nel 1966 si diplomò col massimo dei voti alla scuola di ballo dell’opera di Bucarest.

Si forma al teatro Bolshoi di Mosca e poi al Kirov di Leningrado col celebre maestro Alexander Pushkin. Nel 1968 riceve la medaglia d’oro al concorso internazionale di danza a Varna a pari merito con Mihail Barishnikov e viene nominato primo ballerino all’Opera di Bucarest. Nel 1969 vince il premio per la miglior interpretazione al primo concorso internazionale di balletto a Mosca.

Da qui comincia la sua brillante carriera di caratura mondiale e viene invitato come artista-ospite protagonista di tutto il repertorio classico-romantico e moderno nei maggiori teatri d’Europa ballando con partner del calibro, tra le altre, di Alicia Alonso, Tessa Beaumont, Magdalena Popa, Iliana Iliescu, Natalia Makarova, Liane Daydé, Ekaterina Maximova, Vera Kirova e Liliana Cosi. Proprio con quest’ultima, nota direttrice artistica ed ex ètoile della Scala di Milano (teatro nel quale insieme furono protagonisti di memorabili opere come Giselle, Schiaccianoci, Romeo e Giulietta ed Excelsior) che conobbe a Madrid nel 1972 in occasione di una serata di gala per i Reali di Spagna al teatro Zarzuela, iniziò a dedicarsi alla coreografia proprio in Italia al Festival della Valle d’Itria nel 1975 (nello stesso anno Stefanescu riuscì a organizzare al teatro Fraschini di Pavia ben dieci spettacoli del ‘Lago dei Cigni’ col corpo di ballo e l’orchestra dell’Opera di Bucarest).

Due anni dopo, insieme a Liliana Cosi, sua partner artistica per eccellenza, fondò l’Associazione Balletto Classico a Reggio Emilia dove Stefanescu si era stabilito con la moglie Louise Anne Smith (anche lei cofondatrice della scuola) sposata a Londra nel 1976 e dalla quale ha avuto tre figlie, tra cui Nicoletta che è stata allieva di Stefanescu e che oggi dirige la scuola a Reggio Emilia che ha sfornato e continua a formare tanti validi ballerini professionisti. Stefanescu nel 1984 ha ricevuto la cittadinanza italiana e nel 1997 lasciò il palcoscenico dedicandosi alla coreografia nonché alla pittura (ha esposto personali a Reggio Emilia, Roma, Bucarest, Edmonton, Gallarate, Livorno).

L’8 dicembre 2002 è stato insignito della “Stella d’oro” di Romania al valore artistico con il titolo di “Cavaliere”, da parte del presidente della Romania. I funerali di Stefanescu si terranno domattina alle 10 nel suo domicilio a Mancasale di Reggio Emilia, poi la salma sarà tumulata al cimitero di Villa Sesso dove riposerà.

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Ucciso a colpi di pistola in auto mentre fa benzina

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Omicidio questa mattina in una stazione di benzina di Mondragone, comune del litorale casertano. Un commerciante, L.M., è stato ucciso a colpi di pistola da un uomo, un imprenditore, che ha fatto fuoco mentre la vittima era in auto, per poi allontanarsi sotto gli sguardi terrorizzati del gestore del distributore, situato sulla statale Domiziana, e di altri avventori. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini.

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Ucciso con una fiocina, l’omicidio in assenza di una minaccia

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In assenza di una minaccia diretta, per sé e per la propria compagna, uccise un 23enne con un colpo di fiocina sparata da un fucile subacqueo in via Cilea a Sirolo (Ancona) il 27 agosto del 2023: un omicidio che non sarebbe scaturito dall’iniziale “diverbio stradale” ma dal successivo intervento dei fratelli della vittima, uno dei quali lo colpì con un pugno per il quale l’omicida intese “vendicarsi”.

Lo scrive la Corte d’Assise di Ancona nella motivazione della sentenza con la quale, il 21 gennaio scorso, ha condannato a 18 anni di carcere Melloul Fatah, 28 anni, per l’omicidio volontario, senza l’aggravante dei futili motivi, di Klajdi Bitri, albanese 23enne. Il delitto avvenne di primo pomeriggio a seguito di un litigio per motivi stradali, all’altezza di una rotatoria. Si era creato un ingorgo di auto e dopo vari insulti, che avevano coinvolto anche parenti e amici della vittima, Fatah era tornato al proprio veicolo per prendere la fiocina e puntarla al petto del giovane poi deceduto. Subito dopo era risalito a bordo dell’auto, dove si trovava anche la fidanzata, e se ne era andato.

Era stato arrestato prima di cena, a Falconara, dai carabinieri. L’imputato, difeso dall’avvocato Davide Mengarelli, ha sostenuto di non essersi accorto del colpo mortale e di aver preso il fucile solo per spaventare il gruppetto che gli dava addosso. Secondo i giudici, però, la sua versione non è plausibile. “Ha scelto in totale autonomia di inseguire, in assenza di qualsivoglia minaccia, per sé e per la propria compagna, – scrive la Corte a proposito dell’imputato – di prelevare il fucile elastico con fiocina a tre punte, che utilizzava per la pesca subacquea, di imbracciarlo e di puntarlo alla vittima che in piedi, dietro la Mercedes, dopo pochi attimi decedeva nell’impotenza e nello sconforto generale”. Secondo la Corte, il 28enne agì per vendicare il pugno che aveva subito nella lite: “compreso di non poter prevalere e attesa l’inferiorità numerica – osserva nella sentenza il presidente della Corte Roberto Evangelisti – non reagiva e si dirigeva verso la propria auto dando l’impressione di desistere e di voler riprendere la marcia, apparenza però ingannevole poiché il fine che muoveva Melloul era antitetico”. La fidanzata “non aveva eccepito alcun pericolo, per nulla allarmata si chinava a recuperare gli occhiali caduti in precedenza al fidanzato nel corso dello scontro con la vittima e i suoi amici”.

La Corte ripercorre i drammatici attimi dell’omicidio: Fatah “ha premuto a distanza di circa due metri e mezzo il grilletto del suo fucile subacqueo munito di tridente contro Klajdi, facile bersaglio in quanto in posizione eretta, disarmato e impossibilitato a opporre qualsivoglia difesa se non tentare di disporsi in posizione di chiusura alzando il ginocchio sinistro in funzione di scudo”. I familiari della vittima erano parte civile nel processo con gli avvocati Marina Magistrelli e Giulia Percivalle.

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Cronache

Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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