Collegati con noi

Politica

Draghi all’Ue, prepariamoci a un’economia di guerra

Pubblicato

del

O c’e’ una risposta europea o gli obiettivi europei su energia, clima, economia e difesa saranno destinati a fallire. Questo e’ il tempo di prepararsi ad un’economia di guerra. Nella Galleria degli Specchi della Reggia di Versailles il messaggio del premier Mario Draghi lascia pochi dubbi sulla posizione dell’Italia: immaginare di farcela con i bilanci nazionali e’ impossibile, il Recovery Plan non basta. Non e’ solo Roma a pensarla cosi’. Con la sponda di Emmanuel Macron, il pressing sui falchi e’ aumentato. E le cronache da Kiev forniscono una tragica conferma. “Il vertice e’ stato un successo, l’Ue non e’ mai stata cosi’ compatta”, ha sottolineato Draghi prima di volare a Roma. Il premier, nella conferenza stampa dopo il vertice, e’ chiamato innanzitutto a rassicurare partiti e cittadini italiani. “Ho visto allarmi esagerati. Dobbiamo prepararci, ma non siamo assolutamente in un’economia di guerra. Prepararsi non vuol dire che cio’ debba avvenire, senno’ saremmo gia’ in una fase di razionamento”, ha spiegato. A Roma pero’ l’allarme c’e’ eccome ed e’ lo stesso ministro Giancarlo Giorgetti a non escludere un nuovo scostamento di bilancio. Il problema, per l’Italia, e’ che non si vede la fine della guerra. “Putin non vuole la pace, il suo piano e’ un altro”, ha ammesso Draghi, che a Versailles ha visto emergere una nuova raffica di misure restrittive contro Mosca. La spirale delle sanzioni rischia di portare tutti nel baratro della recessione. E la conferma della stretta al Qe, arrivata ieri dalla Bce, non aiuta Paesi con elevato debito. Su questo punto, tuttavia, il premier non vede alcun rischio per i nostri conti. “La performance dell’economia italiana l’anno scorso e’ stata a dir poco eccezionale e siamo in grado di affrontare un rallentamento dell’economia”, ha assicurato il premier tornando a disperdere i dubbi circa il posizionamento di Roma e la sua presunta esclusione dalle capitale occidentali in prima linea contro la Russia. “Non ci sono ambiguita’ passate, abbiamo avuto fermezza nell’adottare sanzioni e in questi due giorni ho riscontrato il desiderio di coinvolgerci”, ha sottolineato il presidente del Consiglio che a Versailles in mattinata ha avuto un bilaterale con il premier polacco Matusz Morawiecki, atteso a Roma qualche giorno fa. Resta pero’ il nodo di fondo: quello di rielaborare la ripresa post-Covid. L’Italia, a Versailles, puo’ sorridere sul via libera dei leader a tassare gli extra-profitti delle societa’ elettriche e vede all’orizzonte la messa in campo di un tetto ai prezzi del gas. Anche la corsa a diversificare le fonti va nella direzione voluta da Roma. Draghi ha posto l’accento anche su un altro punto: l’allarme agroalimentare. Cambieranno le fonti. Cambieranno le rotti commerciali. Con l’Europa che dovra’ guardare piu’ a Usa, Canada e Argentina. “C’e’ la necessita’ di riconsiderare tutto l’apparato regolatorio e questo argomento lo ritroviamo sugli aiuti di Stato, sul Patto di Stabilita’. C’e’ la convinzione che la Commissione debba rivisitare temporaneamente le regole che ci hanno accompagnato in questi anni”, ha sottolineato il capo del governo. Il tema degli eurobond, tabu’ per Berlino e i falchi del Nord, non e’ stato affrontato nel dettaglio. Ma, ha puntualizzato il premier, “la congiuntura deve prevedere una politica fiscale che continui ad essere espansiva, centrata sugli investimenti”. E, rispondendo indirettamente a chi, come la premier svedese Magdalena Andersson, sospetta che il debito comune sia un alibi per i Paesi con alto debito, Draghi ha sottolineato: “Dobbiamo andare avanti con il Pnrr, cerchiamo di averlo e spenderlo”. Un monito, quello del premier, rivolto anche alla sua maggioranza. L’Italia naviga a vista, non puo’ permettersi deragliamenti.

Advertisement

Politica

La Rai annulla il confronto televisivo tra Meloni e Schlein per le Europee

Pubblicato

del

La Rai ha annullato il previsto confronto televisivo tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, in programma per il 23 maggio. Questa decisione arriva dopo la comunicazione dell’Agcom che ha sottolineato come un confronto del genere potesse avvenire solamente con il consenso di tutti i gruppi parlamentari rappresentati, condizione non soddisfatta dato che solo quattro degli otto gruppi hanno dato il loro assenso.

Il dibattito, che avrebbe avuto luogo nel contesto delle imminenti elezioni europee e che sarebbe stato moderato dal noto giornalista Bruno Vespa, è stato cancellato per mancanza della maggioranza richiesta dall’Agcom. La decisione di annullare l’evento è stata annunciata dalla Rai attraverso una nota ufficiale in cui si spiega che “nessun confronto è possibile in assenza della maggioranza richiesta”.

La Rai ha inoltre precisato che continuerà a garantire il rispetto della par condicio nei suoi notiziari e programmi di approfondimento, seguendo le linee guida dell’Autorità di regolamentazione. Con questa mossa, il servizio pubblico italiano si impegna a mantenere un equilibrio e una correttezza nella copertura delle campagne elettorali, riconosciute e sostenute dall’Agcom.

Questo annullamento segna un momento significativo nel dibattito politico italiano, influenzando non solo la visibilità dei candidati ma anche la dinamica dell’informazione politica in vista delle elezioni europee.

Continua a leggere

Politica

Ultima stretta sul Superbonus e tutte le nuove norme finanziarie: l’esame approfondito

Pubblicato

del

Nell’arena politica italiana, la giornata di oggi segna un passaggio cruciale con la conclusione della prima fase di esame parlamentare del decreto legge sul Superbonus al Senato. Il dibattito è stato particolarmente acceso, evidenziando le fratture interne alla maggioranza, con Forza Italia che si è distinta in opposizione a specifiche misure proposte dal governo.

Il decreto, che introduce significative modifiche normative, è stato al centro di aspre discussioni, specialmente per quanto riguarda l’introduzione della misura dello spalma-crediti su 10 anni e la retroattività di tale provvedimento per le spese del Superbonus del 2024. Inoltre, Forza Italia ha combattuto, con successo parziale, la proroga della sugar tax, supportata dal resto della maggioranza e posticipata al 1° luglio 2025.

Durante i lavori della 6a Commissione, si sono verificati momenti di tensione significativa. In particolare, Forza Italia si è astenuta durante il voto su un emendamento cruciale, che è passato solo con il sostegno del presidente della commissione, Massimo Garavaglia (Lega), e di Italia Viva, che ha giocato un ruolo decisivo. La fiducia posta dal governo sul testo è stata approvata senza sorprese con 101 voti a favore, dimostrando una solida tenuta della maggioranza nonostante le divergenze interne.

Tra le novità più rilevanti approvate, si evidenzia il fondo di 35 milioni di euro istituito per il 2025, destinato al sostegno di interventi su edifici danneggiati da sismi, non coperti da precedenti decreti. Questo si aggiunge alle modifiche alla ripartizione dei crediti di imposta e alle diverse proroghe, come quella della Plastic tax al 1° luglio 2026 e varie nuove disposizioni per le banche e le assicurazioni riguardo la gestione dei crediti del Superbonus.

Importanti anche le risorse aggiuntive destinate a migliorare la gestione delle emergenze e del demanio, con significativi aumenti di fondi destinati a vari aspetti della gestione pubblica e infrastrutturale.

Il decreto ora passerà alla Camera per l’approvazione definitiva, prevista entro il 28 maggio, in una fase in cui il governo spera di consolidare ulteriormente le misure introdotte senza ulteriori ostacoli.

In sintesi, il cammino del decreto Superbonus si dimostra emblematico delle dinamiche politiche e delle priorità economiche attuali, rappresentando un tassello fondamentale nel più ampio quadro delle politiche di incentivazione e regolamentazione fiscale italiane.

Continua a leggere

Politica

Accolto ricorso, Ilaria Salis va ai domiciliari a Budapest

Pubblicato

del

E’ stato accolto dal tribunale di seconda istanza ungherese il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis che può quindi uscire dal carcere e andare ai domiciliari a Budapest. Il ricorso era stato presentato dai legali di Ilaria Salis contro la decisione del giudice Jozsef Sós che nell’ultima udienza del 28 marzo le aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria. In appello, la richiesta è stata invece accolta e quindi la 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee, potrà lasciare il carcere a Budapest dove si trova da oltre 15 mesi con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo non appena verrà pagata la cauzione prevista dal tribunale.

“Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare”: così Roberto Salis ha commentato la decisione del tribunale ungherese di concedere i domiciliari a sua figlia Ilaria che, dopo oltre 15 mesi, potrà lasciare il carcere dove è detenuta con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. “Non è ancora fuori dal pozzo – ha aggiunto ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto