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Cronache

Dopo mesi l’Adige restituisce corpo di Peter Neumair

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A quasi quattro mesi di distanza, e dopo settimane di ricerche con mezzi sofisticatissimi, l’ultimo tassello dell’omicidio di Peter Neumair e Laura Perselli si e’ ricomposto. E’ infatti dell’uomo il corpo ritrovato nell’Adige, intorno a mezzogiorno, all’altezza di Ravina, frazione a sud di Trento. La salma di Neumair, ucciso il 4 gennaio scorso insieme alla moglie dal figlio Benno, e’ stata avvistata stamane nel fiume da un ragazzo che stava facendo insieme al suo cane una passeggiata sulla ciclabile che costeggia il corso d’acqua: dopo aver notato una sagoma galleggiare, all’altezza del Muse di Trento, il giovane ha allertato il 112 e ha cercato di non perdere di vista il corpo, seguendolo da lontano mentre veniva trascinato dalla corrente, fino all’altezza del ponte ciclopedonale di Ravina, dove poi i sommozzatori dei vigili del fuoco di Trento, intervenuti insieme alla squadra Mobile della questura, hanno provveduto al recupero. L’ipotesi che potesse trattarsi dell’uomo e’ sembrata da subito verosimile anche visto lo stato della salma, che suggeriva una permanenza in acqua da diverso tempo. A confermarne l’identita’, poco dopo il ritrovamento, e’ stato poi l’avvocato Carlo Bertacchi, legale di Made’ Neumair, sorella di Benno. L’ identificazione e’ avvenuta tramite alcuni effetti personali trovati sul corpo, in particolare l’orologio. La conferma definitiva potra’ arrivare comunque solo dall’esame del dna che la procura di Bolzano disporra’ nelle prossime ore insieme all’autopsia. La procedura sara’ identica a quella attuata dopo il rinvenimento della salma della moglie. Per questo motivo gli inquirenti e la difesa dovranno nominare i loro consulenti. Visto che il ritrovamento e’ avvenuto a Trento, la procura di Bolzano e’ al momento in attesa dell’informativa. Il 6 febbraio scorso era stato ritrovato nell’Adige, tra gli abitati di San Floriano e Laghetti, il corpo di Laura Perselli. Il ritrovamento era stato reso possibile anche grazie all’abbassamento del livello del fiume riducendo al minimo il deflusso dalle dighe delle centrali idroelettriche a monte. Era stato proprio il ritrovamento della mamma a far crollare Benno, il quale subito dopo, l’11 febbraio, in un interrogatorio svoltosi in due fasi e poi secretato dalla procura di Bolzano, aveva confessato il duplice omicidio. Il racconto del giovane aveva sostanzialmente confermato le ipotesi degli investigatori, i quali ritenevano che il delitto si fosse consumato nella casa di via Castel Roncolo, a Bolzano, e che i corpi gia’ privi di vita fossero poi stati abbandonati nell’Adige. Peter era stato strangolato dal figlio dopo una breve colluttazione, mentre Laura era stata uccisa lo stesso giorno, ma in un secondo momento, al suo rientro a casa, dopo aver fatto visita all’anziana madre, appena dimessa dall’ospedale. La colluttazione spiega anche le tracce di sangue di Peter trovate dagli inquirenti sul ponte di Ischia Frizzi, a sud di Bolzano, dove ha gettato i corpi dei genitori.

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Cronache

Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Cronache

Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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