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Cronache

‘Distrutto per averle uccise’, finanziere resta in cella

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È “addoloratissimo e distrutto” Christian Sodano, il maresciallo della Guardia di Finanza accusato di aver ucciso Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato, madre e sorella della sua fidanzata Desyrèe. I suoi legali descrivono così il 27enne che martedì pomeriggio a Cisterna di Latina ha fatto fuoco con la pistola d’ordinanza contro le due donne. Il giovane è “distrutto da una tragedia del genere” hanno spiegato gli avvocati Lucio Teson e Leonardo Palombi al termine dell’interrogatorio di convalida del fermo che si è svolto nel carcere di Latina.

Il 27enne non ha risposto al Gip Giuseppe Cario, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Per lui è stato convalidato l’arresto e confermata la misura cautelare in carcere con l’accusa di duplice omicidio. Si è rimesso a quanto già dichiarato l’altra notte al Pubblico Ministero Valerio De Luca e agli investigatori della Squadra Mobile che lo hanno arrestato la sera stessa del delitto, hanno spiegato gli avvocati del finanziere. Davanti agli inquirenti, tre sere fa Sodano aveva confessato di aver esploso alcuni colpi di pistola contro la madre e la sorella della fidanzata.

Desyrèe voleva lasciarlo e gli stava riconsegnando dei regali. Lui ha raccontato di aver sparato perché preso dal panico e che inizialmente avrebbe preso la pistola dall’auto per togliersi la vita. Poi, invece, avrebbe chiesto alla fidanzata di ucciderlo dopo averla inseguita in camera della sorella, dove inizialmente si era rifugiata. Una versione che potrebbe essere smentita o confermata dai risultati delle autopsie, cominciate due sere fa e ancora in corso all’Università Tor Vergata di Roma, utili a comprendere se effettivamente abbia preso la mira contro le donne o, come da lui sostenuto, ha utilizzato l’arma agitando il braccio in modo inconsulto.

Dopo l’arresto, tuttavia, nella sua auto è stato trovato uno zainetto contenente sacchi di plastica, guanti, nastro adesivo, manette e manganello telescopico. I suoi legali hanno spiegato che si tratta di oggetti da lui utilizzati per “la barca, dato che fa attività di pesca”. Dovrà essere la Procura, nel caso, a valutare l’ipotesi della premeditazione, oltreché quella dell’omicidio volontario, già contestato. Cisterna di Latina è ancora sotto choc e oggi nel paese pontino è stata organizzata una fiaccolata per ricordare madre e figlia uccise. Il sindaco Valentino Mantini ha anche annunciato che il giorno in cui si celebreranno i funerali verrà indetto il lutto cittadino e il Comune si costituirà parte civile nel processo penale. Un dolore che chiede giustizia.

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Cronache

Anziana investita e uccisa a Napoli, caccia a pirata strada

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Una donna anziana e’ morta a Napoli, vittima di un pirata della strada. Alle 18.15 circa di ieri, in via Labriola, sulla carreggiata in direzione via E. Ciccotti, R.R., 80 anni, e’ stata investita mentre attraversava la strada. Secondo prime ricostruzioni, un’auto si era fermata per consentire il passaggio alla signora, ma una Citroen di colore blu scuro, nel tentativo di sorpassare questa vettura, ha investito la donna e poi e’ fuggita. La Polizia Locale e’ impegnata nelle indagini per identificare il conducente e il veicolo coinvolto. La vittima era stata trasportata all’ospedale Cardarelli in stato di incoscienza e dopo poche ore e’ deceduta.

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Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta premeditò il delitto: rischia ergastolo

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E’ un carico accusatorio molto pesante quello che la procura di Venezia contesta nell’avviso di chiusura delle indagini a Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Mentre il ‘rumore’ esploso nelle piazze e nelle coscienze in nome di Giulia non si e’ mai spento, a sei mesi dalla notte dell’11 novembre quando venne ammazzata tra le fabbriche e le strade vuote di Fosso’, pochi chilometri lontano dalla sua casa di Vigonovo, gli inquirenti tirano una linea e sciolgono alcuni nodi giuridici. E decidono che si’, Turetta aveva premeditato di ucciderla come dimostrerebbero, spiega il procuratore Bruno Cherchi, “la ricerca dei luoghi tramite internet, l’acquisto del materiale necessario per immobilizzare la vittima, la cartina geografica, l’atto di silenziare la persona offesa mettendole del nastro adesivo per non farla urlare, serrare i polsi e le gambe della ragazza”.

Aggiungono l’aggravante della crudelta’, da intendersi come la giurisprudenza la intende: aver inflitto “sofferenze gratuite e non collegabili al normale processo di causazione della morte”. In questo caso con venti coltellate, le prime nel parcheggio davanti alla villetta dove viveva quando Turetta l’aggredi’ a bordo della sua Fiat Punto nera. Qui per diverse ore sono rimaste sull’asfalto le tracce di sangue della ragazza ed e’ stato trovato un coltello da cucina. Poi, dopo averla immobilizzata con lo scotch, questa e’ la ricostruzione della Procura, l’ha spinta in auto, superando la sua resistenza, ha raggiunto in pochi minuti Fosso’ e l’ha assalita di nuovo, finendola. Da li’ e’ iniziata la fuga che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso per una settimana. Dopo il delitto Turetta era scappato verso il Friuli e, abbandonato il corpo in un dirupo vicino al lago di Barcis, era fuggito verso l’Austria e poi in direzione Germania, dov’e’ stato fermato dalla polizia tedesca, vicino a Lipsia, nella mattinata del 19 novembre. “L’ho uccisa io” ha detto subito Filippo a chi l’ha fermato, una confessione non utilizzabile nel processo mentre lo e’ quella messa a verbale nel carcere Montorio di Verona, dov’e’ detenuto.

Il contesto in cui il delitto e’ maturato sarebbe stato quello dello stalking, come suggerito alla Procura da chat e testimonianze che riferiscono delle insistenze morbose del giovane nei confronti dell’ex compagna dopo che la loro storia era finita. Omicidio aggravato da premeditazione, crudelta’, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere, e’ il robusto capo d’imputazione da cui dovra’ difendersi davanti alla Corte d’Assise. Non c’e’ spazio per il rito abbreviato, che avrebbe comportato uno sconto di un terzo della pena, perche’ i reati sono cosi’ gravi da ipotizzare l’ergastolo. Si chiude cosi’ la prima parte ‘giudiziaria’ di quella che nel frattempo e’ diventata la storia di Giulia e non, come spesso accade nella narrazione mediatica, quella del suo presunto omicida, sul quale si sono spente le luci. La storia di Giulia, di suo padre Gino e della sorella Elena che mai come prima hanno portato l’attenzione sul tema dei femminicidi con i loro appelli a un cambiamento culturale profondo.

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Adr lancia ‘Airport in the City’: a Termini check-in di Ita

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All’inaugurazione di “Airport in the City” sono intervenuti, tra gli altri , la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente di Ita, Antonino Turicchi, il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, il Presidente di Unindustria, Angelo Camilli. “È con grande soddisfazione che oggi ci uniamo ad Aeroporti di Roma per celebrare l’inaugurazione di Airport in the City, un servizio che rende l’esperienza di viaggio sempre più agile e confortevole – ha detto Turicchi – Questo progetto riflette la stretta collaborazione tra ITA Airways e Aeroporti di Roma, evidenziando il comune impegno per l’innovazione e la sostenibilità nel settore dei trasporti”.

“Il progetto di Adr si inscrive appieno nel processo di innovazione e interconnessione del trasporto aereo che l’Enac persegue da tempo” – ha aggiunto il presidente Enac Pierluigi Di Palma. “L’hub di Fiumicino, prima porta d’accesso all’Italia più volte premiato come migliore scalo d’Europa, sviluppa l’integrazione con la stazione Termini, primo snodo ferroviario nazionale, rafforzando l’intermodalità aria-ferro. Con il check-in off-airport Termini Fiumicino, il comparto aereo italiano si riconferma una realtà innovativa, sostenibile e, soprattutto, attenta ai diritti dei passeggeri con l’offerta di servizi di qualità che, oggi, rappresentano l’elemento più importante per le scelte dei consumatori”.

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