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Distrazione muscolare, lungo stop per l’attaccante del Napoli Giacomo Raspadori

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Si prospetta una lunga assenza per l’attaccante del Napoli Giacomo Raspadori, che ha riportato una distrazione di secondo grado del muscolo semimembranoso della coscia sinistra. Il giocatore si è infortunato in allenamento due giorni fa e ha effettuato gli esami strumentali alla clinica Pineta Grande che hanno evidenziato la distrazione. L’azzurro ha già iniziato l’iter riabilitativo e verrà rivalutato nelle prossime settimane.

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Economia

L’Italia perderà quasi 3 milioni di lavoratori in dieci anni: l’allarme della Cgia

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Entro il 2035 l’Italia potrebbe contare su quasi 3 milioni di persone in età lavorativa in meno. È quanto emerge dalle proiezioni della Cgia, secondo cui la fascia tra i 15 e i 64 anni passerà dagli attuali 37,3 milioni a 34,4 milioni, con un calo del 7,8%. Alla base di questo declino, il progressivo invecchiamento della popolazione che investirà l’intero territorio nazionale.

Conseguenze economiche e sociali preoccupanti

Il calo demografico avrà effetti profondi sul sistema produttivo: le imprese faticheranno a trovare forza lavoro giovane e qualificata. Neanche il ricorso alla manodopera straniera potrà colmare del tutto il vuoto occupazionale. Le conseguenze più gravi potrebbero riguardare il rallentamento del PIL, l’aumento della spesa per pensioni, sanità e assistenza, con ripercussioni inevitabili sui conti pubblici.

Il Sud meno esposto, ma solo in parte

Paradossalmente, il Mezzogiorno potrebbe reggere meglio l’urto nel breve periodo. I tassi elevati di disoccupazione e inattività consentono margini di recupero, specie nei comparti dell’agroalimentare e del turismo. Tuttavia, anche il Sud dovrà affrontare il declino, con la Sardegna in testa (-15,1%), seguita da Basilicata (-14,8%), Puglia (-12,7%), Calabria (-12,1%) e Molise (-11,9%).

Le imprese più piccole a rischio sopravvivenza

Le aziende di piccole dimensioni saranno le più esposte, potenzialmente costrette a ridurre gli organici per l’impossibilità di assumere nuovo personale. Le grandi e medie imprese, invece, potranno attrarre lavoratori con salari più alti, orari flessibili, benefit e piani di welfare. Il divario tra imprese si farà quindi ancora più profondo.

I settori più colpiti

Secondo la Cgia, i settori che risentiranno maggiormente della crisi saranno immobiliare, trasporti, moda e ricettività. Poche le eccezioni: tra queste, il settore bancario, che potrebbe beneficiare di alcuni effetti positivi legati all’automazione e alla digitalizzazione.

Le province più a rischio

A livello provinciale, il calo maggiore è previsto a Nuoro (-17,9%), Sud Sardegna (-17,7%), Caltanissetta (-17,6%), Enna (-17,5%) e Potenza (-17,3%). In termini assoluti, la perdita più pesante sarà quella della provincia di Napoli, con 236.677 persone in meno. Le province meno colpite saranno Bologna (-1,4%), Prato (-1,1%) e Parma (-0,6%).

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Cronache

Campi Flegrei, terremoti da pressione dei fluidi in profondità

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Abbassare i livelli delle acque sotterranee nei Campi Flegrei per ridurre la pressione dei fluidi all’interno del serbatoio geotermico: lo propone la ricerca pubblicata sulla rivista Science Advances dal gruppo dell’Università californiana di Stanford diretto dall’italiana Tiziana Vanorio (foto sotto) e che ha come coautrice Grazia De Landro, dell’Università di Napoli Federico II. La nuova teoria indica che l’accumulo di pressione causato da acqua e vapore sotto i Campi Flegrei possa causare terremoti quando la calotta si chiude. I ricercatori osservano che una situazione simile è stata alla base della deformazione del suolo e della sismicità sia nei primi anni ’80 sia negli ultimi 15 anni.

La deformazione del suolo, aggiungono, sarebbe inoltre provocata dalla velocità con cui l’acqua si ricarica gradualmente in profondità. I dati, osservano gli autori della ricerca, mettono in discussione la teoria attuale secondo la quale lo scuotimento è provocato dalla risalita del magma o dei suoi gas. “Per affrontare il problema, possiamo gestire il deflusso superficiale e il flusso dell’acqua, o anche ridurre la pressione prelevando i fluidi dai pozzi”, osserva Vanorio, professore associato di Scienze della Terra e del Pianeta presso la Stanford Doerr School of Sustainability.

I ricercatori hanno analizzato le caratteristiche comuni ai fenomeni di bradisismo nei Campi Flegrei dei periodi 1982-1984 e 2011-2024, osservando che in entrambi i casi il sollevamento del terreno è stato accompagnato da forti rumori, i ricercatori sospettano che si tratti di esplosioni guidate dal vapore, innescate quando l’acqua liquida si trasforma rapidamente in vapore durante la fratturazione causata dai terremoti. “Questo progetto è il mio obiettivo come cittadino, non solo come geofisico, perché lo studio suggerisce che i disordini possono essere gestiti, piuttosto che solo monitorati, aprendo la strada alla prevenzione”, rileva Vanorio.

Commentando la ricerca, la direttrice del dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Francesca Bianco, osserva che “offre un contributo scientifico con spunti di riflessione sull’ipotesi di funzionamento del processo bradisismico, che andrà verificata sia rispetto ai dati sperimentali della crisi in corso, sia alla luce delle osservazioni storiche” e che “come sempre, il progresso della scienza passa attraverso la validazione indipendente delle ipotesi proposte”.

“È rilevante sottolineare – prosegue Bianco – che questo lavoro si basa su dati prodotti dall’Ingv, che l’Istituto ha scelto di condividere apertamente, in un’ottica di trasparenza e collaborazione scientifica. Una scelta che riflette la lungimiranza dell’Ingv nel promuovere la ricerca e l’innovazione al servizio della collettività”. In questo contesto Bianco osserva che la pubblicazione della ricerca di Vanorio è “quasi simultanea” a quella della ricerca coordinata da Annamaria Lima, dell’Università Federico II di Napoli, sulla rivista American Mineralogist.

Quest’ultima suggerisce che “i moderni approcci geoingegneristici sviluppati per sfruttare i giacimenti geotermici ad alta temperatura possano essere impiegati per gestire il flusso dei fluidi e ridurre la pressione esercitata dai fluidi geotermici nell’area Solfatara-Pisciarelli, con l’obiettivo di minimizzare il rischio di eruzioni freatiche e, contemporaneamente, ridurre il sollevamento e la sismicità”. Le due ricerche, conclude Bianco, “pur con approcci diversi, propongono un’idea di ‘controllo’ del fenomeno bradisismico. Sulla loro eventuale fattibilità tecnica e operativa saranno gli ingegneri ad avere l’ultima parola”.

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Esteri

Effetto Trump anche in Australia, vince il governo Labor

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L”effetto Trump’, dirompente, dopo il Canada si estende anche all’Australia dove il primo ministro di centro-sinistra, Anthony Albanese, si è aggiudicato il suo secondo mandato con una schiacciante vittoria sull’opposizione, il cui leader di destra, Peter Dutton, ha pagato paragoni e associazioni al presidente americano e ha perso il suo seggio dopo 24 anni. Il costo della vita e le incertezze economiche sono state al centro della campagna elettorale australiana durata cinque settimane, con sullo sfondo le turbolenze globali e la guerra dei dazi innescata da Donald Trump, e partita con sondaggi a sfavore per il governo in carica.

Poi la rimonta a sorpresa, in un lasso di tempo così breve, che non solo ha riconsegnato il Paese alla guida Labor ma ha anche conferito al governo in carica una maggioranza più ampia del previsto. Per la conferma dei dati definitivi ci vorranno alcuni giorni, ma le proiezioni danno indicazioni inequivocabili: secondo quelle dell’emittente nazionale Abc la vittoria dei laburisti è chiarissima, con 85 seggi assicurati sui 150 in palio alla Camera bassa. Uno scenario che è andato delineandosi fin dall’inizio dello spoglio, al punto che il conservatore Peter Dutton ha ammesso la sconfitta quando lo scrutinio non era nemmeno al 50% dei voti.

“Poco fa ho chiamato il primo ministro per congratularmi con lui per il suo successo”, ha detto, per poi assumersi appieno la responsabilità dell’esito elettorale: “Non abbiamo fatto abbastanza bene in questa campagna, questo è evidente e me ne assumo la piena responsabilità”. Eppure il leader del Liberal Party of Australia si era reso conto già in corso d’opera dell’errore commesso nel dichiarare la sua vicinanza a Donald Trump: nei mesi scorsi aveva descritto il presidente degli Stati Uniti come un “grande pensatore”, prima di cambiare idea. “Oggi il popolo australiano ha votato per i valori australiani: per l’equità, l’aspirazione e le opportunità per tutti; per la forza di mostrare coraggio nelle avversità e gentilezza verso chi è nel bisogno”, ha affermato Albanese nel discorso della vittoria.

Eppure nei mesi scorsi il partito laburista era in difficoltà nei sondaggi, ma l’ombra di Domald Trump è stata fatale per il partito conservatore australiano la cui sconfitta ha così rispecchiato quella delle recenti elezioni in Canada, dove il partito liberale di centro-sinistra guidato da Mark Carney si è aggiudicato un quarto mandato nonostante fosse molto indietro nei sondaggi pre-elettorali. E come Dutton in Australia, il leader conservatore canadese Pierre Poilievre ha perso il seggio che deteneva dal 2004. Secondo gli analisti sulla scelta degli elettori hanno pesato più i timori legati alle mosse di Washington, a cominciare dai dazi, che i dossier interni. Gli osservatori avevano previsto del resto che il voto si sarebbe basato sui temi economici, i migranti e le influenze straniere, compresa quella cinese che vede Canberra da sempre in tensione nei rapporti con il Dragone. Alla vigilia del voto Albanese aveva lanciato un appello agli elettori a “spostare le montagne”.

Gli australiani hanno risposto confermandogli la fiducia: hanno votato anche in costume da bagno, chi ancora con la tavola da surf sotto braccio (il voto è obbligatorio pena una multa da 11 euro), mentre un terzo degli aventi diritto (18,1 milioni) ha partecipato al voto anticipato, ampiamente utilizzato nel Paese dato il vasto territorio australiano con diverse zone remote. E’ la seconda impresa che riesce ad Anthony Albanese: il figlio di un marinaio di Barletta cresciuto da una madre single in una casa popolare, ha conosciuto il padre solo nel 2011 in un viaggio in Puglia. Primo premier di origini italiane a guidare l’Australia, era già stato l’unico che fosse riuscito a portare il partito laburista alla vittoria dopo quasi dieci anni di dominio dei liberali. Questa volta Donald Trump ha fatto il resto.

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