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Cronache

Delitto di Ilenia Fabbri a Faenza: odio social, figlia della vittima querela

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C’e’ chi le insulta, chi le vorrebbe vedere in carcere subito, chi auspica l’ergastolo anche per loro. Sia la figlia Arianna che l’attuale fidanzata Martina di Claudio Nanni, il 54enne in carcere dal 3 marzo con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio della ex moglie – la 46enne Ilenia Fabbri – hanno presentato querela per diffamazione aggravata contro decine di persone che le hanno apostrofate in maniera non sempre continente proprio nell’ambito del delitto avvenuto il 6 febbraio scorso a Faenza, nel Ravennate. Le due, che ora vivono insieme nella casa di Claudio Nanni, attraverso l’avvocato Veronica Valeriani nei giorni scorsi hanno depositato al locale commissariato una ottantina di pagine di screenshot relative a messaggi postati sui profili Facebook sia delle due donne che di Nanni. In generale a Martina vengono rimproverate le dichiarazioni con cui all’inizio aveva difeso il compagno escludendo che potesse essere implicato nella morte della ex moglie: alcuni utenti sono arrivati a ricondurre alla donna un possibile ruolo nell’accaduto in relazione al contenuto di un paio di intercettazioni (lei e’ pero’ semplice persona informata sui fatti). Mentre ad Arianna viene perlopiu’ rimproverato il fatto che, nonostante i molti elementi a riscontro forniti dal sicario reo confesso – il 53enne Pierluigi Barbieri – lei continui a credere ostinatamente alla versione del padre: lui ha fin qui detto di avere solo incaricato qualcuno per spaventare la ex moglie ma senza ucciderla. Arianna figura formalmente come parte offesa nel procedimento aperto dal Pm Angela Scorza: nonostante cio’, non appare al momento intenzionata a muovere azioni contro il padre. Per riassumere – e quindi fare ripartire – la causa di lavoro da 500mila euro che la defunta madre aveva promosso contro l’ex marito (e che per gli inquirenti rappresenta il movente del delitto), ha tempo fino al 26 maggio (la causa era stata sospesa all’udienza del 26 febbraio, la prima dopo il delitto). Per ora la giovane ha optato per altre scelte formali. Ovvero, sempre tramite il suo legale, depositare una seconda istanza di colloquio in carcere con il padre (la prima era stata bocciata) e chiedere al Tribunale di Ravenna di dare a Nanni un termine entro il quale pronunciarsi sulla quota di eredita’ della ex moglie: dato che i due erano separati (dal 2018) ma non divorziati, all’uomo spetterebbe il 50% (compresa la casa teatro del delitto) del patrimonio della vittima anche se lui ha gia’ prospettato di essere intenzionato a rinunciare in favore della figlia.

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Sicilia, tragedia sul lavoro: morti 5 operai per esalazioni tossiche, grave un sesto

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L’ennesima strage sul lavoro, stavolta a Casteldaccia, nel palermitano, dove cinque operai hanno perso la vita in seguito a un grave incidente sul lavoro. Un sesto operaio è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Policlinico di Palermo, dopo essere stato intubato, mentre gli altri sette coinvolti nel tragico evento stavano svolgendo lavori di manutenzione per conto dell’Amap, la società che gestisce le condotte idriche e fognarie a Palermo.

Secondo una prima ricostruzione, gli operai erano impegnati in lavori di manutenzione di un impianto di sollevamento delle acque fognarie quando alcuni di loro hanno cominciato ad accusare malori, verosimilmente a causa di un’intossicazione da idrogeno solforato, una sostanza che può provocare gravi irritazioni alle vie respiratorie e il soffocamento. Uno dei lavoratori è riuscito a uscire dall’impianto e a dare l’allarme, mentre gli altri sei sono rimasti intrappolati e hanno perso conoscenza a causa delle esalazioni.

I soccorsi sono stati immediati: vigili del fuoco e personale sanitario del 118 si sono precipitati sul posto e hanno tentato disperatamente di rianimare i lavoratori coinvolti nell’incidente. Purtroppo, per cinque di loro ogni tentativo è stato vano, mentre il sesto è stato trasportato d’urgenza al Policlinico di Palermo dopo essere stato intubato.

La notizia ha suscitato profondo dolore e sgomento, tanto che il presidente della Regione Renato Schifani ha espresso il più sincero cordoglio alle famiglie delle vittime, definendo l’accaduto una terribile e inaspettata tragedia. Le indagini sono in corso per chiarire le cause precise dell’incidente e per garantire che simili tragedie non accadano mai più sul luogo di lavoro.

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Unicost, ‘magistratura si mobiliti contro la riforma di Nordio’

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“Ci auguriamo una mobilitazione di tutta la base della magistratura per scongiurare riforme che potrebbero farci scivolare verso regimi non democratici”. Lo sottolinea un documento del direttivo nazionale Unicost relativo alla riforma Nordio “che suscita molte perplessità nel metodo e nel merito”. Preliminarmente, “in quanto il Governo starebbe aspettando la celebrazione del prossimo congresso Anm di Palermo per evitare polemiche in sede congressuale”.

Nel merito, i magistrati di Unicost, commentando il recente meeting annuale europeo dell’Eaj (European Association of Judges), dove “i delegati della nostra Anm hanno ribadito la preoccupazione per le proposte di riforma”, condividono la risoluzione adottata dall’associazione europea “ritenendo che le modifiche di riforma costituzionale già in discussione in Parlamento e l’annunciato nuovo ddl di riforma costituzionale costituiscono un grave attacco all’indipendenza della magistratura, con concreto pericolo per l’attuale equilibrio dei poteri”.

Si rileva, inoltre, che le proposte di riforma “sono in contrasto con gli standard europei secondo cui l’obiettivo precipuo degli organi di autogoverno è quello di proteggere l’indipendenza della magistratura e del singolo giudice, e affinché questo obiettivo si realizzi il Consiglio deve essere libero da influenze politiche dell’esecutivo. e i suoi componenti devono essere eletti tra pari secondo un metodo democratico”. “Gli associati di Unità per la Costituzione – conclude la nota – esprimono gratitudine nei confronti dell’Associazione Nazionale Magistrati Italiana che ha fatto sentire presso gli organismi internazionali e, in particolare, europei la voce dei magistrati italiani, preoccupati per le derive antidemocratiche che minano l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge che solo una magistratura autonoma e indipendente può assicurare”.

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Penalisti, separazione carriere rispetti indipendenza magistrati

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“Apprendiamo che il Governo, dopo molteplici dichiarazioni di intenti, ha deciso di presentare il proprio disegno di legge sulla separazione delle carriere di Giudici e Pubblici Ministeri prima del prossimo appuntamento elettorale”. Lo sottolineano le Camere penali in una nota rilevando anche che “resta fermo che la necessaria separazione delle carriere dovrà essere attuata nel rispetto dell’indipendenza della magistratura che rappresenta un bene fondamentale per la tenuta della nostra democrazia”.

I penalisti, inoltre aggiungono di essere “altresì convinti che la obbligatorietà dell’azione penale debba essere conservata e che tuttavia, stante la peculiare natura di tale principio, lo stesso debba essere democraticamente modulato nella sua concretezza”. “Il tema della separazione delle carriere, era stato ormai da tempo dimenticato dalla politica, ed è stato posto nuovamente al centro del dibattito pubblico – ricordano i penalisti – dal percorso intrapreso nel 2017 dall’Ucpi di raccolta delle firme per la presentazione di una legge costituzionale di iniziativa popolare. Si è così tornati a discutere di un argomento fondamentale per la giustizia penale del Paese, che si era voluto accantonare, per non urtare le sensibilità di una magistratura chiusa nelle sue dinamiche corporative e non potremo che essere soddisfatti se l’iter legislativo prendesse finalmente avvio”.

“Si tratta di una riforma necessaria – dicono le Camere penali – al fine di realizzare nel processo la figura di quel giudice terzo voluto dall’art. 111 della Costituzione, separato dall’accusa e dalla difesa, garante dei diritti dei cittadini”. “Nel merito non abbiamo mai pensato che la nostra proposta fosse immodificabile e non potesse subire interventi correttivi anche migliorativi e valuteremo pertanto laicamente anche l’ipotesi dell’introduzione dell’Alta Corte per il disciplinare dei magistrati e quella del sorteggio temperato per l’elezione dei componenti togati del Csm, quando potremo leggere il testo elaborato dal Governo”, concludono le Camere penali.

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