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Da Genova a Dublino con una e car, l’auto elettrica finanziata dalla Commissione Ue che percorre i 2mila km del primo corridoio elettrico europeo

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Vacanza ecologica. Vacanza green. Vacanza a zero emissioni. Chiamatela come vi pare, tanto è un viaggio, da Genova a Dublino, attraversando l’Europa, un coast to coast on the road, attraverso Italia, Francia, Gran Bretagna e Irlanda alla ricerca della tradizione – storica, letteraria ed enogastronomica.  È stato appena completato The Unit-E ovvero il primo corridoio elettrico europeo che, attraverso una rete capillare di colonnine per la ricarica rapida, garantisce a chi si sposta con una e-car di percorrere i 2.110 chilometri che separano Genova da Dublino senza rimanere a piedi, a bordo strada, con la batteria scarica e spendendo di bolletta 130 euro, meno della metà quindi di quanto si sborserebbe con un diesel.

Auto elettrica. Costa 130 euro un viaggio senza rischi da Genova a Dublino

Finanziato al 50% nel 2015 da fondi strutturali del Connecting Europe Facility, il veicolo per la mobilità del futuro, Unit-E ha coinvolto una serie di operatori privati – da Abb a Edf fino a Schneider Electric – mettendo sul piatto risorse per 3,6 milioni di euro. La Riviera di ponente coi suoi borghi medievali aggrappati alle Prealpi liguri, i porticcioli e i mercati coperti della Costa azzurra, i colori della Provenza di Black Dogs e su, risalendo le gole del Verdon fino ai traboules, i passaggi coperti di Lione. Poi le abbazie della Francia feudale, i resti delle superbe architetture gallo-romane, ovviamente i vigneti freddi e sassosi dello Champagne, il gotico di Reims e il sapore ferrigno dell’Hauts-de-France, coi suoi campi di battaglia costellati di croci bianche e le miniere di carbone ormai abbandonate da una classe operaia che ha perso la coscienza di sé traslocando in massa al Front National. Un viaggio a 22 kilowatt. O anche di più. Perché il futuro sta proprio in questo numero: 22 kw, che vuol dire fast charging connectors, e cioè ricaricare la propria auto in meno di un’ora (con la spina di casa ci si mettono otto ore); 22 kw, che vuol dire abbattere uno dei limiti odierni della mobilità elettrica, cioè la risicata autonomia delle batterie montate sulle auto in commercio: un po’ meno di 200 chilometri. Scarichi l’app – ce ne sono diverse, noi vi consigliamo goingelectric, che è tedesca, e quindi affidabile per definizione -, controlli a quanto dista la colonnina più vicina e ti fermi per pranzo. Perché il viaggio non si deve mai fermare. Sott’acqua con l’Eurotunnel per riemergere a Dover, nel verde del Kent, lungo i cottages del Surrey fino alle baie sabbiose che guardano l’Irlanda. L’Éire, ultima tappa, per il trekking fra le falesie di granito e i laghi della valle del Glendalough o una gran buona birra a Kilkenny, prima di entrare al Davy Byrne’s per mangiare un sandwich col gorgonzola.

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ChatGpt, OpenAi sospende il servizio in Italia dopo lo stop del Garante della privacy

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OpenAi ha sospeso l’accesso al servizio ChatGpt in Italia, dopo lo stop del Garante della privacy al software d’intelligenza artificiale sviluppato dall’organizzazione di ricerca con sede negli Stati Uniti.

OpenAi ha dichiarato di aver disabilitato ChatGpt per gli utenti in Italia su richiesta del Garante, riportano i media internazionali. Il sito internet dell’applicazione risulta al momento irraggiungibile dal nostro Paese. Un avviso sulla pagina web chat.openai.com. afferma che “il proprietario del sito potrebbe aver impostato restrizioni che impediscono agli utenti di accedere”. “Lavoriamo attivamente per ridurre i dati personali nella formazione dei nostri sistemi di intelligenza artificiale come ChatGpt, perché vogliamo che la nostra intelligenza artificiale impari a conoscere il mondo, non i privati”, spiega OpenAi.

“Riteniamo inoltre che la regolamentazione dell’Ai sia necessaria. Speriamo quindi di poter lavorare al più presto stretto contatto con il Garante per spiegare come i nostri sistemi siano costruiti e utilizzati”, aggiunge l’organizzazione di ricerca sull’intelligenza artificiale.

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Da Ue 544 milioni a 218 ricercatori, 21 italiani

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Assegnati 544 milioni di euro dal Consiglio Europeo della Ricerca (Erc) a 218 ricercatori europei impegnati in settori di frontiera, dalle nanotecnologie alla comprensione dell’invecchiamento. Con 21 ricercatori, l’Italia è terza nella classifica per nazionalità, ma ascende al sesto posto quando si considerano i 14 progetti ospitati nel nostro Paese, tutti condotti da uomini. Ad aggiudicarsi due finanziamenti sono l’Università di Padova e la Fondazione Telethon, uno dei quali per le ricerchee sui tumori condotte dal genetista Andrea Ballabi; seguono con un finanziamento le Università di Trento, Roma Tor Vergata, Pavia, Milano, Europea di Roma e Bocconi,e ancora Elettra Sincrotrone di Trieste, Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), Politecnico di Milano e Fondazione Toscana Life Sciences, con il progetto sulle infezioni virali coordinato da Rino Rappuoli.

I finanziamenti europei alle ricerche più innovative (Advanced Grants) sono tra i più prestigiosi al mondo in campo scientifico; vengono assegnati a ricercatori affermati e con una consolidata esperienza internazionale, e possono arrivare a 2,5 milioni di euro per ogni singolo progetto articolato al massimo in 5 anni. “Il finanziamento di 544 milioni di euro mette i nostri 218 leader della ricerca, insieme ai loro team di borsisti post-dottorato, studenti di dottorato e personale di ricerca, in pole position per ampliare i confini della nostra conoscenza, aprire nuovi orizzonti e costruire le basi per la crescita e la prosperità future in Europa”, ha detto Mariya Gabriel, Commissario europeo per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù .

Ad accogliere il maggior numero di premiati sono la Germania, con 37 vincitori, seguita da Regno Unito (35), Francia (32); l’Italia (14) è sesta dietro a Spagna e Israele. Considerando invece la nazionalità dei ricercatori premiati, l’Italia è terza con 21, dopo tedeschi (36) e francesi (32); seguono i britannici (19). Dei 218 vincitori dell’Advanced Grant, oltre due terzi (158) sono uomini e solo 60 le donne, nessuna delle quali italiana. Eppure mai come quest’anno sono state numerose le richieste presentate dalle donne: il 23% delle 1.650 domande arrivate all’Erc.

I 14 progetti finanziati in Italia riguardano settori scientifici molto diversi. Ci sono, per esempio, i nuovi metodi per progettare e costruire materiali su scala nanometrica, atomo dopo atomo, proposti da Liberato Manna dell’Iit, che ha ottenuto circa 2,5 milioni i prossimi cinque anni, e poi le ricerche su alcune rare eccezioni della matematica condotte dall’australiano Amnon Neeman, dell’Universitàdi Milano, e ancora il finanziamento di 2,1 milioni ottenuto da Andrea Mattevi, dell’Università di Pavia, per svelare tutti i segreti del coenzima Q utilizzato nella cosmesi ma interessante per mote altre applicazioni. All’Università di Padova, il progetto ROOMors condotto da Umberto Castiello analizza la capacità delle piante di ‘pianificare le azioni, mentre Stefano Piccolo studia l’erosione del tessuto connettivo come possibile causa dell’invecchiamento degli organi.

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Un corpo per ChatGPT, robot interagisce con umani

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“Ho bisogno di qualche secondo per trovare una risposta alla tua domanda”, dice Nao, ansioso di mostrare in pubblico “le nuove capacità”, acquisite grazie a ChatGpt. Il piccolo robot sociale, da anni di casa nei laboratori e nelle sperimentazioni in scuole e ospedali, da oggi è infatti in grado di conversare con gli esseri umani senza dover essere programmato prima. L’ultima frontiera dell’intelligenza artificiale è stata presentata dall’Unità di ricerca sulla Teoria della Mente del Dipartimento di Psicologia e dalla Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica di Milano. “Io sono un robot sociale ed è la prima volta che posso interagire in maniera più conviviale” si è presentato Nao, chiedendo a chi lo ascoltava un’unica accortezza: “Ricordati solo di parlarmi in modo semplice, spontaneo e senza fretta”.

Alla prima domanda sulle stagioni si è bloccato, ma al secondo tentativo – dopo averci ‘pensato’ un po’ – ha intrattenuto il pubblico su primavera, estate, autunno e inverno. L’iniziativa del gruppo di ricerca guidato da Antonella Marchetti, che dirige il dipartimento di Psicologia ed è responsabile dell’Unità di ricerca sulla Teoria della Mente, nasce dall’idea di integrare un robot sociale con ChatGPT, capace di intrattenere conversazioni naturali basate su scambi interattivi “per rendere più fluida la conversazione dei robot con le persone”, ha spiegato Angelo Cangelosi, direttore del laboratorio di robotica cognitiva dell’Università di Manchester e visiting professor dell’Università Cattolica. “Nao è un sistema capace di avere dialoghi con le persone, con frasi preparate e strutturate, ma ora si può collegare a chatGPT per ottenere delle risposte”.

E per trovarle ha a disposizione lo strumento di OpenAI “che è addestrato a memorizzare milioni di pagine, una mega enciclopedia – ha detto Cangelosi – come se avessimo costretto dieci persone a leggere tutta la vita. Ha dei limiti perché è un sistema linguistico, non pragmatico e contestualizzato, ma essendo basato su un sistema di apprendimento simile a quello del cervello può fare cose potenti come creare un sommario o dare definizioni e spiegazioni”. Come esseri umani, poi “noi siamo abituati alla fisicità nella comunicazione, per questo – ha sottolineato – avere ChatGPT embodied è l’ideale”. I ricercatori hanno già avviato un esperimento pilota in ambito scolastico, ma il nuovo Nao potrebbe trovare applicazioni anche con anziani e utenti con disabilità. Ricordando sempre che “con ogni tecnologia si può fare del bene o del male, i sistemi di AI sono molto complessi e per questo la cautela è giusta, servono sistemi di controllo”, ha concluso Cangelosi, commentando lo stop all’addestramento dei sistemi più avanzati di AI chiesto da Elon Musk e altri 1000 tra ricercatori e manager.

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