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Economia

Salone dell’auto di Ginevra, spopola l’elettrico e scompare la guida 100% autonoma: tutte le novità dal mondo dell’auto

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Come sara’ l’edizione numero 100 del Salone di Ginevra, quella che si terra’ nel 2030? A giudicare dalle previsioni di un gran numero di esperti nei prossimi 10-11 anni (quelli che ci separano appunto da quella scadenza) i ‘vecchi’ motori a benzina e diesel saranno ormai spariti da gran parte dei mercati, messi addirittura al bando non solo dalle vendite ma anche dalla circolazione. E negli stand del Palexpo’ ginevrino – oltre alle immancabili supercar per gli irriducibili della potenza e della velocita’, relegati pero’ a guidare su autodromi e piste private – la previsione indicava una stragrande maggioranza di modelli a guida autonoma, di tutte le taglie e di tutti i prezzi. Ma la realta’ potrebbe essere ben diversa da qui al 2030.

Se si osserva cio’ che esposto al Salone dell’Auto del 2019 si nota, ad esempio che i modelli a guida completamente autonoma sono quasi del tutto scomparsi, non solo per l’allungamento dei tempi di sviluppo e per la contemporanea lentezza con cui i legislatori adeguano le normative a questa nuova tipologia di veicoli, ma soprattutto per gli enormi costi che si dovranno sostenere per mettere sul mercato auto capaci di guidare realmente da sole. Un alto dirigente di uno dei maggiori fornitori di sistemi per rendere intelligenti le vetture attuali aveva confidenzialmente ammesso durante il Consumer Electronic Show di Las Vegas nello scorso gennaio che il delta prezzo per un veicolo autonomo di livello 5 (quello in cui si puo’ lasciare il volante e mettersi a dormire) e’ nell’ordine dei 200mila euro, somma da aggiungere evidentemente a quella dell’auto.

Non stupisce, dunque, che due rivali storici come Bmw e Daimler abbiano annunciato lo scorso 28 febbraio un accordo per sviluppare assieme queste tecnologie e condividere quei maxi-investimenti che per il momento hanno fatto sparire non solo da Salone ma anche dai programmi a breve termine le auto senza guidatore. Anche sul fronte elettrico l’edizione 2019 del Salone dell’Auto di Ginevra ha offerto un’anteprima di quello che potrebbe essere lo scenario dei prossimi dieci anni. Le super-potenze generate da batterie (che sono sempre piu’ voluminose e pesanti al crescere dell’erogazione di energia) si stanno confinando al mondo delle hypercar, modelli che non hanno problemi ne’ di ricarica ne’ di capacita’ finanziarie degli acquirenti. Cio’ che hanno mostrato invece Fca con Fiat Centoventi e Seat (Gruppo Volkswagen) con Mobilo’ sembra invece risolvere – vero uovo di Colombo della mobilita’ elettrica – due problemi contemporanei: le dimensioni e il costo delle batterie, assieme alla necessita’ di fermare i veicoli per la ricarica. Per la city car torinese sono stati ipotizzati moduli da 100 km di autonomia, da ampliare fino a 5, per consentire con costi accettabili di adeguare la vettura alle effettive necessita’ dell’utente. In Mobilo’, che e’ pensato essenzialmente per i servizi di noleggio, le batterie si staccano e si ricaricano indipendentemente dal mezzo, cosi’ da garantire sempre la piena mobilita’ con una sosta di pochi minuti nella stazione di servizio del futuro.

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Economia

La bolletta del gas resta ferma. L’ira dei consumatori

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Rabbia dei consumatori per l’impercettibile calo della bolletta del gas di maggio, del solo 0,2% rispetto ad aprile. La forte riduzione del prezzo della materia prima sul mercato di Amsterdam (considerato di riferimento) aveva alimentato l’aspettativa di un taglio consistente, oltre il 10%, della tariffa per i consumi del mese scorso per i quasi 7 milioni di utenti del mercato tutelato. Ma la brutta sorpresa è arrivata dall’azzeramento dello sconto Ug2 degli oneri generali. Una “scelta scellerata” dicono i consumatori che chiedono al governo di “rivedere le sue decisioni”. La numero uno della Bce, Christine Lagarde, smorza una ipotesi del genere invitando i governi dell’Eurozona a “ritirare tempestivamente e in modo concertato le relative misure di sostegno” adottate nei mesi scorsi, “per evitare di aumentare le pressioni inflazionistiche a medio termine, che richiederebbero una risposta di politica monetaria più energica”. La notizia del lieve calo della bolletta del gas di maggio ha lasciato l’amaro in bocca a famiglie e imprese in regime di tutela. L’Arera, l’autorità pubblica di regolazione per energia, reti e ambiente nella ormai consueta nota mensile (è così da luglio 2022) ha spiegato che il taglio del 13,2% della spesa per la materia gas naturale di maggio è stato controbilanciato dall’aumento del 13% degli oneri generali per la parte legata all’Ug2, la componente di sconto prevista dal decreto bollette (DL 34/2023), utilizzata nell’ultimo anno a beneficio dei consumatori per compensare gli aumenti nei momenti dei prezzi gas più elevati.

La prima riduzione dello sconto è stata il 31 marzo ed ora c’è stato l’azzeramento. Ecco che la variazione è del solo 0,2%. La spesa per la famiglia tipo (che ha consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui) nell’anno scorrevole (giugno 2022-maggio 2023) è di 1.514 euro circa, al lordo delle imposte, registrando un -6,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (giugno 2021- maggio 2022), ha precisato l’Arera. I calcoli del Codacons indicano che ci sarà “un risparmio irrisorio per le famiglie, pari a 2,5 euro annui a nucleo rispetto alle tariffe in vigore ad aprile”. Nonostante “le quotazioni internazionali in forte discesa – osserva il presidente Carlo Rienzi – il Governo avrebbe fatto meglio a prolungare per tutto il 2023 gli sconti in bolletta, per alleggerire la spesa energetica a fronte di una inflazione ancora altissima nel nostro paese che, assieme alla spesa per luce e gas, incide sui redditi delle famiglie e impoverisce i consumatori”. Il presidente dell’Autorità, Stefano Besseghini, ha ricordato che il prezzo del gas viene calcolato sulla media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il Psv day ahead) e non su quello di Amsterdam, anche se sono praticamente allineati.

Comunque per Assoutenti “il costo del gas è ancora troppo alto” in Italia. Besseghini, parlando a Rainews24, ha detto che il prezzo si prevede “ancora molto basso in estate” ma “c’è ancora un segnale di rialzo che caratterizza l’inverno, che porta i prezzi intorno ai 40 euro a Mwh nei forword e bisognerà vedere come evolve”. Tuttavia, ha ricordato, il governo ha messo a punto interventi “che si attiveranno nell’inverno qualora i prezzi dovessero conoscere una crescita significativa”. Parlando alla commissione Economica del Parlamento europeo, Lagarde ha frenato proprio sugli aiuti da parte dei governi spiegando che “con l’attenuarsi della crisi energetica, tutte le misure andrebbero ritirate” e che quindi la Bce “accoglie favorevolmente la raccomandazione della Commissione europea ai Paesi membri di ridurre nel 2023 le misure adottate in risposta allo shock dei prezzi dell’energia”.

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Economia

 Un semaforo per la spesa contro il caro-prezzi

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Con il semaforo rosso stop all’acquisto, il prodotto costa troppo. Arriva un sistema “a semaforo” che utilizzerà i classici colori rosso, giallo e verde per orientare i consumatori negli acquisti di beni e servizi e aiutare le famiglie italiane alle prese con la spesa quotidiana sempre più salata, e un paniere di prodotti a prezzi calmierati da proporre a governo, Gdo, produttori ed enti locali come misura anti-inflazione. A lanciarlo Assoutenti, che sulla base degli ultimi dati Istat sull’inflazione ha pubblicato sul proprio sito internet e sui canali social dell’associazione un semaforo che coinvolge un lungo elenco di prodotti, beni e servizi e i relativi aumenti dei prezzi.

“I dati sull’inflazione di maggio dimostrano come l’emergenza prezzi è tutt’altro che risolta in Italia, con i listini al dettaglio che per alcuni comparti, come alimentari e carrello della spesa, rimangono a livelli elevati. – spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi – Tra i beni che registrano i rincari più forti figurano oggi lo zucchero (+52,6% su anno), i voli nazionali (+43,2%), il riso (+37,1%), i voli internazionali (+36,6%), il latte conservato (+28,7%), l’olio di oliva (+24,6%), le patate (+22,2%) e i gelati (+22%). All’interno del paniere dei beni utilizzato dall’Istat per il calcolo dell’inflazione, tuttavia, non tutti i prodotti subiscono gli stessi aumenti di prezzo. Alcuni latticini, ad esempio, rincarano a ritmo più sostenuto rispetto ad altri alimenti sempre a base di latte, oppure alcuni vegetali subiscono aumenti doppi rispetto ad altri della stessa categoria.

Lo stesso discorso vale per alcune tipologie di carne o di pesce, ma anche per beni per la casa, elettrodomestici, cura del corpo, accessori, abbigliamento, ecc.”. Per aiutare i consumatori il sistema elaborato da Assoutenti assegna il semaforo “verde” a quei prodotti e servizi la cui crescita percentuale su base annua risulta entro il tasso di inflazione programmata (5,4%); ottengono il semaforo “giallo” i beni che, nell’ultimo mese, hanno registrato un aumento su base annua superiore all’inflazione programmata ma entro il tasso medio di inflazione nazionale pari oggi al +7,6%; semaforo “rosso” invece per quei beni e servizi che rincarano oltre il tasso medio di inflazione nazionale.

“Con tale sistema semaforico, da articolare in un secondo momento a livello regionale, vogliamo fare trasparenza nel settore dei prezzi al dettaglio e aiutare le famiglie guidandole verso una spesa intelligente: utilizzando i dati pubblicati sui nostri canali, i consumatori sapranno in tempo reale quali prodotti hanno subito a livello nazionale i rincari maggiori nell’ultimo periodo, e optare, laddove possibile, per beni i cui prezzi sono cresciuti meno rispetto allo scorso anno.

Chiediamo inoltre a tutti i consumatori di aiutarci e segnalare rincari sul territorio o anomalie nell’andamento dei listini a livello locale. Infine Assoutenti lancia la proposta del Paniere salva-prezzi: sul nostro sito internet i consumatori potranno anche indicare i prodotti che vorrebbero trovare nei supermercati a prezzi scontati, beni da inserire di volta in volta in un apposito paniere “a listini calmierati” che sarà proposto a Governo, Mister Prezzi, Gdo, produttori ed enti locali, per aiutare le famiglie nella spesa quotidiana”, conclude Truzzi.

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Economia

Bankitalia,l’euro digitale non minaccia le banche

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L’euro digitale non minaccerà la stabilità delle banche private con una ‘fuga’ del denaro di risparmiatori e investitori dai loro depositi verso la moneta virtuale della Bce a patto che vengano presi alcuni accorgimenti come la riduzione delle riserve in eccesso e ,un aumento dei finanziamenti interbancari e dell’emissione di obbligazioni.

Mentre è ancora in corso la discussione se avviare la fase del proetto finale (la decisione sarà presa da Francoforte ad autunno e vi sta lavorando il componente del board Fabio Panetta), uno studio della Banca d’Italia prova a dissipare i timori espressi da una parte del sistema bancario e finanziario. “Gli effetti dell’euro digitale sulla raccolta del sistema bancario italiano – si legge – sarebbero nel complesso contenuti, se la domanda fosse tale da comportare una riduzione dei depositi al dettaglio inferiore al 15 per cento e la sua emissione avvenisse in un contesto di ampia liquidità e raccolta stabile per le banche.

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