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Economia

Da ansia a dolori muscolari, sale il prezzo di 800 farmaci di uso comune venduti al banco

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Dagli antidolorifici agli antidepressivi, dai colliri agli antistaminici, crescono i prezzi dei farmaci di fascia C, ovvero quelli chiamati ‘da banco’, acquistabili con ricetta ma a carico completo dei cittadini. I rincari, in media del 5,7%, riguardano quasi 800 diverse tipologie di prodotto, in parte sono già scattati in parte arriveranno entro febbraio. Per le tasche degli acquirenti, alle prese tra l’altro con i malanni invernali, si tradurranno in quasi un euro in piu’ a confezione. Sono circa 3.740 i farmaci di fascia C, soggetti a prescrizione medica ma non rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale. Si tratta di medicinali utilizzati per patologie non gravi, e per i quali gli italiani ogni anno spendono oltre 3 miliardi di euro. Si tratta, tra gli altri, di mucolitici contro il catarro, ‘pillole dell’amore’, colliri e pomate a base di antibiotici per curare le congiuntiviti, ansiolitici e sonniferi, antidolorifici contro il mal di testa, antinfiammatori per i dolori muscolari, antistaminici contro asma e riniti allergiche. Mentre il prezzo al pubblico dei medicinali senza obbligo di ricetta e’ liberamente fissato da ciascuna farmacia o parafarmacia, quello dei farmaci di classe C, invece, e’ deciso dalle aziende farmaceutiche, che possono aumentarlo a gennaio di ogni anno dispari, come prevede il decreto legge 87/2005, o decreto Storace, dal nome dell’allora ministro della Salute. Prima di questa tornata, infatti, gli aumenti erano stati a gennaio-febbraio 2017. Ma quanto andremo a pagare di piu’? In media poco meno di un euro a confezione. E’ quanto si desume dai valori delle tabelle diffuse da Federfarma per comunicare alle farmacie associate i nuovi prezzi, analizzati da Pharmacy Scanner, settimanale online dedicato ai farmacisti. “Tra generici e prodotti branded – spiega il direttore responsabile della testata Alessandro Santoro – sono 770 i farmaci interessati quest’anno dagli aumenti, poco meno di un quinto dell’intera categoria, che portano il prezzo medio a confezione (sui prodotti interessati dagli incrementi) da 15,58 a 16,47 euro. Ne consegue una differenza di 0,89 euro, che equivale a un aumento medio del 5,7% sui prezzi di due anni fa”. Cio’ non toglie che le farmacie possono comunque praticare sconti sul prezzo al pubblico di tali farmaci, come previsto dalla Legge 27/2012 o decreto Cresci Italia.

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Economia

Bankitalia, Pil 2024 +0,8%, attenti a equilibrio pensioni

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Si allontana l’obiettivo di crescita fissato dal governo all’1% per quest’anno, e trovare le risorse per la manovra 2025 diventa sempre più complicato. La doccia gelata sulle stime del governo arriva durante le audizioni sul piano strutturale di bilancio in Parlamento: per Bankitalia il Pil del 2024 si fermerà allo 0,8%, e anche per l’Ufficio parlamentare di bilancio l’obiettivo dell’1% diventa più incerto. C’è il contesto esterno, con l’economia mondiale che si raffredda, e c’è la spinta propulsiva post Covid che in Italia si è esaurita. Il quadro indebolito pesa sulla composizione della manovra, e la Banca d’Italia avverte sulle prossime mosse: rendendo strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro si mette a rischio l’equilibrio sulle pensioni.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha sempre ritenuto “realistico” l’obiettivo dell’1%. Ma dopo la revisione dei conti economici trimestrali pubblicata venerdì scorso dall’Istat, la Banca d’Italia ha provveduto ad una “correzione meccanica” al ribasso di due decimi di punto percentuale, che comprime il Pil allo 0,8%. Nell’audizione in Parlamento l’Istat spiega che l’Italia è tornata ad una crescita da zerovirgola. “Siamo tornati a una fase di stato stazionario o ‘steady state’ con tassi di crescita abbastanza contenuti che stentano a dimostrare la situazione di un’economia che si sviluppa in forma consistente”, ha detto il direttore per la contabilità dell’Istat, Giovanni Savio, spiegando come “si sono spente” alcune “spinte propulsive” post Covid, e “quindi dobbiamo attendere che ci siano altre forze” a spingere il Pil. Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, prova a diradare le nubi parlando dei conti che in corso d’anno “mostrano un andamento incoraggiante”. Ma non basta, e dunque “il programma delineato nel Psb non è esente da rischi”.

Primo, perché il piano conta sulle maggiori entrate attese per il 2024, “con l’assunzione implicita che siano interamente permanenti”. Secondo, perché data “l’elevata incertezza” del quadro macro, “anche piccoli scostamenti dai piani di bilancio potrebbero rendere difficoltoso riportare” il deficit sotto il 3% nel 2026. Inoltre, invita a riflettere sull’intenzione di rendere strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro: “Verrebbe meno l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni” che “caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza”.

Anche per la Corte dei Conti il governo ha davanti a sé un arduo compito. Il percorso del Psb è “impegnativo” e nella manovra “saranno necessarie scelte difficili sull’allocazione delle risorse”, spiegano i giudici contabili al Parlamento. Non si potrà fare a meno, però, di pensare alla sanità, perché per tagliare le liste d’attesa e i tempi al pronto soccorso è indispensabile investire “per superare le carenze di personale, soprattutto infermieristico, che rappresenta al momento il principale deficit”. Inoltre bisogna dare certezza e stabilità al settore della previdenza, “dopo gli interventi temporanei che lo hanno contrassegnato negli ultimi cinque anni”, cercando di “garantire una maggiore flessibilità in uscita”.

L’Upb punta il dito, oltre che sull’incertezza del quadro macro, anche sulla carenza di informazioni sulle coperture perché, al di là di 9 miliardi in deficit, il Psb fornisce solo indicazioni “generiche”. Gli enti locali, ancora non toccati da alcuna nessuna ipotesi di taglio per reperire risorse, mettono le mani avanti. Per i Comuni qualunque richiesta di contributo per il risanamento della finanza pubblica diventerebbe “estremamente gravosa”. Mentre le Regioni vogliono rassicurazioni sul tema “per ora congelato” della riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3, che avrebbe un impatto di circa un miliardo sull’addizionale delle regioni a statuto ordinario e di circa 400 milioni per quelle a statuto speciale. Dubbi ai quali risponderà domani il ministro Giorgetti che chiuderà il ciclo di audizioni sul Psb in Parlamento.

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Economia

Rinascente si allarga nell’ex Odeon con 600 assunzioni

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L’ex cinema Odeon cambia volto e diventa un nuovo polo del beauty targato Rinascente. Si chiamerà Rinascente Odeon beauty hall lo spazio che verrà inaugurato a maggio 2027 nella struttura dello storico ex cinema-teatro meneghino. Saranno Kryalos Sgr, in qualità di gestore del Fondo Aedison e Rinascente a ristrutturare l’edificio, con un investimento complessivo di 40 milioni di euro. Ulteriori dieci milioni arriveranno dai brand che saranno presenti nello spazio, per un totale compreso tra i 50 e i 55 milioni. Sono attesi oltre 3 milioni di visitatori e un turnover di circa 80 milioni di euro già dal primo anno di apertura. La superficie di oltre tremila metri quadrati sarà occupata dai corner di oltre 300 brand, cabine estetiche e circa 700 metri quadrati destinati al food, con un bar al piano terra e un ristorante posizionato al terzo piano.

Il progetto architettonico sarà curato dallo studio Marco Costanzi Architects, mentre della riqualificazione si occuperà la società di progettazione integrata Progetto Cmr. A mitigare i dispiaceri dei milanesi affezionati, non mancherà uno spazio riservato al cinema. Come ha spiegato l’amministratore delegato di Rinascente Pierluigi Cocchini, infatti, il piano interrato sarà destinato all’apertura di 4 o 5 nuove sale. “A oggi non abbiamo ancora definito né operatore né offerta”, ha chiarito. “Auspichiamo di trovare un operatore di qualità che possa pianificare una programmazione per il maggior numero di fruitori”, ha aggiunto. Il progetto non coinvolgerà comunque solo l’ex area del cinema, ma anche anche gli spazi e le vie adiacenti per dare vita al Rinascente-district tra via Santa Radegonda, via Agnello e corso Vittorio Emanuele.

La nuova apertura porterà con sé anche il restyling del piano terra del main building di Rinascente, che sarà completamente dedicato agli accessori, all’orologeria di lusso e gioielleria. Lo spazio porterà a circa 350 nuove assunzioni nel primo anno, seguite da ulteriori ampliamenti fino a un totale di fino a 600-650 nuovi posti nei suoi primi tre anni di vita. La riqualificazione darà a Rinascente a un’ulteriore spinta nei comparti beauty, accessori e gioielli, per cui ci si aspetta un raddoppio del giro d’affari già nel primo anno. Il segmento beauty dovrebbe passare da 45 a 80 milioni di fatturato, per poi crescere a oltre 100, mentre gli accessori che oggi valgono circa 200 milioni, dovrebbero posizionarsi a oltre 350 milioni. Guardando al 2024 il gruppo è fiducioso di chiudere l’anno con un nuovo record di fatturato, dopo aver superato il miliardo di euro nel 2023.

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Economia

Agcom, provvedimento per accertare maggiore età utenti

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L’Agcom ha approvato lo schema di regolamento che disciplina le modalità tecniche e di processo per l’accertamento della maggiore età degli utenti (age assurance, ovvero “garanzia dell’età”, talvolta indicato come “age verification”). Lo fa sapere l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni spiegando che lo schema di regolamento è notificato alla Commissione europea per l’ultimo vaglio. La normativa vigente – anche specificamente riferita al ruolo dell’Autorità – richiama l’esigenza di meccanismi di age verification, stabilendo che i minori hanno diritto ad un livello più elevato di protezione dai contenuti che potrebbero nuocere al loro sviluppo fisico, mentale o morale anche introducendo misure più rigorose nei confronti di ogni servizio della società dell’informazione. Al fine di garantire il requisito della riservatezza “rafforzata”, le specifiche dell’Autorità prevedono un sistema di verifica dell’età che utilizzi il modello del “doppio anonimato”, in cui non si deve consentire ai fornitori di prova della maggiore età di sapere per quale servizio viene eseguita la verifica dell’età, che due prove di maggiore età provengono dalla stessa fonte di prova dell’età, che un utente ha già utilizzato il sistema di verifica. Il sistema proposto dall’Autorità prevede l’intervento, per la fornitura della prova della maggiore età, di soggetti terzi indipendenti certificati, attraverso un processo di verifica dell’età che prevede due passaggi logicamente separati: identificazione e autenticazione della persona identificata, per ciascuna sessione di utilizzo del servizio regolamentato (cioè, la fornitura di contenuti pornografici tramite sito o piattaforma web).

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