Un Cpr per ogni regione e aumento del trattenimento dei migranti fino a 18 mesi, il massimo consentito dalla normativa europea. Giorgia Meloni l’aveva detto a chiare lettere nel video di venerdì sera e lo ribadisce in conferenza stampa da Lampedusa: al consiglio dei ministri di domani sarà varata l’ennesima stretta sull’immigrazione clandestina, con disposizioni immediate alla Difesa per realizzare nuove strutture in modo da coprire l’intero territorio nazionale. Gelo da parte dei sindaci, con il delegato per l’immigrazione dell’Anci, il sindaco di Prato Matteo Biffoni, che torna a ribadire che “il tema dei migranti non si risolve con i Centri per il rimpatrio”.
Tema che sarà al centro anche della riunione dei sindaci in programma domani. Il governo, dunque, si appresta a varare le nuove norme, probabilmente inserendole in un emendamento al decreto Caivano già approdato in Senato. Un modo per evitare di stilare un decreto ex novo sul tema sicurezza, accelerando di conseguenza i tempi per l’approvazione in parlamento. Il provvedimento aumenterà sicuramente la possibilità di trattenere i migranti fino ad un anno e mezzo, ma conterrà anche un’importante modifica al riconoscimento anagrafico di chi sbarca sulle coste italiane. Una delle maggiori preoccupazioni di palazzo Chigi, infatti, è legata all’autocertificazione della minore età, cosa che consente di poter usufruire dei vantaggi concessi ai minori che fanno ingresso nel Paese.
Il governo vorrebbe intervenire anche su questo aspetto, in particolare quando la differenza tra età dichiarata e aspetto fisico è palesemente contrastante, attraverso esami medici e strumenti diagnostici. Al momento i minori non accompagnati sono 21mila, per lo più di sesso maschile in età comprese tra i 15 e i 17 anni, per i quali la disponibilità di posti autorizzati è pari a 6.200. “L’unica soluzione – ribadisce Biffoni – è la distribuzione diffusa”. Pensiero condiviso con lo stesso presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che è tornato a chiedere l’ampliamento dei posti del sistema accoglienza e integrazione, i cosiddetti Sai per i minori stranieri non accompagnati, “perché altrimenti – dice – ricadono sulla sulle casse comunali e nella responsabilità dei sindaci”.
Altro aspetto fondamentale del nuovo pacchetto sicurezza del governo Meloni è legato ai Centri per il rimpatrio che, nel minor tempo possibile, dovranno coprire tutte le regioni d’Italia. Al momento, infatti, sono solo otto le regioni che hanno una struttura simile, alcune (Puglia e Sicilia) anche due. All’appello mancano Veneto, Campania, Emilia Romagna, Toscana, Calabria, Liguria, Marche, Abruzzo, Trentino Alto Adige, Umbria, Molise e Valle d’Aosta. Ovviamente la priorità sarà data alle regioni di ‘frontiera’ e a quelle che più di altre soffrono la pressione migratoria. Con ogni probabilità le nuove strutture – che insisteranno in zone a bassa densità di popolazione e saranno recintate e sorvegliate – saranno realizzate in edifici pubblici dismessi o in disuso, come per esempio le caserme, il cui riuso è da sempre un tema caldo della squadra di governo. Ma non è escluso che si possano realizzare anche tensostrutture o impianti adatti a gestire i migranti in attesa del vaglio delle richieste di asilo che, nell’idea di palazzo Chigi, dovranno essere velocizzate e smaltite in tempi molto brevi, fino anche ad una settimana.